- Patrimonio storico, paesaggi, terme sono risorse per il futuro da tutelare per lo sviluppo di un’economia sostenibile del turismo.
- Evitiamo la distruzione del patrimonio collinare per non ridurre le potenzialità dell’offerta turistica.
- Creiamo un sistema a dimensione sovracomunale per promuovere mare, colline, centro storico, terme, parchi, enogastronomia.
- Non basta l’aggiunta “Terme” al nome di Venturina per sviluppare il termalismo mentre si effettuano scelte che lo ostacolano.
- La tassa di soggiorno nasce da un furto al bilancio dei parchi. Va ridiscussa con i Comuni soci per rilanciare davvero parchi e turismo.
Il Comune di Campiglia Marittima ha risorse naturali e storiche che possono senz’altro contribuire alla crescita del turismo, in particolare quello maggiormente legato alle tipicità e alla genuinità dei territori.
Il centro storico di Campiglia, le sorgenti termali di Caldana (utilizzate sin dall’epoca etrusco-romana), il Parco archeominerario di San Silvestro, il sito d’interesse europeo per la biodiversità di Monte Calvi (SIC), il territorio rurale che contribuisce a connotare il paesaggio e le tipicità delle produzioni agricole ed enogastronomiche, sono tutte risorse sulle quali è possibile costruire un pezzo rilevante della diversificazione economica in campo turistico.
Per questo bisogna evitare di fare scelte contraddittorie che riducono le loro potenzialità economiche ed occupazionali. Questo significa
- evitare la distruzione del patrimonio storico e naturale delle colline,
- salvaguardare il territorio rurale e le produzioni tipiche,
- rivitalizzare uno dei centri storici più caratteristici dell’alta Maremma,
- tutelare le sorgenti termali da trasformazioni territoriali che possono comprometterne la qualità terapeutica delle acque,
- evitare che intorno alle sorgenti sorgano centri commerciali o lottizzazioni residenziali come ha previsto l’amministrazione intorno ai laghetti di Tufaia,
- non dimenticare (come accade oggi) che la stazione di Campiglia è la principale porta di accesso per le offerte turistiche dell’intera zona, e tante altre cose ancora.
L’aggiunta del sostantivo Terme a Venturina non può bastare.
A Campiglia il turismo si fa qualificando e integrando le nostre risorse con quelle degli altri Comuni, prima di tutto quelli della Val di Cornia. Solo così saremo in grado di costruire un “sistema” dove mare, colline, centro storico, terme, parchi archeologici e naturali, campagne e tipicità enogastronomiche, tradizioni e ospitalità, rafforzeranno l’immagine e di un territorio che ha nella pluralità delle offerte il suo punto di forza.
Senza integrazione i nostri Comuni perdono opportunità in campo turistico.
Per questo giudichiamo molto negativa la fine della sovracomunalità e il progressivo indebolimento del sistema dei parchi della Val di Cornia, in sé e nelle relazioni con il più vasto sistema delle imprese private che operano in campo turistico. C’è dunque bisogno di ricostruire con urgenza una visione di sistema, di riprendere a valorizzare i tanti patrimoni di cui disponiamo, di collegarli con una rete escursionistica che li metta in relazione tra di loro in tutta la zona, di migliorare i servizi e la qualità del territorio, di destagionalizzare le offerte distribuendo meglio eventi e iniziative pubbliche nel corso dell’anno (oggi quasi interamente concentrate nel mese di agosto), di coordinare il marketing territoriale tra pubblico e privato. In questo scenario un ruolo fondamentale dovranno svolgere le guide turistiche ed ambientali del territorio, da integrare a tutti gli effetti nel sistema turistico della Val di Cornia.
Come altri settori, anche il turismo ha dovuto fare i conti con la crisi e il calo dei consumi.
Abbiamo giudicato negativa la scelta di istituire nel 2012, in piena crisi, la tassa di soggiorno a Campiglia. Quella decisione non nacque da una strategia per il turismo, ma dalla decisione del Comune di Piombino di sottrarre entrate alla società Parchi (quelle dei parcheggi nei parchi della costa) per le proprie esigenze di bilancio. I Sindaci di allora decisero che il “buco” provocato da quella decisione (circa 1,2 milioni di euro) andava ripianato con l’istituzione della tassa di soggiorno. In realtà alla società Parchi sono andate meno risorse e le entrate della tassa di soggiorno si sono perse nel marasma dei bilanci comunali. A Campiglia nessun significativo progetto è decollato con quelle entrate.
Se saremo chiamati ad amministrare
chiederemo agli altri Comuni di rivedere una decisione scellerata. Alla società Parchi devono essere lasciate tutte le entrate generate nei parchi con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi e di sviluppare ulteriormente quel progetto nell’ottica della sostenibilità economica e del massimo autofinanziamento.
Se questo accadrà sarà possibile, almeno per Campiglia, eliminare la tassa di soggiorno. Se non ci riusciremo le entrate di quella tassa saranno destinate con la massima trasparenza per progetti di sostegno al turismo condivisi con gli operatori del settore.
Gruppo 2019