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Campo Eolico,CDC: questo progetto è contro le linee guida nazionali

Febbraio 15, 2012
In Economia & Lavoro, Le nostre iniziative, Territorio & Ambiente
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Egregio Sig. Partesotti

Abbiamo letto con piacere il suo intervento nel quale, oltre alla serenità dei toni, si coglie una legittima e argomentata difesa del progetto presentato dalla sua Società.

Le diciamo subito che il gruppo consiliare Comune dei Cittadini è favorevole allo sviluppo delle energie rinnovabili. Privilegiamo piccoli e medi impianti che coinvolgono gli stessi consumatori e creano produzione diffusa, ma non abbiamo remore per quelli a carattere industriale, ove possibili.

Riteniamo inoltre essenziale il risparmio energetico, a partire dal rinnovo del patrimonio edilizio esistente e dalla razionalizzazione dei consumi, cosa che non si sta facendo con il dovuto impegno.

Siamo fermamente convinti, come lei, che lo sviluppo delle energie rinnovabili dia un contributo significativo alla riduzione dei “gas serra” e al miglioramento delle condizioni di vita sul pianeta, creando nello stesso tempo nuove occasioni di lavoro. Per questo pensiamo che la ricerca e la sperimentazione in questo settore vadano incentivate.

Come vede sui principi generali non ci sono differenze sostanziali. Non per questo riteniamo che si debbano installare turbine eoliche ovunque.

Siamo fermamente convinti che grandi impianti eolici, come quelli fotovoltaici, vadano realizzati senza compromettere altre risorse essenziali per il nostro futuro. Tra queste noi collochiamo il paesaggio, il patrimonio culturale e il territorio rurale. Pensiamo che, al pari delle energie rinnovabili, questi siano beni vitali per costruire nuova economia e nuove occasioni di lavoro. Nei nostri territori, nonostante la presenza di grandi impianti industriali ed energetici, sono state conservate e valorizzate molte delle risorse paesaggistiche e culturali, sulle coste e sulle colline. Le nostre campagne, nonostante le molte “distrazioni” delle amministrazioni comunali, conservano ancora una forte identità e un peso nell’economia locale, con lo sviluppo dei prodotti agricoli tipici (DOC, DOCG, DOP), con l’agriturismo e con il supporto al turismo balneare e culturale.

Il vostro progetto di 17 pale eoliche, alte 150 metri e distribuite in tutta la pianura che va da Bandintelle a Populonia, è invece destinato a cambiare radicalmente il paesaggio rurale e l’identità stessa della Val di Cornia, riempiendola di grandi torri, peraltro dislocate in modo del tutto casuale e disarmonico. Di sicuro con il vostro progetto non si crea un “nuovo paesaggio”, come auspicato dalle linee guida del governo nazionale, ma si danneggia il paesaggio che c’è e le economie agricole e turistiche che vi sono correlate. Siamo inoltre consapevoli che di meglio non potevate fare, perché una volta sottratte le zone vincolate per motivi ambientali, quelle troppo vicine alle strade e le tante abitazioni presenti nelle zone rurali, i siti dove realizzare grandi pale eoliche sono quelli da voi scelti. Se come anche lei afferma, “nelle nostre campagne a quote basse manca il vento”, vuol dire che non ci sono condizioni ottimali per lo sviluppo di questa tecnologia. Tra le righe ciò significa che, anche per l’antropizzazione, le nostre campagne non consentono di realizzare grandi impianti eolici, mentre si prestano meglio a piccoli e diffusi impianti per l’autoproduzione e l’integrazione del reddito agricolo. Fino a qualche decennio fa per esempio, molti agricoltori usavano impianti eolici per estrarre l’acqua dai pozzi, ne esistono ancora nelle nostre campagne e di certo non producono l’impatto delle grandi pale.

Il richiamo alla sindrome NIMBY nel nostro caso è del tutto fuori luogo. Queste le ragioni.

Prima di tutto pensiamo che debbano essere rispettare le linee guida nazionali le quali prevedono che le localizzazioni dei grandi impianti eolici “dovrebbero essere volte, in via prioritaria, al recupero delle aree degradate”. Il Comune di Campiglia disporrebbe di spazi idonei. Ci riferiamo alle cave (un centinaio di ettari) che richiedono di essere recuperate  dal punto di vista produttivo e occupazionale, soprattutto quella di Monte Calvi, distante dagli abitati, il cui crinale a 600 mt di altitudine, potrebbe accogliere gli impianti così da seguire le linee paesaggistiche naturali. In ipotesi, quella di Monte Valerio potrebbe essere, se vogliamo sempre parlare di energie rinnovabili, idonea ad accogliere pannelli fotovoltaici. Come vede noi saremmo favorevoli a progetti di questo tipo. Oltre alle cave, in Val di Cornia esistono anche altre opportunità. Di recente, ad esempio, la Regione ha approvato un progetto per grandi pale eoliche all’interno delle zone industriali di Piombino a conferma che in quei territori è possibile incentivare la produzione di energia pulita senza compromettere il territorio agricolo ed il paesaggio.

Come vede le alternative ci sono. Forse, anziché perdere troppo tempo in costosi progetti e complesse valutazioni ambientali (che spesso si concludono con esiti negativi), servirebbe un po’ più di programmazione che individui preventivamente le zone idonee e non idonee. Cosa che la Regione ha già fatto per il fotovoltaico, sconfessando clamorosamente le nostre amministrazioni che avrebbero fatto costruire grandi impianti nelle nostre campagne, ovunque.  Per l’eolico esiste ancora un vuoto che è interesse di tutti colmare con urgenza.

Cordiali e sinceri saluti

Giacomo Spinelli

Consigliere Comune dei Cittadini

11 febbraio 2012

Sulla Stampa:

Pubblicato su ” Corriere Etrusco”

 

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Tags: AgricolturaEnergie rinnovabiliRassegna stampa
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