«IL COMPORTAMENTO degli amministratori sull’emergenza idrica in Val di Cornia è incredibile. Anziché attuare seri progetti per attenuare gli effetti della siccità e pianificare interventi per rendere meno acuti i futuri deficit idrici, sindaci e giunte si affidano all’Asa». Inizia così il duro attacco ai comuni della Val di Cornia delle tre liste civiche Forum del Centrosinistra per San Vincenzo, Uniti per Suvereto e Comune dei Cittadini per Campiglia sulla questione della grave crisi idrica che sta interessando il territorio.
«SI AFFIDANO cioè al gestore che, per definizione — si afferma — non dovrebbe affatto dare indirizzi o pianificare strategie. Per quello dovrebbero esserci gli amministratori che, invece, lasciano di buon grado il compito a chi ha tutto l’interesse a fatturare sempre più metri cubi d’acqua. Siamo di fronte ad un probabile prossimo razionamento a meno che non vi siano precipitazioni eccezionali nella tarda estate. Eppure i nostri amministratori non conoscono la gravità della situazione e non hanno un’idea per superarla. Emblematico quanto detto nel consiglio comunale di San Vincenzo dove, discutendo una nostra mozione, l’amministrazione ha visto bene di affidarsi ad una relazione dell’Asa in cui si affermava che le perdite sono all’11%, dando solo la perdita primaria e non la secondaria che porta al 43% il dato nell’Ato e sfiora il 50% in Val di Cornia, e come possibili soluzioni, anziché agire sugli sprechi e sui consumi, si proponeva di dissalare l’acqua dei pozzi ormai contaminati dal cuneo salino. Una filosofia che acuisce la crisi idrica e rischia di compromettere in modo irrimediabile il bilancio idrico della zona. L’Asa non può pianificare, non possono farlo neppure gli altri soggetti che, a vario titolo, operano nel settore come Asl, Arpat e Consorzio di Bonifica. Questi soggetti devono essere coinvolti per ottenere un risultato più incisivo ma non possono e non devono sostituirsi agli indirizzi gestionali e strategici di una risorsa fondamentale come l’acqua».
E ANCORA: «Occorre che le amministrazioni abbiano chiaro un piano di riduzione dei consumi e che esigano finalmente gli interventi necessari alla riduzione delle perdite. Nuovi campi pozzi, dissalatori costosi ed inquinanti o altri interventi finalizzati non alla corretta gestione ma a sprecare più acqua immettendone quantità crescenti nei tubi ormai marci dell’acquedotto, sono proprio quelli che stanno condannando la Val di Cornia alla prospettiva del razionamento idrico permanente. I sindaci tirino fuori i loro piani per intervenire sul servizio idrico e proviamo ad analizzarli per evitare danni ai beni comuni. È estremamente urgente farlo ora, anzi, siamo già abbastanza in ritardo».
La Nazione 13.08.2012