Abbiamo condiviso la scelta dell’amministrazione di aggiungere a Venturina il sostantivo Terme, tanto più nelle mutate condizioni dell’economia che impongono nuovi modelli di sviluppo per il futuro. Poteva sicuramente essere fatto prima, anche in questa legislatura, visto che da oltre 18 anni nei piani del Comune c’è l’ambizione di realizzare un parco termale. A differenza della maggioranza riteniamo però che non basti cambiare il nome e che manchi una coerente strategia di governo. Un’ amministrazione che vuole davvero valorizzare le risorse termali non prevede nel 2012 una grande lottizzazione con centinaia di case intorno ai laghetti di Tufaia, davanti alle terme di Caldana. Non trascura il collegamento delle sorgenti termali con il paese di Venturina tramite la riqualificazione della vecchia Aurelia. Non trascura la funzione della stazione ferroviaria per la cui valorizzazione non bastano certo i soldi pubblici spesi a sistemare, malamente, il piazzale smarrito in una confusa e incompiuta lottizzazione.
La coerenza che serve va ben oltre, evitando in primo luogo di porre in conflitto i diversi settori dell’economia. La valorizzazione delle terme presuppone che si dia nuovo impulso al turismo basato sulle risorse endogene, come i parchi e il sistema rurale dell’intera Val di Cornia. Richiede la tutela delle nostre colline, come sulla carta ha scritto la stessa maggioranza quando ha posto un limite allo sfruttamento delle cave.
Ci risulta invece che mentre festeggia il nuovo nome di Venturina Terme l’amministrazione sia incline, senza particolari cautele, a far proseguire le cave oltre i limiti stabiliti dalle autorizzazioni e dai piani urbanistici. Lo ha già fatto soccombendo alla Regione per la riapertura delle miniere a cielo aperto della Spinosa. Lo sta facendo rifiutando la discussione su un Piano provinciale che identifica Campiglia come il “distretto delle cave”. Potremmo dirci soddisfatti di avere Venturina Terme nel Comune di Campiglia Cave?
Sappiamo benissimo che governare le transizioni è difficile, ma sappiamo anche che, senza rigore amministrativo e concretezza, i buoni propositi restano sulla carta. Quello che proponiamo è l’apertura di un serio dibattito sul futuro della nostra economia avendo il coraggio di guardare in faccia la realtà, senza fuochi d’artificio.
5 gennaio 2014
Comune dei Cittadini
Sulla stampa
sui lavori alla stazione e le concessioni alle cave
Non basta il cambio del nome a fare da volano come una bacchetta magica, che serva a invertire in positivo la pesante tendenza dell’attuale situazione di Campiglia e della Val di Cornia. Ne è certa la lista civica Comune dei Cittadini viste «lottizzazioni, collegamenti stradali, le cave» . Ne sono sicuri gli abitanti che continuano a telefonare al giornale lamentando la situazione della “ristrutturata” stazione di Campiglia definita come «ben altro che un biglietto da visita per l’intero comprensorio che serve…»; persone che vorrebbero addirittura protestare, anche per questo, con le Ferrovie dello stato. Ma così è. «Abbiamo condiviso la scelta dell’amministrazione di aggiungere a Venturina il sostantivo Terme – scrive la lista civica – tanto più nelle mutate condizioni dell’economia che impongono nuovi modelli di sviluppo per il futuro». « Poteva sicuramente essere fatto prima – ricorda Comune dei Cittadini – anche in questa legislatura, visto che da oltre 18 anni nei piani del Comune c’è l’ambizione di realizzare un parco termale. A differenza della maggioranza riteniamo però che non basti cambiare il nome e che manchi una coerente strategia di governo». Per la lista civica, infatti, «un’ amministrazione che vuole davvero valorizzare le risorse termali non prevede nel 2012 una grande lottizzazione con centinaia di case intorno ai laghetti di Tufaia, davanti alle terme di Caldana».
E l’attacco prosegue. «Un’amministrazione – si sottolinea – che vuole davvero valorizzare le risorse termali non trascura il collegamento delle sorgenti termali con il paese di Venturina tramite la riqualificazione della vecchia Aurelia». E si arriva alla nota dolente della stazione sottolineando che non andava trascurata « la funzione della stazione ferroviaria per la cui valorizzazione non bastano certo i soldi pubblici spesi a sistemare, malamente, il piazzale smarrito in una confusa e incompiuta lottizzazione». «La coerenza che serve va ben oltre – specificano alla lista civica – evitando in primo luogo di porre in conflitto i diversi settori dell’economia. La valorizzazione delle terme presuppone che si dia nuovo impulso al turismo basato sulle risorse endogene, come i parchi e il sistema rurale dell’intera Val di Cornia». «Richiede la tutela delle nostre colline, come sulla carta ha scritto la stessa maggioranza quando ha posto un limite allo sfruttamento delle cave. Ci risulta invece che mentre festeggia il nuovo nome di Venturina Terme l’amministrazione sia incline, senza particolari cautele, a far proseguire le cave oltre i limiti stabiliti dalle autorizzazioni e dai piani urbanistici. Lo ha già fatto soccombendo alla Regione per la riapertura delle miniere a cielo aperto della Spinosa. Lo sta facendo rifiutando la discussione su un Piano provinciale che identifica Campiglia come il “distretto delle cave”». «Potremmo dirci soddisfatti di avere Venturina Terme nel Comune di Campiglia Cave? Sappiamo benissimo che governare le transizioni è difficile, ma sappiamo anche che, senza rigore amministrativo e concretezza, i buoni propositi restano sulla carta. Quello che proponiamo è l’apertura di un serio dibattito sul futuro della nostra economia avendo il coraggio di guardare in faccia la realtà, senza fuochi d’artificio» conclude Comune dei Cittadini .
Il Tirreno 06.01.2014