Cresce la confusione sulla tassa di soggiorno. Non basta il fatto che, a pochi giorni dalla sua applicazione (1 marzo) nessun Comune ha ancora detto ufficialmente agli operatori turistici quanto dovranno chiedere in più ai propri clienti, compreso quelli che hanno già prenotato. Ora c’è anche il problema di chi dovrà pagarla. Secondo il Regolamento già approvato a Campiglia il 22 dicembre 2011 (presentato come un regolamento concordato con gli altri Comuni) tra coloro che devono pagare la tassa ci sono anche i turisti delle seconde case.
Apprendiamo ora ,invece, che i turisti delle seconde case non pagheranno perché, dicono i Sindaci, “non ci sono sistemi di rilevazione”.
Questo argomento fu da noi sollevato nella discussione in Consiglio Comunale, ricevendo come risposta che la tassa sarebbe stata applicata anche alle seconde case e che il Comune si sarebbe organizzato per i controlli.
A chi dobbiamo dare ascolto? Alle dichiarazioni stampa o agli atti ufficiali deliberati dal Consiglio Comunale? E’ probabile che la risposta sia che da dicembre ad ora c’è stato un ripensamento e che, ancora prima di applicarlo, bisognerà modificare il Regolamento.
Se sarà confermata , questa decisione rappresenta l’ennesima conferma dello stato confusionale con cui i Comuni hanno affrontato il delicato tema della tassa di soggiorno. A pagare, infatti, non saranno tutti i turisti, ma solo quelli ospitati negli alberghi, nei villaggi, negli agriturismi, che sono poi quelle che danno lavoro ai nostri giovani. Non pagheranno invece i (moltissimi) turisti delle seconde case, creando una concorrenza sleale tra chi gestisce un’ impresa produttiva e chi si limita ad affittare case. Ancora una volta il peso della fiscalità viene fatto ricadere su chi fa impresa, mentre si esentano le rendite e le aree dove è più difficile fare controlli.
Questo argomento, da solo, giustificherebbe il rinvio dell’applicazione della tassa.
Ma, ormai è chiaro, i Comuni hanno deciso che due milioni di euro (queste sono le stime che hanno dichiarato) servono per far quadrare i bilanci comunali. Come è chiaro che non esiste nessun concreto progetto per il turismo, se non quello di ridare alla Società Parchi soldi che gli verranno sottratti (dai parcheggi) e annunciare un fantomatico piano di marketing territoriale di cui si capisce solo che nessuno sa esattamente cosa sia. Ci chiediamo se ne hanno parlato con gli operatori turistici e le associazioni di categoria, senza le quali il marketing territoriale non esiste. Senza contare che il miglior marketing che i Comuni possono fare, senza spendere nulla, è quello di evitare di fare scelte che danneggiano i parchi, le campagne e il nostro patrimonio storico e naturale.
25 febbraio 2012
Comune dei Cittadini
Sulla Stampa:
«Caos sulla tassa di soggiorno»
Troppa confusione sulla tassa di soggiorno; a pochi giorni dalla sua applicazione ancora gli operatori non sanno quanto dovranno chiedere ai turisti e poi, c’è anche il problema di chi dovrà pagarla. A risollevare la polemica sull’imposta è la lista civica Comune dei cittadini, che focalizza l’attenzione sul fatto se devono pagare la tassa anche i turisti delle seconde case. «Questo argomento fu da noi sollevato nella discussione in Consiglio comunale – afferma una nota della lista civica – ricevendo come risposta che la tassa sarebbe stata applicata anche alle seconde case e che il Comune si sarebbe organizzato per i controlli». Ma in una conferenza stampa dei giorni scorsi i sindaci della zona hanno spiegato che attualmente non è previsto che i turisti delle case in affitto paghino l’imposta. «Questa decisione – afferma la lista civica – rappresenta l’ennesima conferma dello stato confusionale con cui i Comuni hanno affrontato il delicato tema della tassa di soggiorno. A pagare, infatti, non saranno tutti i turisti, ma solo quelli ospitati negli alberghi, nei villaggi, negli agriturismi, che sono poi quelle che danno lavoro ai nostri giovani. Non pagheranno invece i moltissimi turisti delle seconde case, creando una concorrenza sleale tra chi gestisce un’ impresa produttiva e chi si limita ad affittare case. Ancora una volta il peso della fiscalità viene fatto ricadere su chi fa impresa, mentre si esentano le rendite e le aree dove è più difficile fare controlli. Questo argomento, da solo – afferma ancora la nota di Comune dei cittadini – giustificherebbe il rinvio dell’applicazione della tassa. Ma, ormai è chiaro, i Comuni hanno deciso che due milioni di euro servono per far quadrare i bilanci comunali. Come è chiaro che non esiste nessun concreto progetto per il turismo, se non quello di ridare alla società Parchi soldi che gli verranno sottratti e annunciare un fantomatico piano di marketing territoriale di cui si capisce solo che nessuno sa esattamente cosa sia».
Il Tirreno 26.02.2012