Questa la decisione della maggioranza che ieri ha respinto una mozione di tutti i consiglieri di minoranza per la modifica dello Statuto comunale che, attualmente, esclude qualsiasi forma di referendum per tutti gli atti che riguardano l’urbanistica. Per la maggioranza i cittadini non hanno diritto a pronunciarsi su nessuna, ripetiamo nessuna, delle scelte relative al territorio in cui vivono.
Non è bastato neppure chiarire che la mozione non chiedeva il referendum sui piani urbanistici generali, ma su singole e circoscritte scelte. E’ stato fatto l’esempio delle lottizzazioni intorno ai laghetti di Tufaia, della trasformazione delle scuole Marconi in abitazioni, della localizzazione del nuovo cimitero a Montioncello, ecc. Temi sui quali la maggioranza dei cittadini potrebbe avere opinioni diverse da quella dei partiti che governano il Comune. Ammettere il referendum su queste materie è una forma di garanzia democratica per assicurare che le decisioni di un’amministrazione interpretino fedelmente il pensiero della maggioranza dei propri cittadini. Per questo le leggi nazionali lasciano totale autonomia ai Comuni di decidere con gli Statuti.
Amareggia e sconcerta che, di fronte ad una precisa richiesta, sia proprio la coalizione che si definisce “Campiglia Democratica” a negare questo diritto. Gli stessi partiti che hanno sostenuto i referendum nazionali su materie come nucleare, acqua, giustizia, qui negano ai propri cittadini il diritto a pronunciarsi su scelte urbanistiche che li riguardano da vicino. Una contraddizione insanabile.
Sconcertano ancora di più le argomentazioni che sono state usate per respingere la mozione. Secondo i consiglieri di maggioranza, e del sindaco, il referendum sulle materie urbanistiche non può essere ammesso perché qui ci sarebbero piani coordinati, perché si andrebbero a ledere “diritti acquisiti di privati”, perché la materia urbanistica è troppo complessa, perché il referendum “svilirebbe il ruolo delle istituzioni”, ecc.
Tutte argomentazioni prive di fondamento, come è facile comprendere, che denotano solo il terrore di sottoporre a referendum scelte che dovrebbero essere compiute solo nell’esclusivo interesse pubblico e generale. Se la maggioranza fosse così convinta d’interpretare correttamente il pensiero dei propri cittadini, a maggior ragione non dovrebbe temere la possibilità di promuovere referendum sulle proprie scelte.
La decisione di ieri getta l’ennesima pesante ombra sulla sensibilità democratica di questa amministrazione che senza argomenti, e con una legge elettorale che gli attribuisce molti più consiglieri dei voti conseguiti, ha respinto un istituto di democrazia sostanziale.
Ci auguriamo che una riflessione ponderata porti la maggioranza a rivedere una posizione che nega diritti fondamentali e aumenta le distanza tra istituzioni e cittadini.
26 luglio 2011
Comune dei Cittadini
SULLA STAMPA:
Niente referendum sull’urbanistica
Bocciata la modifica allo statuto presentata dalla lista civica
Anche in futuro non si potranno fare referendum a livello comunale sui temi dell’urbanistica. La modifica allo statuto comunale per introdurre anche questa possibilità, presentata dalla lista civica Comune di cittadini e dalla lista di centrodestra, è stata respinta dal consiglio comunale.
«Per la maggioranza i cittadini non hanno diritto a pronunciarsi su nessuna delle scelte relative al territorio in cui vivono» è il drastica commento affidato a una nota di Comune di cittadini. «Non è bastato neppure chiarire che la mozione non chiedeva il referendum sui piani urbanistici generali, ma su singole e circoscritte scelte – prosegue la nota – È stato fatto l’esempio delle lottizzazioni intorno ai laghetti di Tufaia, della trasformazione delle scuole Marconi in abitazioni, della localizzazione del nuovo cimitero a Montioncello. Temi sui quali la maggioranza dei cittadini potrebbe avere opinioni diverse da quella dei partiti che governano il Comune. Ammettere il referendum su queste materie è una forma di garanzia democratica per assicurare che le decisioni di un’amministrazione interpretino il pensiero della maggioranza dei cittadini. Per questo le leggi nazionali lasciano autonomia ai Comuni di decidere».
Per Comune di cittadini «sconcertano» e argomentazioni che sono state usate per respingere la mozione. «Secondo i consiglieri di maggioranza e del sindaco – si legge – il referendum sulle materie urbanistiche non può essere ammesso perché qui ci sarebbero piani coordinati, perché si andrebbero a ledere “diritti acquisiti di privati”, perché la materia urbanistica è troppo complessa, perché il referendum “svilirebbe il ruolo delle istituzioni”. Ci auguriamo – conclude la nota – che una riflessione ponderata porti la maggioranza a rivedere una posizione che nega diritti fondamentali e aumenta le distanza tra istituzioni e cittadini».
Il Tirreno 27.7.2011