Con l’autostrada merci più care
In questi giorni si sente tanto parlare dello sviluppo economico che l’autostrada tirrenica (sostituendosi all’attuale superstrada Aurelia e trasformandola in strada a pedaggio) porterebbe nelle nostre zone.
Vorrei sapere nello specifico di quale sviluppo stiamo parlando. Forse che le aziende sorgeranno come funghi ai lati di questa inutile opera, dando lavoro ai nostri spesso disoccupati figli? O piuttosto non cambierà niente e i cittadini dovranno sborsare una tassa che prima non avevano – il pedaggio – e basta? Di quale sviluppo si parla? Di quello dei trasportatori (dai Tir ai corrieri, ai taxi, agli agenti di commercio), che in un quadro economico globale e di settore già disastrato ribatteranno l’aumento dei costi che sosterranno (il pedaggio, appunto) sulla committenza? E sapete chi è la committenza dei trasportatori?
Sono le aziende toscane, già adesso in grande affanno, che da Prato a Grosseto dovranno convincere i loro clienti (parecchi dei quali all’estero) a inghiottire aumenti delle merci causati dall’aumento del costo del trasporto causato dall’introduzione di una strada a pedaggio laddove per decenni si è transitati gratis. Oppure si parla dello sviluppo delle numerose zone industriali-artigianali che giacciono lì, tristi e piene di capannoni costruiti e mai insediati da alcuna realtà produttiva. E’ di questo sviluppo che stiamo parlando? Così si deprime l’economia, non la si incentiva. Lo sviluppo, ce ne fosse, fossimo bravi a crearlo, viaggerebbe benissimo anche sulla gratuita superstrada Aurelia.
Luca Guidi (Piombino)
Il Tirreno 31.085.2011(lettere dei lettori)
L’Autostrada? Non serve Basta adeguare l’Aurelia
Per Italia Nostra la Via è illegittima
L’autostrada non serve, bastano gli adeguamenti all’Aurelia. E, se proprio si deve fare, serve un nuovo procedimento di Via, la Valutazione d’impatto ambientale, perché quello attuale è illegittimo. L’associazione ambientalista Italia Nostra ha inviato nei giorni scorsi le osservazioni al progetto definitivo della Tirrenica, presentato da Sat nel giugno scorso.
La lettera-diffida, a firma del vicepresidente Nicola Caracciolo, non fa sconti alla società concessionaria, in particolare per le stime del traffico. «Secondo le ultime stime di Sat – scrivono gli ambientalisti- il numero medio di veicoli al giorno che percorrerebbero la nuova autostrada scenderebbe dai 52.000 originariamente previsti a circa 31.000 (diminuzione di circa il 40%). Questi numeri dimostrano che Sat, nell’originario progetto, ha commesso un clamoroso errore, sovradimensionando il traffico atteso. È evidente che, con queste nuove cifre, il progetto autostradale non appare più utile e necessario alla comunità, ma anzi merita di essere abbandonato». E anche lo Studio d’impatto ambientale, propedeutico alla Via, secondo Italia Nostra è sbagliato: «Appare gravemente carente nella parte in cui omette qualsivoglia analisi o approfondimento, da un lato, sull’impatto sanitario e su quello sonoro dell’opera, e dall’altro sul trasporto intermodale».
Per questo Italia Nostra chiede alle amministrazioni competenti – pena altrimenti l’illegittimità dell’intera procedura Via – di procedere ad un totale rinnovo della Via con riferimento all’intera opera nel suo complesso, quindi fino a Gaeta e di imporre a Sat di integrare lo Studio di impatto ambientale con un’“opzione zero” consistente nell’abbandono del progetto autostradale e nella realizzazione, al suo posto, dei necessari lavori di ammodernamento, allargamento e adeguamento dell’Aurelia a cura di Anas. (g.fior.)
Il Tirreno 02.09.2011