Così può essere definita la tassa di soggiorno a Campiglia. Mancano infatti i presupposti, si è scelto il momento peggiore e non è certo che le risorse aggiuntive andranno al turismo.
Campiglia si sta affacciando al turismo con infinite contraddizioni. C’è il parco di San Silvestro, ma ci sono anche le cave che ne riducono il potenziale. Ci sono le terme, ma intorno, invece dei servizi, sorgono anonime lottizzazioni edilizie. Chi arriva alla stazione non trova informazioni e collegamenti turistici per i paesi, i parchi e le terme. Il centro storico vive solo pochi mesi estivi con i non residenti che vi hanno comprato casa. Nelle campagne sono sorti agriturismi, ma anche invasivi impianti industriali e distese di pannelli solari. In generale si può dire che Campiglia è ancora un Comune che non vive e non valorizza il turismo. Cosa che sarebbe possibile, senza costi e con indubbi vantaggi, evitando di fare scelte sbagliate che lo penalizzano.
Che il momento sia in assoluto il peggiore non è difficile da capire. La pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie è al massimo storico. Si stima che nel 2012 la pressione fiscale arriverà oltre il 45%: due punti in più del massimo storico del 1997. In Toscana, poi, abbiamo anche 5 centesimi in più di accisa per l’alluvione della Lunigiana. I nostri turisti, mediamente, non sono facoltosi, ma ceto medio, lavoratori e pensionati. Un’ulteriore tassa sulla vacanza, che potrà arrivare fino a 150 euro a persona per un soggiorno di un mese, può lasciare il segno. La tassa scatterà dal 1 marzo del 2012 costringendo gli operatori a diventare esattori per conto del Comune, a modificare le tariffe già pubblicizzate e le stesse prenotazioni. La tassa si applicherà inoltre anche agli affitti turistici delle seconde case, senza che sia stata fatta una valutazione seria sulle modalità di esazione e di controllo. Il risultato sarà un’accentuazione della concorrenza sleale che penalizzerà proprio le imprese turistiche. Tutte ragioni che avrebbero dovuto consigliare una diversa riflessione e almeno un rinvio, ma la maggioranza si è dimostrata sorda.
Infine, nel regolamento non c’è mai scritto che le entrate della tassa saranno “aggiuntive” rispetto alle risorse che già oggi il Comune destina al turismo, ovvero se saranno destinate a migliorare e ad aumentare i servizi turistici. Se, ad esempio, il Comune deciderà di utilizzare le entrate della tassa di soggiorno in alternativa ai trasferimenti che già oggi destina alla Società Parchi, è chiaro che nessun euro in più andrà al turismo, ma bensì a ripianare i bilanci del Comune.
E’ l’opposto di quello che serve. Di fronte alla recessione bisogna rendere più competitivo il nostro turismo migliorando la qualità delle offerte e contenendo le tariffe. Anche il Comune deve fare la sua parte, non con ulteriori tasse, ma con tagli alle spese inutili e agli sprechi.
Comune dei Cittadini
Sulla Stampa:
Da Campiglia a Suvereto: «Controproducente per turisti e operatori»
È una tassa controproducente, secondo Comune dei Cittadini, perché per introdurla «si è scelto il momento peggiore e non è certo che le risorse aggiuntive andranno al turismo. I nostri turisti, mediamente, non sono facoltosi, ma espressione del ceto medio, lavoratori e pensionati. Un’ ulteriore tassa sulla vacanza – proseguela lista civica – che potrà arrivare fino a 150 euro a persona per un soggiorno di un mese, può lasciare il segno. La tassa scatterà dal 1 marzo del 2012 costringendo gli operatori a diventare esattori per conto del Comune, a modificare le tariffe già pubblicizzate e le stesse prenotazioni. La tassa si applicherà inoltre anche agli affitti turistici delle seconde case, senza che sia stata fatta una valutazione seria sulle modalità di esazione e di controllo. Il risultato sarà un’accentuazione della concorrenza sleale che penalizzerà proprio le imprese turistiche».
Ragioni condivise anche dal Popolo della libertà, per bocca del consigliere Fiorenzani, secondo cui «la tassa di soggiorno colpirà non solo i turisti, ma anche direttamente gli albergatori e gli operatori turistici in genere in quanto essi figureranno come sostituti di imposta: aumenteranno per loro costi e lavoro». La contrarietà delle opposizioni è dovuta anche al giudizio negativo espresso riguardo la promozione turistica. «In generale si può dire – sostiene la lista civica – che Campiglia è ancora un comune che non vive e non valorizza il turismo». Per il Pdl «il nostro Comune, per ora, non mi sembra che possa garantire una presenza massiccia di turisti tale da ottenere introiti che possono fare la differenza».
Anche un’altra lista civica, Uniti per Suvereto, dichiara la propria contrarietà: «Il sindaco Pioli in commissione e in consiglio comunale ha ribadito più volte che, d’accordo con gli altri primi cittadini, si era convenuto per la tassa di soggiorno l’importo standard di 1 euro. Dalle dichiarazioni del sindaco Soffritti si scopre invece che Campiglia avrà tariffe differenti in base all’attività fino ad un massimo di 2,50 euro».
«Ma non ci avevano sempre parlato – si sottolinea – di una concertazione e un accordo tra i sindaci per stilare documenti condivisi che evitassero una possibile concorrenza tra esercizi posti in comuni diversi?» Da qui l’augurio che «nel 2012 il processo per la costituzione dell’Unione dei Comuni prenda finalmente corpo in maniera seria e strutturale».
Francesco Rossi
Il Tirreno 24.12.2011
«Una tassa controproducente»
«Una tassa controproducente: così può essere definita la tassa di soggiorno a Campiglia». A dichiararlo è la lista Comune dei cittadini, ma in tanti sono contrari all’introduzione di questa nuova imposta che sarà applicata a partire da marzo. «Mancano i presupposti, si è scelto il momento peggiore e non è certo che le risorse aggiuntive andranno al turismo – incalza il capogruppo Massimo Zucconi – Campiglia si sta affacciando al turismo con infinite contraddizioni. C’è il parco di San Silvestro, ma ci sono anche le cave che ne riducono il potenziale. Ci sono le terme, ma intorno, invece dei servizi, sorgono anonime lottizzazioni edilizie.
Chi arriva alla stazione non trova informazioni e collegamenti turistici per i paesi, i parchi e le terme. Il centro storico vive solo pochi mesi estivi con i non residenti che vi hanno comprato casa. Nelle campagne sono sorti agriturismi, ma anche invasivi impianti industriali e distese di pannelli solari. In generale si può dire che Campiglia è ancora un Comune che non vive e non valorizza il turismo. Cosa che sarebbe possibile, senza costi e con indubbi vantaggi, evitando di fare scelte sbagliate che lo penalizzano».
Questo è considerato in assoluto il peggiore per applicare una nuova tassa. «La pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie è al massimo storico. Si stima che nel 2012 la pressione fiscale arriverà oltre il 45%: due punti in più del massimo storico del 1997. In Toscana abbiamo anche 5 centesimi in più di accisa per l’alluvione della Lunigiana. I nostri turisti, mediamente, non sono facoltosi, ma lavoratori e pensionati. Un’ ulteriore tassa sulla vacanza, che potrà arrivare fino a 150 euro a persona per un soggiorno di un mese, può lasciare il segno.
La tassa scatterà dal 1 marzo costringendo gli operatori a diventare esattori per conto del Comune, a modificare le tariffe già pubblicizzate e le stesse prenotazioni. La tassa si applicherà anche agli affitti turistici delle seconde case, senza che sia stata fatta una valutazione seria sulle modalità di esazione e di controllo. Il risultato sarà un’accentuazione della concorrenza sleale che penalizzerà proprio le imprese turistiche. Tutte ragioni che avrebbero dovuto consigliare una diversa riflessione e almeno un rinvio, ma la maggioranza si è dimostrata sorda».
Comune dei cittadini fa poi riferimento al regolamento. «Non c’è mai scritto che le entrate della tassa saranno “aggiuntive” rispetto alle risorse che già oggi il Comune destina al turismo, ovvero se saranno destinate a migliorare e ad aumentare i servizi turistici.
Se, ad esempio, il Comune deciderà di utilizzare le entrate della tassa di soggiorno in alternativa ai trasferimenti che già oggi destina alla Società Parchi, è chiaro che nessun euro in più andrà al turismo, ma bensì a ripianare i bilanci del Comune. E’ l’opposto di quello che serve. Di fronte alla recessione bisogna rendere più competitivo il nostro turismo migliorando la qualità delle offerte e contenendo le tariffe».
La Nazione – 24.12.2011
È un’imposta controproducente
Una tassa controproducente: così può essere definita la tassa di soggiorno a Campiglia. Mancano infatti i presupposti, si è scelto il momento peggiore e non è certo che le risorse aggiuntive andranno al turismo.
Campiglia si sta affacciando al turismo con infinite contraddizioni. C’è il parco di San Silvestro, ma ci sono anche le cave che ne riducono il potenziale. Ci sono le terme, ma intorno, invece dei servizi, sorgono anonime lottizzazioni edilizie. Chi arriva alla stazione non trova informazioni e collegamenti turistici per i paesi, i parchi e le terme. Il centro storico vive solo pochi mesi estivi con i non residenti che vi hanno comprato casa. Nelle campagne sono sorti agriturismi, ma anche invasivi impianti industriali e distese di pannelli solari. In generale si può dire che Campiglia è ancora un comune che non vive e non valorizza il turismo.
Che il momento sia in assoluto il peggiore non è difficile da capire. La pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie è al massimo storico. I nostri turisti, mediamente, non sono facoltosi, ma ceto medio, lavoratori e pensionati. Un’ ulteriore tassa sulla vacanza, che potrà arrivare fino a 150 euro a persona per un soggiorno di un mese, può lasciare il segno.
La tassa scatterà dal 1º marzo del 2012 costringendo gli operatori a modificare le tariffe già pubblicizzate e le stesse prenotazioni. La tassa si applicherà inoltre anche agli affitti turistici delle seconde case, senza che sia stata fatta una valutazione seria sulle modalità di esazione e di controllo. Il risultato sarà un’accentuazione della concorrenza sleale che penalizzerà proprio le imprese turistiche. Tutte ragioni che avrebbero dovuto consigliare una diversa riflessione e almeno un rinvio, ma la maggioranza si è dimostrata sorda.
Infine, nel regolamento non c’è mai scritto che le entrate della tassa saranno “aggiuntive” rispetto alle risorse che già oggi il Comune destina al turismo, ovvero se saranno destinate a migliorare e ad aumentare i servizi turistici. Se il Comune deciderà di utilizzare le entrate della tassa di soggiorno in alternativa ai trasferimenti che già oggi destina alla Società Parchi, è chiaro che nessun euro in più andrà al turismo, ma a ripianare i bilanci del Comune.
E’ l’opposto di quello che serve. Di fronte alla recessione bisogna rendere più competitivo il nostro turismo migliorando la qualità delle offerte e contenendo le tariffe. Anche il Comune deve fare la sua parte, non con ulteriori tasse, ma con tagli alle spese inutili e agli sprechi.
Massimo Zucconi
Comune dei Cittadini – 06.01.2012