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«Cevalco, liquidazione costosa voluta solo per aggirare la legge»

Ottobre 5, 2009
In Servizi Pubblici
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FIERA: costerà al cittadino 279.000 euro annui fino al 2023 – Comunicato

All’attacco il capogruppo della lista civica Massimo Zucconi – La Nazione 5.10.2009

MASSIMO ZUCCONI, capogruppo della lista Comune dei Cittadini, interviene sulla vicenda Cevalco criticando l’operazione e annunciando che «non esiste il presupposto giuridico su cui il comune ha deciso la liquidazione». «Come ammette il sindaco, la liquidazione della Cevalco è stata disposta per aggirare leggi che impongono ai Comuni di fare gare per l’affidamento di servizi pubblici nei settori economici di libera concorrenza, con la sola eccezione, da motivare, di affidamenti a favore di società in toto pubbliche. Siccome la Cevalco è una società pubblico-privato, il Comune prima ha tentato di acquistare le azioni dei soci privati (90mila euro già spesi), poi, non riuscendovi, ha deciso di metterla in liquidazione e affidare la gestione della fiera alla sola società di cui è unico azionista: quella della farmacia comunale, ribattezzata per l’occasione Sefi. A parere dell’Autorità Garante per la Concorrenza, interpellata sul caso, i servizi fieristici non sono riconducibili a quelli di rilevanza economica di cui alla legge 133/2008. Per il Garante il presupposto giuridico su cui il Comune ha deciso la liquidazione di Cevalco non sussiste. Nonostante ciò il Comune ha deciso di affidare la gestione della fiera alla Sefi per i prossimi 41 anni, impegnando nell’operazione ingenti risorse. Prima di tutto per acquistare, in realtà riacquistare, parte di immobili della fiera. Oltre cinque milioni di euro che il Comune ha dovuto sostenere dopo che per decenni, ripianando le perdite della Cevalco, ne aveva già pagato gli ammortamenti. A ciò si aggiungono le somme per l’acquisto delle azioni dei privati, per liquidare la società e per acquistare gli immobili ancora Cevalco, tra cui la palazzina uffici».
Così tante risorse sottratte ai bilanci del Comune per fare cosa?
«Per chiudere definitivamente, e male, il rapporto tra pubblico e privato in una società nata per favorire la collaborazione tra imprese ed enti locali in attività espositive. Per avere una società del solo Comune di Campiglia. Per dar vita ad una società con missioni confuse (fiera e farmacia) e con prospettive economiche molto incerte».
C’erano altre soluzioni?
«Dalla gara pubblica alla fusione della Cevalco con altre società sovracomunali con missioni affini come la società Parchi. Ma ha prevalso la preoccupazione di mantenere il controllo politico sulla gestione di una struttura nata, con molti soldi pubblici, per promuovere l’economia della Toscana meridionale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti».

«Fiera, no alla Sefi» Il Tirreno 6.10.2009

«Dalla Cevalco alla Sefi: cambiare tutto per non cambiare nulla, anzi peggiorare», questo il tranciante giudizio che Massimo Zucconi di Comune dei cittadini dà dell’operazione condotta dall’amministrazione comunale per arrivare alla liquidazione della Cevalco, la società partecipata che gestiva il complesso fieristico venturinese.  «Il Comune – dice Zucconi – prima ha tentato di acquistare le azioni dei soci privati (90.000 euro già spesi), poi, non riuscendovi, ha deciso di metterla in liquidazione e di affidare la gestione della fiera all’unica società di cui è unico azionista: la società dell’unica farmacia comunale, ribattezzata per l’occasione Sefi. A parere dell’Autorità garante per la concorrenza, interpellata sul caso – prosegue Zucconi – i servizi fieristici non sono riconducibili a quelli di rilevanza economica, quindi il presupposto giuridico su cui il Comune ha deciso la liquidazione della Cevalco non sussiste. Nonostante ciò il Comune ha deciso di affidare la gestione della Fiera alla Sefi per i prossimi 41 anni, impegnando nell’operazione ingenti risorse. Oltre cinque milioni di euro che il Comune ha dovuto sostenere dopo che per decenni, ripianando le perdite della Cevalco, ne aveva già pagato gli ammortamenti».  E tutto questo, afferma Zucconi, «per avere una società del solo Comune di Campiglia, con una gestione di piccolo cabotaggio, forse ancora più angusta di quella a cui ci aveva abituato la Cevalco. C’erano altre soluzioni – conclude Zucconi – dalla gara pubblica alla fusione della Cevalco con altre società sovracomunali con missioni affini come la società Parchi. Ha prevalso la preoccupazione di mantenere il controllo politico sulla gestione di una struttura nata, con molti soldi pubblici, per il sostegno e la promozione dell’economia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti».

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Tags: Rassegna stampa
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