Sull’approvvigionamento idrico dell’impianto di betonaggio delle Lavoriere l’amministrazione nega l’evidenza.
E’ inutile continuare a fare commenti. Meglio far parlare gli atti. Nel piano di lottizzazione in base al quale è stato autorizzato l’impianto sta scritto che “l’approvvigionamento idrico avverrà con sistema duale, per acqua potabile ed acqua di uso industriale. La prima servirà esclusivamente le utenze assimilabili alla civile abitazione (servizi igienici di uffici, docce), la seconda sarà alimentata da un deposito nel quale confluiranno le acque meteoriche, le acque pompate dal pozzo esistente, le acque provenienti dal depuratore di Campo alla Croce e, nel caso di carenze di portata degli altri sistemi, le acque dell’acquedotto potabile”.
La risposta del Comune alla nostra seconda interpellanza (alla prima hanno cercato di non fornirci dati) dice testualmente:
dall’apertura dell’attività da oggi il contatore ASA ha registrato un consumo di 3.606 mc.
nessun prelievo è stato mai effettuato dalla falda
l’impianto privato di acquedotto industriale (quello entrato in funzione solo nel 2009 n.d.r.) consente la fornitura di 8.000 mc/mese di acque reflue metà dei quali sono destinati alla zona artigianale delle Lavoriere.
Se ne deduce chiaramente che, fino ad oggi, l’impianto delle Lavoriere ha utilizzato acqua potabile per usi produttivi, contravvenendo alla prescrizione che impone un approvvigionamento separato tra usi civili e usi industriali. Se l’acqua potabile fosse stata usata solo per usi civili, infatti, il consumo si sarebbe dovuto attestare su qualche centinaio di mc., contro i 3.606 rilevati del contatore ASA.
Il Comune si limita a dire che il nuovo acquedotto industriale – che recupera le acque di scarico del depuratore di Campo alla Croce – “consente la fornitura di 8.000 mc/mese”, ma non è stato fornito nessun dato sull’effettivo utilizzo di quelle acque. Faremo una successiva interpellanza, ma intanto si deve prendere atto che il Comune non ha fatto rispettare ciò che ha prescritto.
Ai coltivatori delle Lavoriere che richiedono acqua per continuare a fare produzioni agricole di qualità il Comune risponde dicendo di rinunciarvi mentre all’industria, in contrasto con quanto prescritto, consente di utilizzare acqua potabile. Ma per il Sindaco va tutto bene.
Campiglia, 14 novembre 2009
COMUNE DEI CITTADINI
«Acqua all’industria ma non all’agricoltura» La lista civica all’attacco per l’uso delle risorse – La Nazione
22.11.2009
«ACQUA all’industria e un secco no all’agricoltura». La denuncia arriva dalla lista civica Comune dei Cittadini che ribatte: «L’impianto delle Lavoriere utilizza acqua potabile, contravvenendo alle prescrizioni». Sull’approvvigionamento idrico dell’impianto di betonaggio delle Lavoriere alla lista civica non sono piaciute le risposte del sindaco Soffritti che aveva detto: «Dall’apertura dell’attività ad oggi il contatore Asa ha registrato un consumo di 3.606 mc; nessun prelievo è stato mai effettuato dalla falda; l’impianto privato di acquedotto industriale (quello entrato in funzione solo nel 2009 n.d.r.) consente la fornitura di 8.000 mc/mese di acque reflue metà dei quali sono destinati alla zona artigianale delle Lavoriere».
«E’ INUTILE continuare a fare commenti. Meglio far parlare gli atti – incalza il capogruppo Massimo Zucconi – nel piano di lottizzazione in base al quale è stato autorizzato l’impianto sta scritto che «l’approvvigionamento idrico avverrà con sistema duale, per acqua potabile ed acqua di uso industriale. La prima servirà esclusivamente le utenze assimilabili alla civile abitazione (servizi igienici di uffici, docce), la seconda sarà alimentata da un deposito nel quale confluiranno le acque meteoriche, le acque pompate dal pozzo esistente, le acque provenienti dal depuratore di Campo alla Croce e, nel caso di carenze di portata degli altri sistemi, le acque dell’acquedotto potabile».
DALLA RISPOSTA del comune se ne deduce chiaramente che, fino ad oggi, l’impianto delle Lavoriere ha utilizzato acqua potabile per usi produttivi, contravvenendo alla prescrizione che impone un approvvigionamento separato tra usi civili e usi industriali. Se l’acqua potabile fosse stata usata solo per usi civili, infatti, il consumo si sarebbe dovuto attestare su qualche centinaio di metricubi, contro i 3.606 rilevati del contatore Asa. Il Comune si limita a dire che il nuovo acquedotto industriale – che recupera le acque di scarico del depuratore di Campo alla Croce – “consente la fornitura di 8.000 mc/mese”, ma non è stato fornito nessun dato sull’effettivo utilizzo di quelle acque. Si prende atto che il Comune non ha fatto rispettare ciò che ha prescritto.
Ai coltivatori delle Lavoriere che richiedono acqua per continuare a fare produzioni agricole di qualità il Comune risponde dicendo di rinunciarvi mentre all’industria, in contrasto con quanto prescritto, consente di utilizzare acqua potabile».
m.p.
Lavoriere, è guerra sull’acqua – La lista Comune dei Cittadini contro il sindaco Soffritti – Il Tirreno 4.12.2009
La sintetica risposta in quattro punti del sindaco Rossana Soffritti all’interpellanza sull’impianto di betonaggio delle Lavoriere non convince Comune dei Cittadini, il gruppo consiliare che l’aveva presentata.
Il sospetto avanzato dalla lista d’opposizione si incentrava sulla violazione delle prescrizioni del piano di lottizzazione, secondo cui: «l’approvvigionamento idrico avverrà con sistema duale, per acqua potabile ed acqua di uso industriale. La prima servirà esclusivamente le utenze assimilabili alla civile abitazione, la seconda sarà alimentata da un deposito nel quale confluiranno l’acqua piovana, le acque pompate dal pozzo e quelle provenienti dal depuratore di Campo alla Croce e, nel caso di carenze di portata degli altri sistemi, le acque dell’acquedotto potabile».
Secondo il documento a firma del primo cittadino, il pozzo esistente all’interno della zona artigianale delle Lavoriere non è mai entrato in funzione, quindi la falda non ha subito alcun prelievo e dall’apertura ad oggi il contatore Asa registrerebbe un consumo di 3.606 metri cubi, vale a dire un consumo in accordo col bilancio idrico del piano di lottizzazione. Questi dati dimostrebbero invece, secondo la lettura di Comune dei Cittadini, che «l’impianto delle Lavoriere ha utilizzato acqua potabile per usi produttivi, contravvenendo alla prescrizione che impone un approvvigionamento separato tra usi civili e usi industriali.
Se l’acqua potabile fosse stata usata solo per usi civili, infatti, il consumo si sarebbe dovuto attestare su qualche centinaio di metri cubi contro i 3.606 rilevati del contatore Asa». Se il Comune sostiene che l’acquedotto industriale consente la fornitura di 8000 mc al mese, il gruppo di minoranza giudica parziale questa informazione, poiché «non è stato fornito nessun dato sull’effettivo utilizzo di quelle acque».
La conclusione netta del gruppo di minoranza è che «ai coltivatori delle Lavoriere che chiedono acqua per continuare le produzioni agricole di qualità il Comune risponde dicendo di rinunciarvi, mentre all’industria, in contrasto con quanto prescritto, consente di utilizzare quella potabile».
FRANCESCO ROSSI