Andare a prenotare un’ecografia a maggio 2012 e sentirsi dare l’appuntamento per il 6 marzo 2013 (duemilatredici). È quanto è successo al distretto di Venturina dell’ASL 6, ma la situazione riguarda l’intera Val di Cornia e oltre, con il CUP letteralmente in crisi. Chi ha provato a telefonare al numero verde per protestare ha trovato operatori cortesi ma inermi, volenterosi nel trovare una soluzione ma sgomenti per un sistema che non funziona più.
Dopo tante promesse le liste di attesa non calano, anzi diventano ancora più esose. La situazione non è grave solo per le ecografie, ma anche per le mammografie, l’ecodoppler e altri esami, molti dei quali fondamentali anche per la prevenzione dei tumori. Così viene meno il diritto alla salute dei cittadini, in primo luogo dei meno abbienti che non possono rivolgersi alle strutture private.
Di fronte a questi evidenti fallimenti della direzione provinciale dell’ASL, la conferenza dei sindaci della Val di Cornia, che ha poteri d’indirizzo sulla sanità, tace penosamente e copre le inefficienze nella gestione dei servizi. Nel Consiglio Comunale di Campiglia, nell’unica discussione fatta negli ultimi tre anni, è stato addirittura detto che la nostra sanità è un esempio nazionale di buon funzionamento. Infatti occorrono dieci mesi per fare un’ecografia. Sono stati promessi anche interventi per ridurre le liste d’attesa nella diagnostica, ma nulla è stato fatto. Nemmeno fosse gratis, visto che la sanità si paga con le sempre più elevate tasse e con un ticket sulla prestazione che va da 36 euro in su.
Chi può è quindi costretto a rivolgersi ai laboratori privati, dove i macchinari vengono fatti lavorare dalla mattina presto alla sera tardi( spesso con medici ospedalieri), mentre nel pubblico sono più le ore che stanno fermi di quelle in cui lavorano.
Inutile fare paginate sui giornali per inaugurare nuovi macchinari se poi non vengono usati a pieno, con un costo doppio per i cittadini: quello dell’acquisto e quello del loro sottoutilizzo.
Queste inefficienze sono imputabili all’incapacità organizzativa dell’azienda sanitaria o, peggio ancora, ad una tacita alleanza tra sanità pubblica e laboratori privati.
E’ l’ora che chi ha responsabilità politiche chiarisca da che parte sta e agisca di conseguenza. Non è più tollerabile il silenzio che regna di fronte al progressivo smantellamento dei servizi e alle crescenti inefficienze di quelli che restano, non certo per responsabilità di chi ci lavora, ma della direzione generale e di chi governa la sanità toscana.
In questo scenario i nostri Comuni hanno brillato per la loro assenza, lasciando soli i loro cittadini, sempre più stanchi e impotenti di fronte ai disservizi sanitari. Ma anziché rassegnarsi, forse è giunto il momento che i cittadini inizino a parlare direttamente al posto dei loro amministratori.
3 giugno 2012
LISTA CIVICA COMUNE DEI CITTADINI
Sulla Stampa:
«Un’ecografia? Venga a marzo 2013»
La lista civica di Zucconi attacca per il caso di un cittadino di Campiglia
DIECI mesi per effettuare un’ecografia all’ospedale di Villamarina. «È un attentato alla salute», sostiene la lista civica Comune dei cittadini (Campiglia) dopo che un cittadino è andato a prenotare un’ecografia il 31 maggio e si è sentito dare l’appuntamento per il 6 marzo 2013. È successo al distretto di Venturina dell’Asl 6, «ma la situazione riguarda l’intera Val di Cornia e oltre, con il Cup letteralmente in crisi. Chi ha provato a telefonare al numero verde per protestare ha trovato operatori cortesi ma inermi, volenterosi nel trovare una soluzione ma sgomenti per un sistema che non funziona più – incalza il capogruppo Massimo Zucconi – dopo tante promesse le liste di attesa non calano, anzi diventano ancora più esose.
LA SITUAZIONE non è grave solo per le ecografie, ma anche per le mammografie, l’ecodoppler e altri esami, molti dei quali fondamentali anche per la prevenzione dei tumori. Così viene meno il diritto alla salute dei cittadini, in primo luogo dei meno abbienti che non possono rivolgersi alle strutture private. Di fronte a questi evidenti fallimenti della direzione provinciale dell’Asl, la conferenza dei sindaci della Val di Cornia, che ha poteri d’indirizzo sulla sanità, tace penosamente e copre le inefficienze nella gestione dei servizi.
Nel Consiglio Comunale di Campiglia, nell’unica discussione fatta negli ultimi tre anni, è stato addirittura detto che la nostra sanità è un esempio nazionale di buon funzionamento. Infatti occorrono dieci mesi per fare un’ecografia. Sono stati promessi anche interventi per ridurre le liste d’attesa nella diagnostica, ma nulla è stato fatto. Nemmeno fosse gratis, visto che la sanità si paga con le sempre più elevate tasse e con un ticket sulla prestazione che va da 36 euro in su.
CHI può è quindi costretto a rivolgersi ai laboratori privati, dove i macchinari vengono fatti lavorare dalla mattina presto alla sera tardi (spesso con medici ospedalieri), mentre nel pubblico sono più le ore che stanno fermi di quelle in cui lavorano. Inutile fare paginate sui giornali per inaugurare nuovi macchinari se poi non vengono usati a pieno, con un costo doppio per i cittadini: quello dell’acquisto e quello del loro sottoutilizzo. E’ l’ora che chi ha responsabilità politiche chiarisca da che parte sta e agisca di conseguenza. Non è più tollerabile il silenzio che regna di fronte al progressivo smantellamento dei servizi e alle crescenti inefficienze di quelli che restano.
In questo scenario i nostri Comuni hanno brillato per la loro assenza, lasciando soli i loro cittadini, sempre più stanchi e impotenti di fronte ai disservizi sanitari».
La Nazione 05.06.2012