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CDC, sulle Cave: Benedettini contraddice il piano Urbanistico approvato

Settembre 4, 2013
In Economia & Lavoro, Territorio & Ambiente
1
La Sindaca difende il suo operato ma smentisce anni di pianificazione

La risposta di Benedettini a Maida Landi, consigliere provinciale del PdL, esprime benissimo la posizione del nostro Comune sulle cave: ci sono, ci sono sempre state e ce le terremo. Per sostenerlo scomoda anche gli etruschi, omettendo di dire però che le loro erano miniere e non cave.

Poco importa se, come ricorda lo stesso Benedettini, il piano urbanistico che lui stesso dovrebbe attuare ha previsto la chiusura della cava di Monte Calvi al 2018 e quella di Monte Valerio (SALES) al 2020. Poco importa se nelle nostre colline è stato realizzato un parco minerario d’interesse europeo (solo in parte valorizzato) che attrae migliaia di visitatori. Poco importa se i ripristini ambientali non sono avvenuti contestualmente alle escavazioni, come disposto dai piani di coltivazioni originariamente approvati dal Comune, lasciando per decenni giganteschi fronti di cava visibili da decine di chilometri. Poco importa se, per favorire il massimo sfruttamento della cava di Monte Calvi, sono state approvate varianti che hanno raddoppiato le escavazioni e accentuato le pendenze dei gradoni rendendo più difficile l’attecchimento della vegetazione. Poco importa se, anche per queste negligenze, oggi abbiamo gravi impatti  ambientali che non favoriscono lo sviluppo del turismo e aumentano i rischi idrogeologici, in collina e in pianura.

Per rendere ancora più chiaro il proprio pensiero aggiunge che lui sta “dalla parte di chi intende salvaguardare il posto di lavoro finchè non si trovano soluzioni alternative”. Peccato che Benedettini e la Giunta di cui fa parte non abbiano fino ad oggi fatto nulla di nulla per favorire le soluzioni alternative di cui parla, quelle necessarie a creare nuove attività e nuovi posti di lavoro. A pochi anni dalla scadenza delle concessioni non esiste nessuna ipotesi di riconversione delle cave e  nessun progetto per il patrimonio culturale ancora da valorizzare. Non esiste neppure una seria valutazione del rapporto tra cave e fabbisogni effettivi del territorio (che probabilmente andranno garantiti nel tempo) a partire da quelli del calcare destinato all’industria siderurgica di Piombino. Oggi si scava per il mercato, senza vincoli di destinazione. Per Benedettini tutte le occasioni sono buone, compreso l’annunciato ampliamento del porto di Piombino. Poco importa se per contenere le escavazioni dalle colline e favorire il recupero dei rifiuti industriali è stato costruito con soldi pubblici l’impianto TAP  che, a detta della società ASIU, è oggi in condizione di fornire i materiali necessari per le opere portuali.

La Giunta attende la scadenza delle concessioni per constatare che, non essendo stato fatto nulla, altro non resta che rinnovarle per molti anni ancora.

Anche noi vogliamo la difesa dei posti di lavoro, degli occupati nelle cave come di coloro che operano in altri settori della nostra economia, turismo compreso. La differenza sostanziale è che noi vorremmo un maggiore impegno dell’amministrazione per orientare il futuro coniugando lavoro, ambiente e interessi generali. Per Benedettini e la maggioranza a decidere il “destino” delle nostre colline saranno invece solo le imprese estrattive.

Comune dei Cittadini

Sulla stampa:

«Cave: ok il lavoro, ma il resto?»

«L’assessore Benedettini dimentica gli irreversibili danni ambientali»
CONTINUA a far discutere la questione delle cave. Questa volta non è piaciuta alla lista civica Comune dei cittadini, la risposta data dall’assessore Gianfranco Benedettini al consigliere provinciale Pdl, Maida Landi. «Benedettini nel replicare esprime benissimo la posizione del nostro Comune sulle cave: ci sono, ci sono sempre state e ce le terremo. Per sostenerlo scomoda anche gli etruschi, omettendo di dire però che le loro erano miniere e non cave — incalza “Comune dei cittadini” — poco importa se, come ricorda lo stesso Benedettini, il piano urbanistico che lui stesso dovrebbe attuare ha previsto la chiusura della cava di Monte Calvi al 2018 e quella di Monte Valerio (Sales) al 2020».
«POCO IMPORTA — aggiunte la lista civica — se nelle nostre colline è stato realizzato un parco minerario d’interesse europeo (solo in parte valorizzato) che attrae migliaia di visitatori. Poco importa se i ripristini ambientali non sono avvenuti contestualmente alle escavazioni, come disposto dai piani di coltivazioni originariamente approvati dal Comune, lasciando per decenni giganteschi fronti di cava visibili da decine di chilometri. Poco importa se, per favorire il massimo sfruttamento della cava di Monte Calvi, sono state approvate varianti che hanno raddoppiato le escavazioni e accentuato le pendenze dei gradoni rendendo più difficile l’attecchimento della vegetazione. Poco importa se, anche per queste negligenze, oggi abbiamo gravi impattiambientali che non favoriscono lo sviluppo del turismo e aumentano i rischi idrogeologici, in collina e in pianura».
POI LA LISTA affronta la questione lavoro. «Per rendere ancora più chiaro il proprio pensiero aggiunge che lui sta “dalla parte di chi intende salvaguardare il posto di lavoro finchè non si trovano soluzioni alternative”. Peccato che Benedettini e la Giunta di cui fa parte — continua CdC — non abbiano fino ad oggi fatto nulla di nulla per favorire le soluzioni alternative di cui parla, quelle necessarie a creare nuove attività e nuovi posti di lavoro. A pochi anni dalla scadenza delle concessioni non esiste nessuna ipotesi di riconversione delle cave e nessun progetto per il patrimonio culturale ancora da valorizzare. Oggi si scava per il mercato, senza vincoli di destinazione. Per Benedettini tutte le occasioni sono buone, compreso l’annunciato ampliamento del porto di Piombino».
«POCO IMPORTA — è la conclusioone — se per contenere le escavazioni dalle colline e favorire il recupero dei rifiuti industriali è stato costruito con soldi pubblici l’impianto Tap che, a detta dell’Asiu, è oggi in condizione di fornire i materiali necessari per le opere portuali. La giunta attende la scadenza delle concessioni per constatare che, non essendo stato fatto nulla, altro non resta che rinnovarle per molti anni ancora. Anche noi vogliamo la difesa dei posti di lavoro, degli occupati nelle cave come di coloro che operano in altri settori della nostra economia, turismo compreso. Per Benedettini e la maggioranza a decidere il “destino” delle nostre colline saranno invece solo le imprese estrattive».
La Nazione 04.09.2013
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Tags: CaveComunicatiRassegna stampa
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Commenti 1

  1. Gianfranco Benedettini says:
    9 anni Fa

    Il Comune dei Cittadini enuncia una serie di “poco importa” che comprende tutto il dibattito di questi anni. Troppa roba, per un comune mortale! Vi invidio per come riuscite a buttar dentro tutto quando basterebbe leggere meglio quel che si scrive. Alla consigliera Maida Landi chiedevo di affrettare i suoi colleghi provinciale perchè venisse redatto il piano delle cave e miniere che è cosa loro. Mi premeva pure che dicesse finalmente che cosa pensa lei circa l’alternativa al lavoro di cava e, già che ci sono, continuo a chiederlo anche a voi ma non ottengo mai una proposta. Solo quei “poco importa”. Miniere o cave, le coltivazioni vanno avanti dal tempo degli etruschi, ci sono state delle pause ma la sostanza non cambia. Quindi, migliaia di lavoratori e decine di imprese vi hanno trovato lavoro. Di volta in volta, il “destino delle cave” è stato quello. Nemmeno cinico e nemmeno baro. Il loro “destino” si fermerà al 2018 e al 2020. Più chiaro di così! Per tutto il resto compreso nel “poco importa”, che a me “molto importa”, vedremo. La situazione intorno a noi è drammatica, migliaia di lavoratori rischiano grosso e voi continuate a confondervi con problemi sui quali si conosce ogni dato. La “vita”, per ora, è lì per chi ci lavora; i “miracoli” non li sappiamo fare ma tentiamo di allontanare la “morte”. Se riusciste a superare le vostre chiusure dentro i “poco importa” e ci presentaste qualche proposta seria e percorribile, sarebbe un gran bel fatto. Continuo a sperare ma troppo spesso mi fate disperare. Temo anche ora.

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