Caro direttore, rispondo volentieri alla lettera aperta del presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà, pubblicata su Il Tirreno e approfitto della sua ospitalità anche per dare risposta alla lettera che Kutufà mi aveva inviato giorni addietro riservatamente.
Pur riconoscendo l’importanza strategica del Corridoio autostradale Tirrenico, Kutufà ha prospettato l’ipotesi di far realizzare all’Anas l’adeguamento della Statale 1 Aurelia a strada di grande comunicazione. A tal riguardo, faccio presente che l’Anas già agli inizi degli anni 2000 elaborò un progetto per l’ampliamento e la messa in sicurezza del tratto Civitavecchia-Grosseto dell’Aurelia, stimando il costo dei lavori in circa 1 miliardo di euro, una somma non inferiore rispetto a quella prevista oggi da Sat.
L’intervento previsto da Anas nel 2000 non si è potuto avviare per l’assoluta mancanza di risorse nel bilancio dello Stato. Vista la situazione finanziaria oggi l’unica possibilità di realizzare il Corridoio Autostradale Tirrenico è attraverso la finanza di progetto recuperando i costi di costruzione e di gestione con il pedaggiamento dell’opera.
Peraltro, anche se fosse possibile finanziariamente la realizzazione da parte di Anas, è pacifico che l’infrastruttura dovrebbe essere sottoposta a pedaggio. Rompere inoltre il contratto di concessione con la Sat non sarebbe del tutto indolore per le finanze pubbliche, risultando problematico toglierle la concessione, come è stato ipotizzato, tenuto conto che per l’autostrada Livorno-Civitavecchia era prevista la corresponsione di un contributo da parte dello Stato del 60% dell’investimento. E’ del tutto più ragionevole, invece, ottenere dalla Sat la realizzazione dell’intervento senza oneri per lo Stato.
Di conseguenza è stato proposto (l’ipotesi la stiamo esaminando) di trasformare la statale Aurelia in autostrada adeguandone le condizioni di sicurezza a un costo che ne consenta la finanziabilità e il recupero dell’investimento nel periodo della concessione, sgravando lo Stato dei non trascurabili oneri di gestione.
Riguardo, poi, alla questione delle opere compensative tra cui il “Lotto Zero” – il più costoso di queste per 400 milioni di euro – l’attuale impossibilità di realizzarle deriva dal ridimensionamento dell’investimento a seguito dei rilievi del ministero dell’Economia. Ma, così come ho avuto già modo di dire al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ribadisco l’impegno politico a realizzare il “Lotto Zero” non appena se ne presenteranno le condizioni. Intanto, come d’accordo con Rossi e con la gran parte degli altri Enti locali interessati, trovo indispensabile andare avanti verso la costruzione di un’opera attesa da lunghi decenni e che rappresenta per la Toscana e non solo un presupposto di crescita irrinunciabile.
Altero Matteoli, ministro Infrastrutture e Trasporti
Il Tirreno 26.3.2011