«L’Asa continua a mettere il profitto in bolletta nonostante il refendum votato da 26milioni di italiani dicesse esattamente il contrario». Lo ricorda il Comitato acqua pubblica Val di Cornia invitando quanti hanno aderito a proseguire nella protesta civile. Nonostante i solleciti di pagamento inviati dall’Asa ai propri utenti e che proprio in questi giorni stanno arrivando nelle case di quanti hanno firmato il ricorso promosso dal comitato. Si tratta delle istanze di rimborso dell’importo corrispondente alla remunerazione del capitale investito. «In pratica – spiegano al Comitato acqua pubblica – è la risposta alla campagna di obbedienza civile per l’attuazione del referendum promossa prima dell’estate.
In questa lettera, del servizio commerciale Asa servizi ambiemìntali, un po’ piccolo e in stretto stile amministrativo – sottolineano – si ammette che c’è una quota di tariffa soggetta a referendum, e quindi da non pagare, ma che però questa quota non può essere conteggiata dal cittadino perché l’unico soggetto competente resta l’ente gestore, cioè lo stesso Ato». Quindi? «In pratica si dice – confermano al Comitato acqua pubblica Val di Cornia – che si continuerà ad applicare la tariffa per intero sulla base delle decisioni, o meglio delle non decisioni, dell’Ato. Dicono di rivolgersi ad Ato o al Servizoio attività idrica della Toscana ancora in fase di costituzione. In pratica all’Asa se ne lavano le mani».
L’obiettivo del comitato, adesso, è prima di tutto tranquillizzare i cittadini. «Chi riceve la lettera è invitato a proseguire secondo quanto deciso dalla campagna messa in piedi e cioè – ricordano – togliere la domiciliazione alle banche, che pagano in automatico. E quando arriva ala prossima bollestta Asa di pagare sempre con bollettino in bianco da prenedere alla posta calcolando una riduzione del 9,51% della tariffa richiesta. Importante che tutti sappiano che stiamo contattando i nostri legali per fare ulteriore ricorso e quindi dare una risposra formale all’azienda per continuare sotto altre forme questa campagna di “obbedienza civile”».
Cecilia Cecchi
Il Tirreno 21.10.2012