I giorni di pioggia sono giorni di crescente sofferenza per il museo del lavoro. «Quando piove – dichiara Gianfranco Benedettini, assessore all’urbanistica (nonché membro del direttivo del museo) – sto più in pena per gli attrezzi all’interno del museo che non per eventuali danni che dovessi subire a casa mia». Il problema non è dato solo dalle infiltrazioni, quanto da un vero e proprio buco nel tetto. «Prima – prosegue Benedettini – c’erano degli allagamenti all’interno del padiglione, mentre ora piove direttamente sugli oggetti. Per quanto riguarda le macchine, queste creano meno preoccupazioni perché anche quando erano in uso venivano lasciate all’aperto.
I panieri, le ceste ed altri oggetti in vimini e paglia invece stanno per essere danneggiati irreparabilmente». Entrando dall’ingresso della fiera, in alto a destra, c’è nel tetto questo buco di cui parla Benedettini, che permette di vedere il cielo, il che non è proprio rassicurante. Perché non si interviene per ripararlo? «Perché quel tetto è in amianto ed i nostri operai non ci vogliono lavorare. Bisogna indire una gara d’appalto per dare incarico ad una ditta che provveda». Sulle ragioni del ritardo o sui tempi di assegnazione dei lavori l’assessore all’urbanistica sostiene suo malgrado di non poter dare risposte. L’allarme museo del lavoro è stato più volte dato anche da uno dei suoi padri fondatori,
Coraldo Cavicchi. L’ennesimo richiamo alle istituzioni Cavicchi lo ha fatto con una lettera inviata al sindaco di Campiglia, al prefetto di Livorno, all’onorevole Velo, alla presidenza del consiglio, al secondo dipartimento “ambiente e territorio” della provincia di Livorno ed alla direzione generale politiche territoriali e ambientali della Regione Toscana. La lettera contiene le proposte di Cavicchi per il rischio delle bombe d’acqua, ma in chiusura contiene questa affermazione: «Un altro valido esempio di opera che non meriterebbe il disinteresse dimostrato, lo abbiamo con le prese in giro che riguardano il tesoro che è dentro il museo del lavoro di Venturina, da quasi venti anni allagato periodicamente, col pericolo della distruzione di 10mila pezzi della nostra storia». Il sindaco Soffritti ha risposto affermando che «a breve verrà data soluzione anche ai problemi del museo del lavoro».
Dal canto suo, il comitato cittadino, quale ente gestore del museo, afferma, per bocca del vice-presidente Gianpiero Botrini, che sono state inviate segnalazioni al comune: «La ristrutturazione del padiglione è stata trascurata ed ora la situazione è peggiorata. Ci sono dei reperti – prosegue Botrini – come quelli sulla parete, ruote ed oggetti in vimini, che rischiano di essere compromessi. Ci è stato risposto che la situazione finanziaria è critica e bisogna seguire la scala delle priorità. Noi ne prendiamo atto e ci limitiamo a mettere in evidenza i problemi in qualità di guardiani. L’unico che può intervenire è naturalmente il Comune che è proprietario del museo del lavoro».
Luca Rossi
Il Tirreno 16.01.2013