Non è facile per nessuno reagire alla crisi, ma il presupposto è volerlo con idee forti e determinazione nel sostenerle. La Giunta di Campiglia in questi anni non ha messo in campo nessun progetto utile per la nostra economia. Non lo diciamo per spirito di parte, ma con il senso di responsabilità verso i nostri cittadini. Non è certo il recupero dei “vecchi macelli” di Campiglia (senza sapere per quali scopi) a risollevarci dalla crisi, ne tantomeno il rifacimento con soldi dei contribuenti della strada delle Lavoriere, distrutta dalla scellerata decisione di far costruire un impianto di betonaggio privato in mezzo ai campi.
Nel vuoto d’idee che ha contraddistinto questa Giunta, una proposta concreta è stata avanzata in collaborazione con imprenditori e associazioni agricole della Toscana: è il programma per la costruzione di un moderno stabilimento per la trasformazione dei prodotti agricoli della Val di Cornia e della Toscana, in sostituzione dell’attuale Italian Food collocata in una zona urbana che non gli consentirà più di potersi sviluppare in modo adeguato.
E’ un programma serio, concreto, che risponde ad esigenze dell’economia reale, che prevede la creazione della filiera corta tra produzione e trasformazione per uno dei prodotti di qualità delle nostre campagne come il pomodoro. Altri prodotti, probabilmente, potrebbero aggiungesi.
Abbiamo salutato con favore il protocollo tra enti pubblici e privati che, nel 2011, prevedeva la cessione di aree comunali all’Italian Food nella zona industriale di Campo alla Croce (i terreni sono disponibili), la richiesta di finanziamenti su un bando del Ministero dello Sviluppo Economico e la presentazione del progetto per il nuovo stabilimento entro il 2014.
Da allora non abbiamo più avuto notizie. Per questo abbiamo presentato un’interpellanza per conoscere i fatti. Il Sindaco ci ha informati che l’Italian Food, come previsto, ha presentato domanda al Ministero dello Sviluppo Economico per il finanziamento, che l’istanza è stata accolta ma che “nel dicembre del 2011 l’iter istruttorio è stato sospeso dal Ministero dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture per mancanza di risorse finanziarie”. Ci ha altresì detto che “nessun atto è stato sottoscritto per la cessione dei terreni” di Campo alla Croce e che “non siamo a conoscenza di successivi aggiornamenti progettuali”. Insomma è tutto fermo.
Ci chiediamo quali siano state le azioni intraprese dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione, dai nostri deputati locali, per sbloccare l’istruttoria sui finanziamenti. Le risorse finanziare pubbliche sono sicuramente poche, ma ci chiediamo se quelle poche vengono correttamente finalizzate.
Chiediamo qual è l’entità del finanziamento richiesto, se questo progetto è divenuto materia di contrattazione dell’intera Val di Cornia (i pomodori si producono in tutta la vallata e non solo a Campiglia), se il nostro Sindaco ha fatto qualche viaggio ai Ministeri per capire cosa accade e sostenere con forza l’urgenza di questo intervento, se ha chiesto il sostegno degli altri Sindaci, se è stata fatta una scala di priorità degli investimenti a sostegno dello sviluppo economico in Val di Cornia, se l’agricoltura occupa il giusto peso in questa scala o se è considerata marginale.
La nostra impressione è che nulla di tutto questo stia accadendo e che ciascuna amministrazione in Val di Cornia agisca per conto proprio. E anche così che si lascia affondare un territorio.
Comune dei Cittadini
Sulla stampa:
Comune dei cittadini accusa la giunta di immobilismo Benedettini: «Non possiamo mettere alle strette l’azienda»
Comune dei Cittadini riaccende il dibattito sull’Italian Food e sull’agricoltura. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale, la lista civica aveva ottenuto dalla giunta la risposta scritta su quanto richiesto, vale a dire l’adempimento del protocollo firmato nel 2011 tra enti pubblici e privati, in base al quale l’Italian Food si sarebbe trasferita a Campo alla Croce nel 2014, con l’aiuto di un finanziamento che avrebbe dovuto essere erogato direttamente dal ministero dello Sviluppo economico. «Qual è lo stato di attuazione del protocollo?», aveva chiesto Comune dei Cittadini in sintesi nella sua interrogazione. «Il sindaco ci ha informati che l’Italian Food, come previsto, ha presentato domanda al ministero dello Sviluppo economico – dice la lista civica – che l’istanza è stata accolta ma che nel dicembre del 2011 l’iter istruttorio è stato sospeso dal ministero per mancanza di risorse finanziarie». «Ci ha altresì spiegato – prosegue Comune dei cittadini – che nessun atto è stato sottoscritto per la cessione dei terreni di Campo alla Croce e che non siamo a conoscenza di successivi aggiornamenti progettuali. Insomma è tutto fermo».
Il gruppo d’opposizione si chiede quali azioni abbiano intrapreso il Comune di Campiglia, la Provincia e la Regione per sbloccare l’istruttoria sui finanziamenti, quale sia l’entità di quelli richiesti dall’Italian Food; e ancora se «il progetto è divenuto materia di contrattazione dell’intera Val di Cornia visto che i pomodori si producono in tutta la vallata», e se «il nostro sindaco ha fatto qualche viaggio ai ministeri per capire cosa accade e sostenere con forza l’urgenza di questo intervento». La replica per la giunta campigliese è affidata a Gianfranco Benedettini, assessore agli affari generali e assetto del territorio. «Voglio rassicurare la lista civica Comune dei cittadini e chiunque sia interessato alla questione – afferma Benedettini – che lo sviluppo dell’agricoltura è il primo dei nostri pensieri.
Lo stesso vale per il trasferimento dell’Italian Food. Basti pensare che le abbiamo lasciato il terreno a Campo alla Croce senza metterlo a bando, proprio perché vogliamo favorire la ricollocazione dell’Italian Food al di fuori del centro abitato. Allo stesso tempo, non possiamo essere indifferenti alle sorti prettamente economiche dell’azienda». «Gli ultimi due esercizi – prosegue Benedettini – non sono stati facili, ci sono stati dei contrasti con gli agricoltori che vendono il prodotto all’azienda e che hanno incrementato il prezzo quando questo veniva richiesto in grande quantità, facendo lievitare i costi di produzione. Anche l’attuale stagione è critica, perché le grandi piogge rendono difficile piantare e quindi i tempi del raccolto si dilatano. Il Comune ha fatto il possibile per non mettere alle strette l’azienda, non ha assunto alcun atto sfavorevole, ma per quanto riguarda i finanziamenti, questa materia è di competenza della Provincia e della Regione». «In ultimo – conclude l’assessore Benedettini – le iniziative sull’azienda e il suo trasferimento non possono essere assunte dall’intera Val di Cornia, anche se il nostro Comune ha l’appoggio degli altri sindaci, perché l’Italian Food si trova nel territorio campigliese e solo il Comune di Campiglia può agire al riguardo».
Francesco Rossi
Il Tirreno 30.03.2013
Caro Massimo,
come si dice? Torna Pasqua di domenica! Tu dici, io rispondo, tu dici ancora. Tu pensi di aver ragione, io te la dò, tu insisti ancora.
Rispondo alla tua ultima solo per dirti che se pensi che nutra livore o rancore verso di te o di voi, sbagli. Io ti/vi “difendo” laddove altri affermano il livore tuo. Mi sembrava di averlo detto ma tu lo rovesci e lo usi per i tuoi fini polemici. Così non va.
Io cerco di dialogare, tu vuoi ragione. Era così anche quando tu eri comunista ed io socialista. Saluti, Gianfranco
Caro Gianfranco
cosa c’è di demagogico a chiedere alla Giunta a che punto sta il protocollo sottoscritto nel 2011 per il trasferimento dello stabilimento Italian Food di Venturina? Che senso ha richiamare la crisi, i disoccupati, le imprese che chiudono? E’ proprio perchè la situazione è gravissima che pensiamo che progetti importanti come quello debbano essere seguiti e sostenuti (se possibile) anche con fondi nazionali. L’agricoltura è una delle risorse essenziali della Val di Cornia alla quali dobbiamo guardare per riconvertire un’economia che non potrà più essere uguale a quella del passato. Abbiamo condiviso il protocollo che prevede il trasferimento dello stabilimento a Campo alla Croce, dove potrà disporre di spazi adeguati e di una logistica migliore. Il protocollo prevede impegni per tutti, enti pubblici e privati, e tempi che andrebbero rispettati. Alla fine del 2012 doveva esserci il pronunciamento del Ministero dello Sviluppo Economico sulla richiesta di contributi; entro il 2014 è prevista la presentazione del nuovo progetto. Lo avete scritto voi! Non ci avete fatto sapere più nulla, come vostra consuetudine.
Vi abbiamo chiesto come stanno le cose. Ci avete risposto che l’istruttoria del Ministero per i finanziamenti è “sospesa”, che i terreni non sono ancora stati ceduti, che non sapete niente del progetto per il nuovo stabilimento. Ti pare poco? Un progetto importante si è fermato. Forse è il caso di dirlo, di chiedere sostegni istituzionali, di coinvolgere altri enti (a partire dai Comuni della Val di Cornia che non hanno più politiche di area su nulla), di andare ai Ministeri, di capire cosa è possibile fare. Invece no! Si critica chi chiede informazioni, chi sollecita una verifica degli impegni presi. Lo avete fatto? Dalla risposta sembra di no! Come noi ti preoccupi delle difficoltà delle nostre imprese, del lavoro che non c’è, ma poi dalle stanze dell’amministrazione non sembra che si faccia molto per cercare risposte concrete. Quella della filiera agro-alimentare in Val di Cornia è una cosa concreta. Secondo noi merita più impegno di quello che gli state decicando. Questa è la nostra opinione, supportata dai fatti.
Pemettimi di dirti, con tutta franchezza, che livore e demagogia questa volta li trovo nel tuo commento. Noi siamo disponibili a sostenere il protocollo che avere sottoscritto. Se anche questo infastidisce ci dispiace,ma è nostro dovere farlo. Come è nostro dovere criticare progetti dell’amministrazione che riteniamo sbagliati, dagli ex macelli al rifacimento a carico dei contribuenti della strada delle Lavoriere distrutta a seguito di una scelta urbanistica folle della Giunta. Sono scelte che confermate e noi confermiamo le nostre critiche.
Buona Pasqua.
Massimo Zucconi
Ogni giorno, la cronaca ci fa la rassegna delle imprese che chiudono a migliaia; dei disoccupati che aumentano al ritmo di migliaia al giorno; dei rischi che corre il Paese; dello spread che si alza; della Lucchini in fallimento; della Discordia, pardon Concordia, che tutti vogliono e nessuna piglia, per ora; dell’edilizia che è crollata; del turismo che perde colpi. Mi fermo qui per non intristire chi ci segue. I redditi delle famiglie sono pesantemente colpiti e, voi del Comune dei Cittadini, chiedete al Comune di Campiglia dell’Italian Food! Da non credere! Sono in molti a dirmi che, il vostro, è livore e, io a rispondere che no, non è vero, che indicate problemi da risolvere. I problemi che voi indicate ( ad eccezione dei giardini e delle vie, degli asfalti e dei lampioni o dei piazzali) dovrebbero farsi risalire a livelli più alti ma, a voi non basta. Colpire, colpire il Comune di Campiglia. E’ vero c’è un accordo che coinvolge privato e pubblico per l’Italian Food. E’ vero, la situazione è quella del 2011. E, allora? Il Comune ha lasciato all’azienda una fetta di terreno a Campo alla Croce. L’azienda non l’ha ancora acquistato perché non ha i fondi necessari per farlo. Fondi a lei promessi dai livelli superiori e disattesi. L’azienda è in crisi; le stagioni 2011 e 2012 sono terminate in passivo per responsabilità di tanti fattori che è inutile riportare ma che conosciamo bene giacché, noi teniamo rapporti quasi giornalieri con l’azienda che assicura un reddito a centinaia di famiglie (lavoro femminile) interessate all’agricoltura e non solo della Val di Cornia. I Comuni della Val di Cornia, di comune accordo, hanno affidato al nostro la gestione della vicenda insieme alla Provincia. E, lo facciamo, eccome se lo facciamo, perché vogliamo risolvere i problemi esistenti anche se non possiamo fare quel che avrebbero dovuto altri, ministero in primo luogo. Che si fa? Una crociata contro l’azienda perché se ne vada da dove si trova e traslochi a Campo alla Croce? Capisco che vogliate stare sulla prima pagina per qualunque argomento ma, da qui a fare demagogia, perché di demagogia si tratta, ce ne corre. Con tutto quello che gira d’intorno a noi, continuare a battere il chiodo sui Macelli Vecchi o sulla strada delle Lavoriere, fra l’altro non eseguite nè da eseguire per mancanza di Euro, mi sembra demagogico. Appunto. Ora vi attendo sulle cave, ci mancherebbe! Buona Pasqua, consiglieri del Comune dei Cittadini.