Nel polo siderurgico piombinese nei primi otto mesi di quest’anno sono state autorizzate 2milioni 559mila 388 ore di cassa integrazione contro le 424mila 373 dello stesso periodo del 2011. Un incremento di oltre il 300%, un dato a dir poco drammatico, rilevato dal Centro studi e ricerche della Camera di commercio di Livorno. «Alla fine d’agosto – spiegano i rilevatori – il monte ore cig è tornato ai livelli del 2009 e si tratta di una componente più pesante del manifatturiero sotto il profilo degli ammortizzatori sociali, senza contare che, ad oggi, le problematiche del settore sembrano lontane dall’essere risolte». Tradotto in parole semplici, significa che le previsioni sono nere anche per i prossimi mesi e per l’intero comparto manifatturiero locale e livornese. Secondo i dati rilevati dal Centro studi e ricerche l’andamento degli ordinativi interni (-11,4%) non consente di coltivare speranze di ripresa a breve.
Questo perché il solo effetto positivo indotto dal buon andamento del commercio estero non è evidentemente sufficiente a garantire livelli produttivi ottimali per una gestione efficace ed efficiente di strutture e addetti. Il crollo della produzione, output, si combina col trend al ribasso dei prezzi di listino provocando una contrazione del fatturato pari al -11,6% rispetto allo stesso periodo 2011. Secondo il recente studio «le industrie sono evidentemente di nuovo costrette a rinunciare a parte dei propri margini per garantire un livello di utilizzo degli impianti che non sia antieconomico e salvaguardare importanti quote di mercato estero in attesa della ripresa anche del mercato interno». Le grandi imprese presentano un quadro in profondo rosso: si registra un calo della produzione (-2,5%), del fatturato (-15,6%) e dei prezzi di listino (-2,2%), tutto accompagnato ad una variazione negativa a due cifre anche degli ordinativi interni (-17,1%). Ed il sostanziale buon andamento del portafoglio estero non riesce a scongiurare un calo degli addetti pari a -0,7%. Per quanto riguarda poi la grande industria, gli apparati produttivi sono utilizzati per neanche il 70% delle loro capacità. (k.g.)
Il Tirreno 21.10.2012