Avevamo distinto chiaramente da settimane che nell’affrontare la vicenda centro Covid a Campiglia ci fossero state alcune defezioni.
Nel rifiuto della Maggioranza di inviare alla Magistratura un esposto unitario, nella rivendicazione del progetto Covid negativi, nell’indisponibilità a richiedere l’immediato smantellamento del centro Covid, prerequisito per ripristinare i servizi preesistenti, avevamo capito che Sindaco e vertici ASL avevano fatto la pace. Ammesso e non concesso che veramente ci sia mai stata battaglia.
Oggi si festeggia l’arrivo di 20.000€ di attrezzature, mentre nella struttura i percorsi dei pazienti covid e degli utenti diretti al centro orto protesico si intrecciano come sempre e perdurano le gravi carenze sempre denunciate nell’organizzazione della struttura e sull’isolamento del sito Campigliese rispetto ai centri attrezzati in caso di emergenze.
Ma con quelle attrezzature, arrivate secondo il dirigente ASL perché – con l’operazione Covid – la struttura di Campiglia ha raggiunto livelli di centralità nel Sistema Sanitario Nazionale che mai aveva potuto sperare, la pace è fatta, tutto è a posto, si fanno foto di rito con cartellini e mascherina d’ordinanza.
La felicità e la soddisfazione fanno presto dimenticare i disagi dei cittadini cui si sono sottratti servizi, le carenze del reparto Covid a danno di utenti, operatori e comunità, la contraddizione di aver sospeso e spostato i servizi al primo piano per ragioni di sicurezza ma aver lasciato aperto il centro orto protesico al secondo piano …
E’ successo come nella miglior tradizione della politica – p minuscola – della Val di Cornia.
Gruppo 2019