Dal 2004 in Val di Cornia e all’Isola d’Elba beviamo acqua con concentrazioni di boro e di arsenico superiori a quelle stabilite dall’Unione Europea per gli usi potabili. Questo è stato possibile solo grazie a deroghe concesse dall’UE, dal governo e dalla Regione e di cui i Comuni, l’ATO ed ASA erano perfettamente a conoscenza da anni, ma nessun intervento risolutivo è stato messo in atto fino ad oggi. I consiglieri di Campiglia ne sono stati informati solo nel corso del 2010.
Dopo 8 anni d’inerzia e di silenzi, venerdì 11 novembre è stata convocata una Commissione del Consiglio Comunale per illustrare i contenti dell’ Accordo di Programma tra la Regione, Provincia e Comuni della Val di Cornia e dell’Elba. Esso prevede la realizzazione di impianti per riportare le concentrazioni di questi inquinanti nei limiti di legge stabiliti dall’ UE. Sono previsti investimenti per 20 milioni di euro, in gran parte necessari, nella nostra zona, alla realizzazione di un impianto di filtraggio per l’arsenico e di un dissalatore a Tor del Sale per aumentare la quantità di acqua da immettere nelle reti, diminuendo così le concentrazioni di boro.
Il tempo assegnato ai consiglieri per studiare un problema così complesso ed oneroso è stato di due giorni: un sabato e una domenica, perché lunedì 14 è stato convocato il Consiglio Comunale che doveva approvare l’ accordo di programma e i relativi interventi.
Questo è il funzionamento delle nostre istituzioni: 8 anni d’inerzia e 48 ore di tempo per capire e decidere cosa fare. La motivazione di un provvedimento così urgente è stata che al 31.12.2012 non sarà più possibile utilizzare le nostre acque per usi potabili, quindi dobbiamo provvedere celermente. Verissimo, ma ci sorgono delle domande.
Se è vero che in così pochi mesi si possono costruire impianti per eliminare il boro e l’arsenico, i cui costi graveranno comunque sulle bollette dell’acqua, perché Comuni, ATO e ASA hanno tardato così a lungo ad affrontare questo problema, costringendo i nostri cittadini, per molti anni, all’utilizzo di acque che non rispondono agli standard ottimali per la tutela della salute?
Si prevede la costruzione di un costoso impianto di dissalazione dell’acqua di mare per aumentare la quantità di acqua da immettere nelle reti (circa 600.000 mc/anno), quando sappiamo che l’acqua prelevata dalle falde è di circa 49 milioni di metri cubi/anno e che quella consumata dagli utenti è di circa 27,4 milioni di metri cubi/anno. Vuol dire che si perdono oltre 21 milioni di metri cubi/anno. Perciò, solo riducendo del 10% l’acqua che si disperde, avremmo potuto recuperare 2 milioni di metri cubi/anno. Molti di più di quelli che si produrranno con il dissalatore.
Niente di tutto questo è stato fatto, tant’è che le perdite di acqua sono passate dal 37% del 2001 al 44% del 2009. Di fronte a questi dati, chiunque di buon senso si sarebbe messo a ricercare le perdite, mentre, nella proposta che c’è stata presentata, spariscono anche i pochi soldi (198.000 euro) che erano stati destinati a questo scopo, per destinarli alla costruzione del dissalatore per produrre acqua che, paradossalmente, si disperderà in gran parte durante il tragitto.
Infine le tariffe. Abbiamo chiesto ripetutamente quale sarà l’incidenza di questi impianti sulla tariffa dell’acqua. La risposta è stata che avrà un incremento tra il 5 ed il 7%, esso andrà ovviamente ad aggiungersi agli incrementi di oltre il 70% di questi ultimi 10 anni.
Forse, anziché ridurre tutto ad una mera formalità alla ricerca schizofrenica di una soluzione al novantesimo minuto, sarebbe stato più utile che nei Consigli Comunali si discutesse seriamente di questi problemi per trovare soluzioni più idonee e proiettate verso il futuro perché, fino ad oggi, abbiamo visto solo peggiorare l’efficienza degli acquedotti, aumentare i costi ed accumulare inspiegabili ritardi per mettere a norma le nostre acque. Ritardi che hanno creato una pericolosa e costosa emergenza che i cittadini hanno pagato in salute e pagheranno in bolletta.
19/11/2011
Giacomo Spinelli
Consigliere Comunale Comune dei Cittadini
Sotto osservazione il sistema delle deroghe e i progetti di Asa
Finiscono nel mirino della procura di Livorno e degli uomini del Roan (il reparto aereonavale della Guardia di finanza) i quantitativi di boro e arsenico nell’acqua della Val di Cornia, dell’Elba e del resto della provincia di Livorno.
Da settimane il personale delle Fiamme Gialle sta lavorando per fare chiarezza su un’anomalia che a più riprese ha tenuto banco nell’ultimo anno, creando qualche preoccupazione anche tra i cittadini: il fatto che dalle tubature pubbliche arrivi nelle case acqua potabile solo in virtù di una deroga ministeriale che sarà valida fino al dicembre del 2012. Il termine – stabilito dall’Unione europea – entro il quale o si metteranno in campo le soluzioni tecniche necessarie a depurarla del boro e dell’arsenico in eccesso o l’acqua non sarà più potabile.
L’avvio dell’inchiesta è confermato dagli stessi vertici di Asa, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio della provincia di Livorno. E non si può dire che magistrati e finanzieri siano stati accolti a braccia aperte.
«Se la procura pensa di saper fare meglio il nostro lavoro faccia lei i progetti – afferma il presidente di Asa, Fabio Del Nista – se significherà ritardare ulteriormente interventi necessari mi auguro che se ne assuma la responsabilità».
Uno dei filoni del’indagine, infatti, riguarda proprio le progettazioni di Asa per la realizzazione di impianti in grado di abbattere boro e arsenico in eccesso nell’acqua. Ventitre milioni di euro il costo degli investimenti necessari e da portare a termine a tempo di record vista la scadenza imposta dall’Ue.
«Quest’acqua esce così dalle fonti da 3mila anni – tuona Del Nista – a me interessa risolvere i problemi e non sono pochi visto che le progettazioni e i lavori devono fare i conti con vincoli urbanistici, socio-sanitari e ambientali.
Senza contare gli aspetti finanziari. Abbiamo lavorato a spron battuto, abbiamo fatto i progetti, cercato di reperire le risorse. Qui invece si va ad aprire un indagine su un progetto prima che venga realizzato. Noi stiamo lavorando per risolvere il problema. Mi chiedo: volete che venga risolto o che la situazione resti così?».
L’azienda, in altre parole, teme che l’inchiesta, finalizzata anzitutto a verificare la qualità dell’acqua che arriva nelle case, possa rallentare o ostacolare il percorso intrapreso. «Il fatto che un qualche turista tornato dalle vacanze sporga querela e poi si apra un’inchiesta su queste cose – continua il presidente di Asa – è veramente preoccupante».
Al momento non risultano indagati ma il lavoro del personale specializzato delle Fiamme Gialle va avanti e non riguarda solo le progettazioni. Già nei prossimi giorni, partendo dall’Elba per poi spostarsi in Val di Cornia, a Cecina e fino a Livorno, saranno effettuati controlli dettagliati sul contenuto dell’acqua pubblica. Uno dei filoni dell’indagine, infatti, riguarderebbe nello specifico i livelli di boro e arsenico rispetto ai quali la deroga ministeriale consente sì degli sforamenti ma comunque entro certi limiti.
L’indagine, inoltre, sembra finalizzata a verificare se il sistema delle autorizzazioni in deroga, valido per la potabilità dell’acqua che arriva nelle case, sia altrettanto applicabile alla filiera delle produzioni alimentari, cioè se quell’acqua poteva essere legalmente utilizzata dal barista per fare un caffè o dal fornaio per impastare.
«Non intendo addentrarmi in una questione di natura tecnica come questa – commenta in proposito Del Nista – anche se non vedo quale sarebbe la responsabilità della nostra azienda là dove dovesse emergere un problema del genere sulle deroghe».
Valentina Landucci
Il Tirreno 19.11.2011
Sulla Stampa:
«Tariffe-acqua più salate per gli impianti anti-boro»
CAMPIGLIA GIACOMO SPINELLI SPIEGA IL SUO VOTO NEGATIVO
Infine le tariffe. «Abbiamo chiesto ripetutamente quale sarà l’incidenza di questi impianti sulla tariffa dell’acqua. La risposta è stata che avrà un incremento tra il 5 ed il 7%, esso andrà ovviamente ad aggiungersi agli incrementi di oltre il 70% di questi ultimi 10 anni.
La Nazione – 20.11.2011
«Il nuovo impianto lo paghiamo noi»
Comune dei Cittadini contro Asa: le bollette peseranno almeno il 5% in più
Gravi ritardi, inefficienza e aumento dei costi – leggesi bolletta – per risolvere l’annoso problema dell’eccessiva concentrazione di boro ed arsenico nell’acqua in Val di Cornia e all’Isola d’Elba. Questo è quanto viene denunciato da Giacomo Spinelli, consigliere della lista civica Comune dei Cittadini. Il problema secondo Spinelli si trascina dal 2004, anno a partire dal quale l’Unione Europea ha concesso delle deroghe che hanno permesso di giungere fino ai nostri giorni, pur con una presenza di boro ed arsenico nell’acqua potabile superiore al limite fissato dalla stessa UE. «Dopo 8 anni d’inerzia e di silenzi – dichiara Spinelli – venerdì 11 novembre è stata convocata una commissione del consiglio comunale per illustrare i contenuti dell’accordo di programma tra la Regione, la Provincia ed i Comuni della Val di Cornia e dell’Elba.
Prevede la realizzazione di impianti per riportare le concentrazioni di questi inquinanti nei limiti di legge stabiliti dall’UE. Sono previsti investimenti per 20 milioni di euro, in gran parte necessari, nella nostra zona, alla realizzazione di un impianto di filtraggio per l’arsenico e di un dissalatore a Tor del Sale per aumentare la quantià d’acqua da immettere nelle reti, diminuendo così le concentrazioni di boro.
Il tempo assegnato ai consiglieri per studiare un problema così complesso ed oneroso è stato di due giorni: un sabato ed una domenica, perché lunedì 14 è stato convocato il consiglio comunale che doveva approvare l’accordo di programma ed i relativi interventi».
Tutto questo fa sorgere delle domande e Spinelli che snocciola una serie di cifre tutt’altro che tranquillizzanti. «Il dissalatore a Tor del Sale dovrebbe aumentare l’acqua immessa nelle reti (circa 600.000 mc/anno), ma purtroppo con la nostra rete idrica vengono dispersi oltre 21 milioni di metri cubi all’anno (l’acqua prelevata dalle falde sarebbe di 49 milioni circa e quella consumata di 27,4 milioni) e quindi con interventi tempestivi ed una riduzione del 10% dell’acqua dispersa avremmo potuto recuperare 2 milioni di metri cubi annui.
Molti di più di quelli che si produrranno con il dissalatore». Ed il punto dolente della bolletta? «Abbiamo chiesto ripetutamente quale sarà l’incidenza di questi impianti sulla tariffa dell’acqua – dice Spinelli – un incremento tra il 5 ed il 7%, che andrà ovviamente ad aggiungersi agli incrementi di oltre il 70% di questi ultimi 10 anni».
Francesco Rossi
Il Tirreno 21.11.2011
Vedi anche: «Un’intesa che costerà cara ai cittadini e che non offre sufficienti garanzie»
SUVERETO BORO: PASQUINI E LE RAGIONI DI UN VOTO CONTRARIO
E un no all’accordo di programma per la realizzazione degli interventi proposti da Asa per la risoluzione del problema boro e arsenico nell’acqua, è arrivato anche da Jessica Pasquini, gruppo autonomo consiglio comunale.
«È un accordo che può costare caro ai cittadini e che non offre garanzie sufficienti per la risoluzione di un problema tanto importante per la salute delle persone. Il problema boro e arsenico non esiste da ieri, ma da anni – evidenzia Pasquini – e si è confidato sempre nelle deroghe, senza affrontare in modo concreto la questione. È stato approvato un accordo al buio, senza una bozza di progetto degli impianti, senza garanzie sulla qualità dell’acqua, senza indicare la ricaduta sulle tariffe che pagano i cittadini. All’improvviso e d’urgenza il consiglio comunale ha votato questo accordo che muove 20 milioni di euro, anche se non sappiamo quanto sarà la spesa finale. Non è giusto strumentalizzare la salute dei cittadini. Per questo ho votato no».
La Nazione – 20.11.2011
forse è fuori tema con i veleni(trattando più del bene esauribile e prezioso), ma quando ho letto che il consumo del pane è diminuito del 40%,ho pensato che se la gente per risparmiare ( e non certo per la lotta ai trigliceridi) ha rinunciato a SPRECARE un alimento così importante, lo farebbe certo anche con l’acqua se ne avesse una convenienza economica. Ma questa non ci sarà mai se il gestore deve comunque garantirsi il guadagno,aumentando la tassa se il consumo diminuisce !