«Prima di venire qui sono stato a visitare lo stabilimento della Lucchini e lo trovo bellissimo». Nell’“Agorà” della Festa nazionale dell’economia e del lavoro del Pd partono gli applausi alle parole di Claudio De Vincenti, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, l’uomo che per il governo sta più direttamente seguendo le vicende del polo siderurgico piombinese.
In fabbrica, De Vincenti ha incontrato l’ad della Lucchini Francesco Chindemi, quello della Magona Leandro Nanniperi e il sindaco Gianni Anselmi per fare di nuovo il punto sulla situazione. Le sue parole rassicurano la platea, dirigenti d’azienda e sindacalisti presenti al dibattito. «Posso capire che ci sono problemi ambientali – prosegue De Vincenti – però lo stabilimento siderurgico è una costruzione straordinaria, sono delle macchine stupende. A me l’industria piace. E non mi piace quando mi si dice che salute e lavoro non sono conciliabili».
Va poi a fondo, fino a toccare le vicende dell’Ilva di Taranto. «Naturalmente c’è la storia di mezzo. Il modo con cui abbiamo costruito la Finsider a suo tempo rispondeva a criteri diversi. Per fortuna oggi abbiamo una consapevolezza sui problemi ambientali e sulla salute molto più forte. Dobbiamo modificare, ripensare l’industria tenendo conto che oggi c’è una giusta sensibilità, diversa da quella di 50 anni fa quando certi impianti siderurgici vennero costruiti». «Però – prosegue – dobbiamo anche avere il senso della storia. L’industria evolve. Penso all’Ilva di Taranto…
Ha fatto passi avanti sul terreno ambientale, non è vero che non ha fatto niente, magari non abbastanza. Magari oggi la sfidiamo a fare di più. Però dico viva l’Ilva di Taranto, viva l’industria nel nostro Paese». È stato un confronto serrato quella alla festa del Pd sulle politiche industriali, quelle che ci sono e quelle che ci aspetta dal governo Monti. Il sottosegretario, stimolato da Enrico Ceccotti, responsabile della politica industriale del Pd nazionale, da Paolo Bonaretti direttore dell’Aster, da Gianfranco Simoncini assessore al Lavoro della Regione, dal sindaco Gianni Anselmi e dall’onorevole Andrea Lulli responsabile della commissione economia del gruppo parlamentare Pd, ha difeso le liberalizzazioni decise dal governo Monti.
«Da un lato siamo impegnati alla gestione delle emergenze, ahimè non poche, dall’altro stiamo lavorando a riorganizzare l’industria dando priorità alla ricerca, all’innovazione e all’internazionalizzazione delle imprese». Riprendendo l’intervento del sindaco Anselmi, De Vincenti ha condiviso la necessità di ricostruire le condizioni di competitività strutturale dell’industria. Ed ha citato a questo proposito gli interventi per le aree di crisi previsti dal “decreto sviluppo”, quelli a cui anche Piombino guarda per superare in positivo la crisi che attanaglia le sue industrie.
La presenza dello Stato? Il tema è stato riproposto dal sindaco ma per risolvere problemi infrastrutturali, energetici di bonifica e riuso di aree dismesse. De Vincenti ha rifiutato l’idea di uno Stato che interviene per rilevare industrie in perdita. Ha anche polemizzato con la Camusso, ma ha lasciato la strada aperta alle industrie che hanno da spendere un futuro. E la siderurgia è ancora strategica per il Paese? Alla domanda a bruciapelo, mentre stanco sale in macchina per tornare a Roma, De Vincenti replica: «Assolutamente sì».
Giorgio Pasquinucci
Il Tirreno 04.09.2012
Condivido la posizione del sig. Pazzagli sulla agricoltura della Val di Cornia.
Le cave costituiscono un vero degrado ambientale incopatibile con il turismo e anche con la vita dei cittadini che amano i paesaggi naturali. Qualenque siano le ragioni dell’attuale stato delle cave bisorebbe che tutti, maggioranza e opposizione, si impegnassero per isolvere il problema ambientale.