Tutto da rifare per i progetti di impianti fotovoltaici progettati in Val di Cornia. Lo schema di decreto, che sarà probabilmente approvato tale e quale mercoledì prossimo dal governo, prevede infatti l’eliminazione di qualsiasi contributo per il fotovoltaico a terra e ridimensiona sensibilmente anche quelli per l’eolico. A Piombino sono due i progetti di impianti fotovoltaici più grossi, uno presentato dalle Officine Balsini di Pescara a Bocca di Cornia per 18 Mw, l’altro della stessa potenza a Montegemoli, senza contare quello del Comune, per altri 6 Mw, che sembra ormai naufragato. Con il “Quinto conto energetico”, con lo scopo dichiarato di alleggerire le bollette, il fotovoltaico a terra è stato di fatto cancellato, visto che è assai improbabile che si trovino imprenditori disponibili a investire senza incentivi. Non nasconde certo il suo disappunto Oreste Balsini. «Abbiamo presentato il nostro progetto nel 2010 e, dopo un iter lunghissimo, mancava solo l’autorizzazione definitiva della Provincia. Ora dovremo cambiare il progetto. Per avere il contributo dello 0,20%, dovremo optare per il solare termodinamico, la possibilità di installare pannelli fotovoltaici e rimasta solo nel caso della copertura di serra, non superando però il 50% della superficie. In tutti i casi l’impianto non dovrebbe superare i 5 Mw». Balsini se la prende con il governo, il cui scopo sarebbe quello di proteggere l’Enel, ma non sembra intenzionato a mollare.
In Bocca di Cornia la sua azienda ha già una opzione per l’acquisto di 43 ettari di terreno. Ovviamente sul fotovoltaico i punti di vista sono diversi. Che si tamponi la corsa ai pannelli non dispiace affatto a Luigi Pennisi, della società Fera di Milano, che in una zona tra la Dalmine e la Lucchini ha presentato un progetto per impiantare sei pale eoliche. «In un anno – sostiene – in Italia è stata installata un terzo della potenza mondiale generata da impianti fotovoltaici. Gli incentivi sono stati forti, spesso a scapito delle produzioni agricole». Ma le cose non vanno bene neppure per la Fera, anche se non rinuncia a portare avanti il progetto di Piombino, che ha già superato la fase della valutazione d’impatto ambientale. In ballo un investimento da 26 milioni per produrre 38.700 Mwh all’anno di energia pulita.
«Quando abbiamo avviato il progetto i contributi erano di 180 euro a Mwh, poi siamo passati a 150 ed ora a 127. Non escluso che da qui a quando cominceremo a realizzare l’impianto ci sia la possibilità di disporre di macchine più efficienti, ma è chiaro, che i provvedimenti del governo danno un bel colpo alle rinnovabili». Ma a preoccupare di più è l’incertezza. «Il Gse (gestore dei servizi energetici) chiederà ai fornitori di partecipare ad aste al ribasso, fino a raggiungere il tetto della produzione massima stabilità – spiega Pennisi – Saranno via via preferiti gli impianti che riescono a fare i prezzi migliori, fino a raggiungere la potenza stabilità, tutti gli altri rim Così come stanno le cose, se lo schema del decreto non venisse cambiato, le imprese che decidono di investire in energie rinnovabili non avrebbero assolutamente la certezza, dunque, di ottenere i contributi. l decreto non mette invece a rischio il progetto dell’Asiu, che prevede di installare il solare termodinamico in un area industriale vicina alla discarica. Una situazione che ha sollecitato anche l’intervento del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, secondo il quale la riduzione degli incentivi «sarebbe un disastroso passo indietro». E per questo Rossi, insieme all’assessore all’ambiente Bramerini e al responsabile della Green economy del Pd Realacci, ha chiesto al ministro Passera un impegno coerente «per stabilizzare gli incentivi a livello europeo e di confermare le detrazioni per l’efficienza energetica».
Giorgio Pasquinucci
Il Tirreno 05.05.2012