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Corteo “NoSat” dopo la censura del questore, sfila a piedi attraverso Cecina

Luglio 2, 2012
In Economia & Lavoro, Territorio & Ambiente
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IL CORTEO, «smotorizzato» dal questore e ridotto a sfilata «lento pede» dagli organizzatori, ha proposto per le vie di Cecina la protesta dei «NoSat» contro il progetto di trasformazione della Variante Aurelia in autostrada. Un problema sentito se non altro perché di questi tempi pochi accettano di pagare il pedaggio su una strada a quattro corsie, battuta in prevalenza da veicoli locali, gratuita e per giunta ancora in grado di accogliere egregiamente i carichi di traffico a cui è sottoposta in ogni stagione dell’anno. I sessanta centesimi imposti di recente come gabella sul nuovo trattino di autostrada (3 chilomentri a sud di Rosignano) hanno notevolmente incrementato il livello dell’insoddisfazione.
TUTTI MOTIVI 
per cui, pur ridotta per l’intervento della questura, la manifestazione dei NoSat si preannunciava partecipata. Prova ne è che anche polizia, carabinieri e vigili urbani si erano preparati in forze per vigilare sul regolare andamento dell’iniziativa di protesta. Già verso le 9,30 nel parcheggio lungo via della Ladronaia erano più i «controllori» in divisa che i «controllati». Un atteggiamento dettato senz’altro più dalle previsioni della vigilia che dalle necessità sul campo. al punto che alcuni manifestanti giunti di fuori sono stati «controllati» perfino in caserma.
LA MANIFESTAZIONE infatti ha preso corpo solo alle undici inoltrate con oltre un’ora di ritardo. Sotto un sole infuocato, molti minuti sono trascorsi a mettere insieme la sfilata e a cercare di rattoppare un’organizzazione abbastanza naif, soprattutto in considerazione dell’oggetto del contendere. Abbiamo udito chiedere a tale Sergio notizie del megafono che aveva comprato dai cinesi e che non aveva portato perché consumava un mare di pile; abbiamo visto i manifestanti riunirsi tutti insieme dietro l’unico striscione per la foto da consegnare ai giornali mentre magari i giornali hanno bisogno di documentare quel che è, senza ingigantire o sminuire. Uno striscione con la scritta riecheggiante una recente affermazione del presidente Sat Antonio Bargone ( «Asini, api, e cavalli sono nelle teste di governa. Variante libera – No all’Aurelia di 30 anni fa»), talmente largo da non passare, se non avvolto o mal disteso per buona parte delle vie toccate dal corteo. Un attimo prima del via abbiamo infine assistito alla consegna della mappa con l’itinerario del percorso ad uno dei giovani che reggeva lo striscione. Cose minime, indubbiamente, ma anche un inequivolabile segnale che, se l’avversione al pedaggio è forte tra la gente, essa, almeno per ora, non ha trovato forma compiuta in chi cerca di organizzare la protesta. Del resto a marciare ieri sono stati duecento, forse anche meno.
GLI ORGANIZZATORI sottolineano che comunque è l’oggetto della disputa a dare forza al movimento. «Vogliamo che la Variante resti quella di oggi e non ci venga espropriata — dice Alessandro Lucibello Piani —. Essa è nata trent’anni fa per superare le difficoltà di transito sulla vecchia Aurelia che ora, con il pedaggio, potrebbe tornare a popolarsi di veicoli».
L’ITINERARIO della sfilata ha toccato, dal parcheggio della Ladronaia, la via verso l’ospedale, poi alla rotonda è stato imboccato viale Marconi fino a Piazza della libertà dove c’è stata una sosta mentre ossessivamente un altoparlante stava ripetendo: «Attenzione: i politici hanno decretato la morte della Variante». Frase che evidentemente a qualcuno dentro il corteo non è piaciuta se è vero che dal microfono è uscita una puntualizzazione per togliere dal mazzo di “quei politici killer”, i rappresentanti delle liste civiche e segnatamente dell’Idv, presente alla manifestazione con le proprie bandiere, e del Movimento Cinque Stelle. Scontata la immediata precisazione alla precisazione con il rappresentante di Rifondazione comunista pronto ad intimarte l’alt: «Questo è un movimento trasversale». Ovvero nessuno si provi a mettere il cappello sulla bandiera dei NoSat.
ANCORA un paio di giri lungo le vie del centro (viale Italia. via Diaz, via Rosselli, via Roma e quindi il rientro in Piazza della libertà) e i manifestanti hanno imboccato Corso Matteotti per fermarsi proprio sotto le finestre chiuse (ma da giurare che dentro qualcuno in ascolto c’era) della sede del Partito democratico cecinese. Alcuni di interventi non hanno proprio lisciato il pelo al partito di Bersani. Si è passati dal «mandiamoli tutti a casa» ad «inciuci e lobby sono ormai un sistema».
DEI SINDACI (sono 53 quelli che dovrebbero avere l’esenzione dal pedaggio secondo la Regione) era presente solo quello di Montescudaio, Aurelio Pellegrini (“Io resto fedele ai delibera del mio consiglio comunale che non vuole l’autostrada».
Fiorenzo Bucci
La Nazione 02.07.2012
I NO SAT non si arrendono e dopo il no del Questore di Livorno sfidano il caldo afoso dell’anticiclone africano (denominato Caronte) organizzando oggi sabato 30 giugno 2012 una manifestazione pubblica di protesta per le assolate vie del centro di Cecina. Circa duecento le persone presenti alla sfilata provenienti principalmente dalla Val di Cecina e da Livorno.

Un “pubblico” variegato, di giovani e meno giovani, dai giovani “rasta”  alle signore eleganti col cappello, tutti comunque cittadini comuni non abitudinari alla protesta ma piuttosto convinti che  l’autostrada sulla variante peggiorerà la qualità della vita di tutti i residenti, e che quindi hanno deciso di protestare questa mattina  per il “furto della Variante Aurelia”. L’obbligo di manifestare a piedi ha permesso ai manifestanti di far passare il messaggio che un domani con l’autostrada aumenterà il traffico anche nel centro di tutti i comuni,  e quindi hanno bloccato simbolicamente i vari incroci per simulare le code dei residenti bloccati nel traffico delle macchine incolonnate.
Tra gli altri slogan che venivano scanditi dai manifestanti: pericolosità delle strade alternative, prima fra tutte la vecchia Aurelia, con la scia di sangue sulle strade come avveniva fino a 20 anni fa, la variante Aurelia che è già stata pagata con i soldi dei contribuenti, l’aumento generalizzato dei prezzi della merce a causa del pedaggio, eccetera.
Tra i partiti presenti c’erano  alcune bandiere dell’Idv,  di Legambiente e anche una No-Tav. Tra i manifestanti che hanno preso parola uno ha ricordato che anche se le pubbliche amministrazioni (tutte a guida Partito Democratico, ndr.) sono d’accordo per l’opera,  ci sono comunque molti gruppi politici come IDV, 5 Stelle e altre liste civiche e associazioni di categoria che sono contrarie all’opera. Un altro manifestante è intervenuto ribadendo che anche Rifondazione Comunista è contraria all’opera, ma che il movimento NO SAT deve comunque rimanere apolitico.
 Sicuramente se la manifestazione originale non fosse stata bloccata dal Questore, e fosse realizzata con le auto, visto il caldo afosissimo di oggi, i numeri sarebbero stati sicuramente maggiori, ma già da quello che si è visto oggi, si capisce che il dissenso non è quello di uno sparuto gruppo di “comitati sempre contro a tutto” ma di una popolazione che non accetta passivamente la cessione ad un privato di una opera pubblica che già oggi è sufficiente per il traffico del territorio.
Giuseppe Trinchini
Corriere Etrusco
 
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