«E’ solo una tassa per fare cassa»
«Sulla tassa di soggiorno serve il coinvolgimento pieno degli operatori per evitare un fallimento». A ribadirlo sono Confesercenti, Confcommercio e Cna. «Le amministrazioni comunali della Val di Cornia hanno invece gestito l’introduzione della nuova gabella, noncuranti né delle procedure formalmente corrette né delle buone prassi di concertazione e confronto che si richiedono su temi di scottante e rilevante interesse come quello della tassa di soggiorno.
Eppure ciascuna di loro, seppure con modalità diverse, partecipava agli Osservatori turistici di destinazione: Suvereto e Campiglia avevano votato l’adesione a quello provinciale mentre Piombino e San Vincenzo ne hanno attivato uno proprio locale con relativo Panel di indirizzo.
In ciascuno dei due casi, comunque, lo scopo di questi organismi, così come identificato dalla stessa Regione Toscana, è proprio quello di procedere, attraverso il confronto e la concertazione con i soggetti chiamati a parteciparvi, all’approvazione dell’istituzione della tassa di soggiorno.
Ma soprattutto, la funzione degli Osservatori, è quella di procedere ad individuare le modalità di applicazione e poi la destinazione d’uso degli introiti ricavati dall’applicazione della tassa. L’Osservatorio – continuano le tre associazioni di categoria – è, in altre parole, la sede unica ed insostituibile dove prendere le decisioni relative alle modalità di applicazione ed utilizzo dei fondi della tassa di soggiorno.
Quello che invece si è verificato è che ciascuna Amministrazione è andata avanti per la propria strada, approvando prima l’introduzione della tassa e dopo, come nel caso già di Campiglia e Piombino, anche il Regolamento per l’applicazione della stessa. Il tutto di gran fretta – per poterla applicare già da questa stagione – senza che nell’ambito dell’Osservatorio si fosse attivato il necessario confronto sia sulle modalità di applicazione sia sulla destinazione d’uso degli introiti.
La solita vecchia storia e veniamo a conoscenza delle decisioni dalle pagine dei giornali locali: se una concertazione c’è stata, si tratta di quella che i sindaci hanno fatto tra loro, come se la tassa di soggiorno e l’impatto che questa avrà sul nostro turismo locale fosse cosa che non riguarda chi il turismo lo fa tutti i giorni, gli operatori economici. L’applicazione della tassa è una scelta che, purtroppo, ha ben poco a che fare con gli auspicati progetti di sviluppo di marketing turistico e che invece inciderà ulteriormente sulle difficoltà che gli operatori già incontrano a causa della crisi. A tale proposito sottolineiamo che avevamo chiesto a più riprese alle Amministrazioni Comunali una sospensione delle procedure di applicazione della tassa almeno fino al 2013, in attesa che la crisi economica allentasse la sua morsa».
m. p.
La Nazione 29.02.2012
«Tagliate le spese pubbliche invece di mettere un altro balzello»
«E’ un’assurdità istituire la tassa di soggiorno per l’ anno 2012 vista la difficile situazione economica che sta attraversando il comparto turistico». Così, gli Operatori Turistici di San Vincenzo e Val di Cornia si esprimono e , per fare un esempio della gravità della situazione, emerge come (sondaggi a cura di Ipsos) , «olamente il 15% del totale saranno coloro che si potranno permettere una vacanza al mare». Una realtà che, purtroppo, viene confermata anche dagli stessi operatori che riscontrano un calo vistoso sia di prenotazioni, come di richieste di informazioni rispetto agli anni precedenti. Poi, se a queste difficoltà si aggiunge l’introduzione dell’Imu (con rivalutazione degli estimi catastali di circa il 40%), gli aumenti delle spese tra tasse e varie bollette — dicono gli operatori — appare naturale chiedere se le amministrazioni locali si stiano realmente rendendo conto che tutto questo comporterà un grave danno a tutto il comparto turistico che è la fonte primaria di reddito della cittadina. «Sarebbe opportuno, da parte della nostra Amministrazione, iniziare a tagliare dal bilancio pubblico spese inutili o superflue (incarichi a professionisti esterni, contributi a pioggia, riduzione di dirigenti) «“L’Associazione è fortemente allarmata dalle notizie dove emerge che le risorse provenienti dalla tassa di soggiorno andrebbero a «sanare la Società Parchi Val di Cornia ed andare nella loro totalità a costituire e finanziare un ulteriore ed inutile ente intercomunale che dovrebbe occuparsi di lanciare grandi progetti sul turismo in Val di Cornia».
La Nazione 29.02.2012
Tassa di Soggiorno, gli operatori temono il crollo dei turisti
L’Associazione operatori turistici San Vincenzo-Val di Cornia ribadisce la propria contrarietà all’istituzione della tassa di soggiorno, la cui attuazione è stata prevista dalle amministrazioni comunali della Val di Cornia. L’associazione considera assurda l’istituzione della tassa per il 2012, «vista la difficile situazione del comparto turistico e dell’economia in generale». Gli operatori sostengono che i dati statistici nazionali dimostrerebbero la negatività dell’imposta. «Dalle statistiche a livello nazionale – affermano – emerge che le famiglie che si potranno permettere la vacanza al mare quest’anno saranno soltanto il 15% del totale. Un dato confermato anche da noi operatori turistici, che riscontriamo un calo preoccupante di prenotazioni e anche di semplici richieste di informazioni rispetto agli anni scorsi.
Se a queste difficoltà aggiungiamo che le strutture turistico-ricettive dovranno sopportare l’introduzione dell’Imu con la rivalutazione degli estimi catastali di circa il 40% oltre agli aumenti delle consuete spese annuali tra tasse e bollette, ci chiediamo se le amministrazioni si stiano realmente rendendo conto che tutto questo comporterà un grave danno al comparto turistico. Sarebbe opportuno che la nostra amministrazione – proseguono gli operatori – cominciasse a tagliare dal bilancio spese superflue come incarichi a professionisti esterni e contributi a pioggia, riducendo il numero di dirigenti».
L’associazione si dice allarmata dalla possibile destinazione dei proventi della tassa di soggiorno alla Parchi Val di Cornia. «Siamo allarmati – sostengono – dalla possibilità che le risorse provenienti dalla tassa di soggiorno vadano a sanare la Parchi Val di Cornia, e che possano costituire e finanziare un altro inutile ente intercomunale che dovrebbe occuparsi di grandi progetti sul turismo. Temiamo che tutto questo sfoci nell’ennesimo carrozzone finalizzato ad elargire stipendi a presidenti, consiglieri e politici da ricollocare. Ci chiediamo: ma i nostri amministratori hanno intenzione di spendere i nostri soldi per mantenersi i serbatoi di voti e continuare così a gestire il potere? E’ l’ora che questo modo di governare finisca, non siamo più disposti ad andare oltre. Facciamo notare – aggiunge l’associazione – che nei vari incontri con le autorità, ci è stato sempre assicurato che solo il 15% dei proventi della tassa sarebbe andato alla Parchi e l’85% a favore del turismo sul territorio. Nonostante le perplessità sulla tassa, eravamo comunque disponibili ad un confronto serio e costruttivo su come impiegare i proventi per la riqualificazione del paese e un rilancio del turismo di San Vincenzo. Ma siamo stati avvertiti a cose fatte».
Il Tirreno 28.02.2012