Si avvicinano le elezioni e iniziamo le “campagne d’ascolto”. A San Vincenzo il PD ha addirittura affidato ad una società (la Sociolab che ha avuto analoghi incarichi anche dal Comune) di sviluppare un “percorso partecipativo”. Non sono più capaci di ascoltare e pagano chi lo fa di mestiere. Viene poi da chiedersi con quale coraggio affrontano le “campagne d’ascolto” dopo aver clamorosamente ignorato gli esiti di referendum popolari come quello sul finanziamento pubblico ai partiti o per la gestione pubblica dell’acqua, senza considerare, anche localmente, i programmi elettorali disattesi.
Siccome i partiti ricevono cospicui finanziamenti pubblici (tra rimborsi elettorali e sproporzionate indennità di carica di consiglieri regionali e parlamentari che in parte finiscono nelle casse dei partiti) potremmo concludere che i cittadini pagano per essere consultati e contemporaneamente ignorati.
Se avessero rispetto dei cittadini prima delle “campagne d’ascolto” dovrebbero promuovere “campagne d’informazione” per far conoscere la verità su ciò che accade nelle loro amministrazioni, a partire dai bilanci.
Dovrebbero dire di quanto è cresciuto negli anni il prelievo fiscale con IMU, IRPEF e tributi comunali e se il federalismo fiscale (che doveva ridistribuire le entrate dal centro verso la periferia senza aumentarle) ha funzionato o se, al contrario, siamo di fronte ad un gigantesco aumento dei prelievi dello Stato centrale, delle regioni e degli enti locali. Recenti studi dicono che negli ultimi 12 anni le addizionali IRPEF regionali e comunali sono cresciute del 573%. Dati che trovano conferma anche localmente se è vero che nel solo 2013 a Campiglia l’IRPEF aumenterà del 110%, come aumenterà la tassa di soggiorno del 140%.
Dovrebbero poi dire se le tasse locali pagate dai cittadini si sono trasformate in nuovi servizi e nuovi investimenti o se, come risulta dai bilanci, a crescere è solo la spesa corrente che serve a mantenere una burocrazia il cui principale risultato spesso è quello di rendere più difficile la vita ai cittadini e alle imprese che hanno bisogno della pubblica amministrazione.
Ma anche questi dati sono parziali. I nostri amministratori sono responsabili anche di servizi essenziali come l’acqua e i rifiuti.
Spieghino ai propri cittadini, prima delle elezioni, il perché una società come l’ASA (60% pubblica e 40% privata) nata per ottimizzare la gestione degli acquedotti, ha potuto raddoppiare in 10 anni la tariffa mentre è dilagata la percezione di un progressivo peggioramento del servizio.
Spieghino perché l’ASIU, che aumenta annualmente le tariffe dei rifiuti, ha una percentuale di raccolta differenziata del 37% mentre le leggi imponevano il 65% entro il 2012.
Senza verità la sfiducia dei cittadini verso i partiti è destinata a crescere. Non è solo questione di lealtà. Senza verità non ci sarà neppure l’impegno per affrontare i problemi e ridurre l’insostenibile pressione tributaria e tariffaria che oggi grava sulle famiglie e sulle imprese italiane.
Ci sbaglieremo, ma dalle prime avvisaglie non ci pare che chi ha governato, e ha la maggiore responsabilità dell’accaduto, abbia questo coraggio.
22 luglio 2013
Comune dei Cittadini
Sulla stampa:
«Costose campagne di ascolto?
Il Pd spieghi piuttosto i suoi disastri»
«NON SONO più capaci di ascoltare e pagano chi lo fa di mestiere. Viene poi da chiedersi con quale coraggio affrontano le campagne d’ascolto dopo aver clamorosamente ignorato gli esiti di referendum popolari come quello sul finanziamento pubblico ai partiti o per la gestione pubblica dell’acqua, senza considerare, anche localmente, i programmi elettorali disattesi». Proprio non ci stanno quelli del Comune di Cittadini ed attaccano il Pd che ha di fatto iniziato la propria campagna elettore per il rinnovo dei sindaci affidandosi ad una agenzia privata per definire un cosiddetto «percorso partecipativo» (è già successo a San Vincenzo).
ALTRO che campagne d’ascolto. Secondo il gruppo di opposizione il Pd dovrebbe proporre campagne di informazione. «Dovrebbero dire — sostengono al Comune dei Cittadini — di quanto è cresciuto negli anni il prelievo fiscale con Imu, Irpef, tributi comunali e se il federalismo fiscale, che doveva ridistribuire le entrate dal centro verso la periferia senza aumentarle, ha funzionato o se, al contrario, siamo di fronte ad un gigantesco aumento dei prelievi dello Stato centrale, delle Regioni e degli enti locali. Recenti studi dicono che negli ultimi 12 anni le addizionali Iepef regionali e comunali sono cresciute del 573%. Dati che trovano conferma anche localmente se è vero che nel solo 2013 a Campiglia l’Irpef aumenterà del 110%, come aumenterà la tassa di soggiorno del 140%». Col risultato, per il «Cdc», di non migliorare i servizi e di far crescere la spesa corrente alimentando una burocrazia che rende più difficile la vita quotidiana di cittadini e imprese.
«SPIEGHINO ai propri cittadini, prima delle elezioni, il perché — insiste il gruppo consiliare di minoranza — una società come l’Asa (60 per cento pubblica e 40 per cento privata) nata per ottimizzare la gestione degli acquedotti, ha potuto raddoppiare in dieci anni la tariffa mentre è dilagata la percezione di un progressivo peggioramento del servizio. Spieghino perché l’Asiu, che aumenta annualmente le tariffe dei rifiuti, ha una percentuale di raccolta differenziata del 37 pr cento mentre le leggi imponevano il 65 per cento entro il 2012. Senza verità non ci sarà neppure l’impegno per affrontare i problemi e ridurre l’insostenibile pressione tributaria e tariffaria che oggi grava sulle famiglie e sulle imprese italiane».
La Nazione 23.07.2013
«Serve verità, non campagne d’ascolto»
Si avvicinano le elezioni e iniziamo le “campagne d’ascolto”», la lista civica campigliese Comune dei cittadini lancia così un nuovo attacco alle amministrazione comunali della zona e soprattutto al Pd. A dare il via alla polemica è la decisione del Pd di San Vincenzo di affidare a una società specializzata (la Sociolab che ha avuto analoghi incarichi anche dal Comune) lo sviluppo di un “percorso partecipativo” per formare il futuro programma di governo. «Non sono più capaci di ascoltare e pagano chi lo fa di mestiere – dice la nota della lista di sinistra guidata da Massimo Zucconi – Viene poi da chiedersi con quale coraggio affrontano le “campagne d’ascolto” dopo aver clamorosamente ignorato gli esiti di referendum popolari, o i programmi elettorali disattesi. Siccome i partiti ricevono cospicui finanziamenti pubblici, tra rimborsi elettorali e sproporzionate indennità di carica di consiglieri regionali e parlamentari che in parte finiscono nelle casse dei partiti – si legge ancora – potremmo concludere che i cittadini pagano per essere consultati e contemporaneamente ignorati.
Se avessero rispetto dei cittadini prima delle “campagne d’ascolto” dovrebberopromuovere “campagne d’informazione” per far conoscere la verità su ciò che accade nelle loro amministrazioni, a partire dai bilanci». «Dovrebbero poi dire – prosegue la nota – se le tasse locali pagate dai cittadini si sono trasformate in nuovi servizi e nuovi investimenti o se, come risulta dai bilanci, a crescere è solo la spesa corrente che serve a mantenere una burocrazia il cui principale risultato spesso è quello di rendere più difficile la vita ai cittadini e alle imprese.
I nostri amministratori sono responsabili anche di servizi essenziali come l’acqua e i rifiuti. Spieghino ai propri cittadini, prima delle elezioni – prosegue la nota – perché una società come l’Asa (60% pubblica e 40% privata) nata per ottimizzare la gestione degli acquedotti, ha potuto raddoppiare in 10 anni la tariffa mentre è dilagata la percezione di un progressivo peggioramento del servizio. Spieghino perché l’Asiu, che aumenta annualmente le tariffe dei rifiuti, ha una percentuale di raccolta differenziata del 37% mentre le leggi imponevano il 65% entro il 2012. Senza verità – conclude il Cdc – la sfiducia dei cittadini verso i partiti è destinata a crescere. Non è solo questione di lealtà. Senza verità non ci sarà neppure l’impegno per affrontare i problemi e ridurre l’insostenibile pressione tributaria e tariffaria che oggi grava sulle famiglie e sulle imprese italiane».
Il Tirreno 23.07.2013