Se a Campiglia i fronti delle cave di Monte Calvi e di Monte Valerio sono desolate pareti rocciose lo si deve al fatto che sono stati disattesi i piani di coltivazione approvati dal Comune 11 anni fa. In quei piani era previsto che le escavazioni dovessero avvenire per gradoni discendenti, dall’alto verso il basso, rinverdendo i gradoni più alti man mano che si passava alla coltivazione di quelli più bassi. Erano previste precise fasi, tempi, volumi scavabili e modalità per i ripristini paesaggistici. Se quei piani fossero stati rispettati, le cave non apparirebbero come devastanti ferite che degradano il paesaggio e danneggiano il turismo di Campiglia e dell’intera Val di Cornia.
Questa realtà è documentata dai rapporti che annualmente vengono illustrati al Consiglio Comunale dal collegio di controllo delle attività estrattive: un organo tecnico di cui, da anni, si è dotato il Comune.
Nella cava di Monte Calvi al 31.12.2010 risultavano scavati 4 milioni di metri cubi degli 8,5 milioni autorizzati. Con quelle quantità, secondo il piano approvato, doveva essere conclusa la coltivazione e il ripristino paesaggistico della prima e della seconda fase (quelle più alte) e ci si doveva trovare nella fase tre (più bassa). Dai dati del collegio risulta invece che a giugno del 2011 non è stata ancora conclusa la coltivazione della seconda fase, rispetto alle cinque previste. Un dato che evidenzia come nel corso degli anni si è scavato in altre zone della cava, più basse, lasciando senza ripristini le zone alte. Un modo di procedere che ha aggravato pesantemente gli impatti sul paesaggio. Il collegio, infine, ha informato il Consiglio che ad ottobre del 2011, per “mettere ordine”, è stata autorizzata una variante con la quale le fasi di coltivazione e ripristino sono state posticipate: quelle del 2004 al 2011, quelle del 2009 al 2013 e così via fino al 2018. In sostanza si adegua il piano a quello che è accaduto in cava.
Nella cava di Monte Valerio (Sales) la situazione non è diversa. Al 31.12.2011 risultavano scavati 3 milioni di metri cubi degli 8,3 milioni autorizzati. Secondo il piano approvato nel 2000, con quei volumi la cava doveva essere al termine della terza fase di coltivazione e dovevano essere completate le fasi uno e due (quelle più alte) con relativi ripristini. Il collegio di controllo segnala invece che a dicembre del 2011 non si è ancora conclusa l’escavazione della prima fase e si sta lavorando al completamento della seconda, rispetto alle sei previste. Conti alla mano, risulta che in questi anni oltre un milione di metri cubi sono stati scavati in zone diverse da quelle previste dal piano originario, ritardando così i ripristini sul crinale di Monte Valerio. E’ per queste ragioni che sui 60 ettari della cava i ripristini paesaggistici sono poche centinaia di metri: di fatto inesistenti.
Emerge dunque una realtà nella quale l’amministrazione sembra essere stata più sensibile ad assecondare le esigenze delle imprese estrattive che a garantire che procedessero di pari passo le escavazioni e i ripristini paesaggistici. Cosa che sarebbe stata possibile rispettando i piani approvati e le leggi.
L’argomento, sollevato dal Comune dei Cittadini nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, sembra aver irritato il Sindaco che ha minacciato di non rispettare l’ordine del giorno votato all’unanimità con il quale si chiedeva l’urgente avvio di una discussione sulla riconversione delle attività estrattive e dell’occupazione.
Ci spiace per l’irritazione, ma ci preme informare i cittadini che, dall’opposizione, continueremo a chiedere al Sindaco il rispetto dei piani approvati e l’avvio di una seria e concreta discussione sul futuro dei lavoratori di questo settore.
2 febbraio 2012
Comune dei Cittadini
Sulla Stampa:
Comune dei Cittadini ;«Cave, piani disattesi»
«Sono stati disattesi i piani di coltivazione approvati dal comune 11 anni fa». A sostenerlo è la lista Comune dei Cittadini riferendosi alle cave di Monte Calvi e di Monte Valerio. «In quei piani erano previste precise fasi. Questa realtà è documentata dai rapporti che vengono illustrati al Consiglio Comunale dal collegio di controllo delle attività estrattive. Nella cava di Monte Calvi al 31.12.2010 risultavano scavati 4 milioni di mc degli 8,5 milioni autorizzati.
Secondo il piano doveva essere conclusa la coltivazione e il ripristino della prima e della seconda fase. Dai dati del collegio risulta invece che a giugno 2011 non è stata ancora conclusa la coltivazione della seconda fase. Nella cava di Monte Valerio (Sales) la situazione non è diversa. Al 31.12.2011 risultavano scavati 3 milioni di mc degli 8,3 milioni autorizzati. Secondo il piano la cava doveva essere al termine della terza fase. Ma a dicembre 2011 non si è ancora conclusa l’escavazione della prima fase e si sta lavorando al completamento della seconda. L’amministrazione sembra essere stata più sensibile ad assecondare le esigenze delle imprese estrattive che a garantire che procedessero di pari passo le escavazioni e i ripristini paesaggistici».
La Nazione 02.02.2012
Cave, le opposizioni all’attacco: disattesi i piani di coltivazione
Netta diversità di vedute tra maggioranza ed opposizione sulla valutazione delle attività estrattive e soprattutto su quella di ripristino. Nel corso del consiglio comunale il collegio delle attività estrattive, ente che coadiuva il Comune nel controllo, nella verifica della coltivazione di cava e del ripristino ambientale, ha presentato il suo rapporto.
Questa la situazione.
Cava di Monte Calvi. La quantità complessiva da estrarre dal 2002 al 2018 è di 8.507.000 mc. La duplice attività di estrazione-ripristino avrebbe rispettato i tempi fino al 2008, ma dal 2009 una variante al piano di coltivazione si è resa necessaria a causa dell’ammontare delle quantità di materiali di scarto.
Cava di Monte Valerio. 8.380.000 mc è il volume da estrarre in venti anni (l’autorizzazione alla coltivazione è del 2000). Il dato parziale alla fine del 2011 è di 2.965.000 mc estratti. E’ cominciata la fase due del progetto, anche se manca da completare la prima fase.
Miniera di “Botro ai Marmi”. L’estrazione ha interessato la zona orientale dove il ripristino sarebbe a buon punto.
Miniera “Montorsi” (Sales). La coltivazione avanza tra le quote 170 e 190 m s.l.m., il ripristino è stato effettuato sopra i 230 m. Sulle scarpate, già rimodellate, il ripristino non sarebbe ancora completo. Le concessioni per le miniere scadranno alla fine del 2012.
Il rapporto, che non doveva essere sottoposto a una votazione del Consiglio comunale, ha comunque suscitato forti reazioni nelle opposizioni, Comune dei Cittadini e Pdl. In particolare, per la lista civica «non basta che ci sia raccontato cosa è successo in questi 11 anni. Chiediamo che sia detto cosa prevedevano i progetti approvati nel 2000 e quanto la realtà si discosti da quelle previsioni. Se a Campiglia i fronti delle cave di Monte Calvi e di Monte Valerio sono desolate pareti rocciose lo si deve al fatto che sono stati disattesi i piani di coltivazione approvati dal Comune 11 anni fa. In quei piani era previsto che le escavazioni dovessero avvenire per gradoni discendenti, dall’alto verso il basso, rinverdendo i gradoni più alti man mano che si passava alla coltivazione di quelli più bassi. Erano previste precise fasi, tempi, volumi scavabili e modalità per i ripristini paesaggistici». Secondo Comune dei Cittadini, in entrambe le cave, Monte Calvi e Monte Valerio, alla luce dei metri cubi scavati, lo stato dei lavori doveva corrispondere alla fase tre e dovevano essere già concluse la coltivazione ed il ripristino paesaggistico della prima e della seconda fase. La prova di questo sfasamento sarebbe nella variante approvata a fine 2011, «con la quale le fasi di coltivazione e ripristino sono state posticipate: quelle del 2004 al 2011, quelle del 2009 al 2013 e così via fino al 2018. In sostanza si adegua il piano a quello che è accaduto in cava». La conclusione della lista civica è che «l’amministrazione sembra essere stata più sensibile ad assecondare le esigenze delle imprese estrattive che a garantire che procedessero di pari passo le escavazioni e i ripristini paesaggistici».
La reazione delle opposizioni avrebbe suscitato le ire del sindaco, che secondo la lista civica avrebbe minacciato di non permettere più discussioni in consiglio sulle attività estrattive. «Tutto falso – dichiara Rossana Soffritti – quello che è vergognoso è il modo in cui è stata effettuata questa discussione. Il tono della lista civica è poco adatto al dibattito politico, figurarsi nel confronto con dei tecnici, che ovviamente si sono risentiti per l’uso di parole pesanti e inaudite come collusione. Si fanno i dibattiti in consiglio comunale, non si mettono in scena spettacoli indecorosi come l’ultimo che certamente non permetterò più».
Francesco Rossi – Il Tirreno 02.02.2012