L’embrione c’è, l’obiettivo a cui cosa puntare è chiaro, le difficoltà sono ben presenti. Tre concetti intorno cui ha ruotato l’assemblea che si è svolta a Venturina Terme, alla sala “La Pira”, una sorta di anteprima della campagna elettorale. L’embrione è la nascita di un coordinamento, uscito dall’incontro, per definire, a breve, i criteri ed il programma della lista civica che nelle intenzione dovrebbe partecipare alle prossime elezioni amministrative nel Comune di Campiglia.
L’obbiettivo della lista è quello di tentare la scalata al palazzo mettendo insieme, intorno ad un programma di pochi punti condivisi, il popolo che non si riconosce nell’azione di una maggioranza che sotto denominazione diverse guida l’ente locale fin dal dopoguerra. Una scelta quindi per puntare l’alternanza prescindendo dal quadro politico di riferimento nazionale.
Non è una indicazioni nuovissima: in altri comuni ha funzionato. A Campiglia la proposta è stata lanciata dal gruppo «Il Comune dei Cittadini», che presente all’ultima consultazione del 2009 (ottenne il 18,5% dei voti), ha portato avanti una vivace attività di opposizione per tutta la legislatura. Niccolò Pini, che ha introdotto la riunione, ha annunciato la volontà di compiere un significativo passo in avanti.
Ovvero la rinuncia ad una propria azione di testimonianza per aprirsi alla più vasta possibilità di una lista allargata a chi vuole il cambiamento. L’appello più che da partiti tradizionali, a cui pur si rivolge, è stato accolto da numerosi cittadini delle più diverse tendenze, molti dei quali impegnati anche negli organi dirigenti di quel che resta delle forze politiche tradizionali di opposizione.
Nel dibattito non sono mancati i distinguo né le perplessità proprio perché la proposta in Val di Cornia non è ormai stata sperimentata in questi termini. Esiste una possibilità – legge elettorale e numeri alla mano – per un successo dell’iniziativa? Alle ultime amministrative il sindaco Rossana Soffritti (pare certa la sua riconferma senza le primarie) ottenne in coalizione il 55,3%; la somma dei voti del Pdl, più la lista del Comune dei Cittadini, raggiunse il 44,7%. Una differenza di una decina di punti che, in un nuovo scenario, con la presenza certa della lista del Movimento 5 Stelle fuori dagli schieramenti, è tutta da riconsiderare. Con la legge elettorale per i comuni sotto i 15 mila abitanti occorre vincere anche di un solo voto per ottenere il premio di maggioranza e per governare.
Quindi l’alternanza è possibile ma non facile. Tutto si potrà giocare sul tipo di programma che verrà concordato e che, in assenza della forza dei partiti tradizionali, potrebbe davvero rimescolare le carte coinvolgendo l’intero corpo elettorale.
Fiorenzo Bucci
La Nazione 02.02.2014