Il differenziale fra crediti e debiti è stato ridotto: la lotta alla morosità sta dando buoni frutti
Lo stato, sia economico che organizzativo, in cui si trova l’Asa, la società che gestisce la rete dell’acqua; l’attuazione dei progetti messi in campo dall’azienda; il problema dei debiti che i vari Comuni della zona vantano nei confronti della società. Questo e altro, di cui si discute molte in queste ultime settimane, sono al centro di un intervento di Fabio Baldassarri, presidente del Consiglio di garanzia.
«Asa – spiega Baldassarri – ha avuto l’approvazione di un projet financing che a partire dal 2011 alimenterà investimenti per oltre 200 milioni di euro fra risorse di Asa e finanziamenti pubblici. Al centro vi è la concessione di un mutuo a medio-lungo termine di 73,5 milioni di euro rilasciato da un pool di banche coordinato dal Monte dei Paschi Capital Services».
Baldassarri sottolinea l’importanza di questo mutuo ottenuto. «Tutti sanno – dice – come nell’attuale congiuntura economica e finanziaria, il sistema bancario sia particolarmente sobrio nel finanziare le aziende e, in particolare, aziende di questo tipo. Non è difficile capire, pertanto, quanto ampio e credibile sia stato il quadro di garanzie richiesto ad Asa dalle banche per portare a buon fine l’operazione».
E il presidente del Consiglio di garanzia riassume alcuni aspetti che sono risultati fondamentali nella trattativa durata oltre un anno. «Il differenziale fra crediti e debiti della gestione corrente – dice – è stato ridotto grazie a una incisiva lotta alla morosità che sta continuando a dare buoni frutti. Da due esercizi il saldo di bilancio di Asa è decisamente in attivo e anche Asa Trade chiude col segno più. In sede Aato – prosegue – sono intervenuti accordi con i Comuni per il pagamento dei canoni e per la compensazione fra debiti e crediti. Il Comune di Livorno e il partner Iride hanno sostenuto un consistente aumento del capitale sociale. È stata trovata l’intesa sul sovrapprezzo, dovuto al rigassificatore in costruzione a Livorno, che va gratuitamente a tutti i Comuni nella forma di un ulteriore aumento di capitale sociale. In base alla revisione del quadro di accordi societari – prosegue Baldassarri – il partner industriale si impegna a garantire le banche con le proprie azioni senza intaccare le proporzioni di capitale esistenti: 60% capitale pubblico e 40% capitale privato».
Passando poi alla questione tariffe, Baldassarri spiega che per Asa collocarsi al terzo posto in Toscana per quanto si paga l’acqua, non è un dato negativo. «Tutti gli Aato hanno aumentato le tariffe – dice – e mentre fino a tre anni fa Asa era all’ultimo posto in classifica, scalando un posto all’anno, su sei Aato oggi Asa risulta terza».
Riguardo al cosiddetto “tubone”, Baldassarri ricorda che «d’intesa col Comune di Piombino, con la realizzazione del metanodotto Galsi è stata richiesta la disponibilità del tracciato e degli impianti Snam già esistenti; l’utilizzo di questo tracciato e dei relativi impianti è dunque in fase avanzata di analisi progettuale con costi che risultano assolutamente sopportabili e in linea con i tempi del project financing».
Il Tirreno 8.7.2010
Debiti Asa: «Polemiche inutili, c’è il piano di rientro»
DURA REPLICA dei sindaci della Val di Cornia alle liste civiche d’opposizione che avevano denunciato il forte indebitamento di Asa nei confronti dei comuni. «A fronte della ormai nota e francamente penosa tecnica delle liste civiche di minoranza di raccontare le cose a metà per poter attaccare ad ogni costo le amministrazioni, ci pare utile fare ulteriore chiarezza — spiega Giampaolo Pioli a nome dei sindaci — i cinque comuni della Val di Cornia, così come tutti i comuni dell’ambito gestito da Asa, riceveranno le somme a loro dovute secondo un piano di rientro così concordato: il 10% entro i primi 10 giorni del corrente mese di luglio, il16% nel dicembre 2010, il 22% nel marzo 2011 e il restante 52% nel giugno 2011.
I sindaci hanno ritenuto necessario accordare all’azienda questa dilazione di pagamento – nonostante il precedente accordo che prevedeva il pagamento in un’unica soluzione entro il giugno 2010 – perché serviva per perfezionare il piano di finanziamento bancario ad Asa. Il finanziamento, che non serve affatto ad ‘evitare il fallimento’, ma a lanciare, con una forte concentrazione degli interventi entro il 2015, investimenti per 210 milioni di euro, quanto mai necessari al nostro «sistema acqua».
IL 27 GIUGNO le liste affermavano che le banche nonostante i sacrifici dei comuni non avevano concesso il finanziamento ad Asa. Falso, perché l’accordo era stato firmato il 18. Dicevano che ‘i sindaci tacciono sull’entità del debito di Asa’.
«Falso, visto che questo debito è cifra di pubblico dominio, inclusa nei bilanci. E si potrebbe continuare così».
La Nazione 6.7.2010
Asa, primi pagamenti del debito
I sindaci: dilazionamento per facilitare i finanziamenti
«Sul pagamento da parte dell’Asa ai Comuni dei canoni pregressi i cinque Comuni della Val di Cornia riceveranno le somme dovute secondo un piano di rientro concordato». Così spiega una nota firmata dai sindaci della Val di Cornia. Nel dettaglio verrà pagato il 10% entro i primi 10 giorni di luglio, il 16% nel dicembre 2010, il 22% nel marzo 2011 e il restante 52% nel giugno 2011.
I sindaci hanno ritenuto necessario «accordare all’azienda questa dilazione di pagamento – nonostante il precedente accordo prevedesse il pagamento in un’unica soluzione entro il giugno 2010 – perché serviva per perfezionare il piano di finanziamento bancario all’Asa. Il finanziamento, che non serve affatto a “evitare il fallimento” – dicono i sindaci in risposta alle liste civiche di Piombino, Campiglia e Suvereto – ma a lanciare, con una forte concentrazione degli interventi entro il 2015, investimenti per 210 milioni di euro, quanto mai necessari al “sistema acqua”, oltre a ristrutturare il debito finanziario esistente, rappresenta anche una leva economica di grande importanza per il territorio e l’occupazione».
I sindaci accusano le liste civiche per «aver affermato il 27 giugno che le banche nonostante i sacrifici dei comuni non avevano concesso il finanziamento all’Asa. Falso, perché l’accordo era stato firmato il 18. Dicevano che “i sindaci tacciono sull’entità del debito di Asa verso i comuni”. Falso, visto che questo debito è cifra di pubblico dominio, inclusa nei bilanci». I sindaci concludono sostenendo che aver accettato una forma dilazionata in un anno, inclusi gli interessi, «consente di aprire una prospettiva di investimenti, di modernizzare gli impianti e di dare all’economia del territorio una boccata d’ossigeno».
Il Tirreno 6.7.2010