Il PD di Venturina, con Raspolli, ripropone una tesi del tutto legittima secondo la quale grandi distese di pannelli solari nelle campagne sono un’opportunità per l’economia agricola della Val di Cornia. Noi la pensiamo diversamente e non per questo riteniamo di essere filogovernativi, leghisti, in caccia di voti, poco seri.
Tralasciamo il fatto che, contrariamente a quanto asserito da Raspolli, la superficie complessiva dei Comuni di Piombino, Campiglia e Suvereto è di 305 chilometri quadrati e non 445 (dati Comuni-Italiani.it) e che la superficie agricola utilizzata risulta di circa 14.000 ettari, comprensiva di prati e pascoli e non 22.000 (dati censimento dell’agricoltura), resta da valutare l’impatto dei pannelli solari sul nostro territorio rurale.
Raspolli stima che, tra autorizzati e presentati, nei Comuni di Campiglia M.ma, Piombino e Suvereto, saranno realizzati circa 160 ettari di pannelli fotovoltaici in campagna. Non conosciamo la fonte delle sue informazioni, ma prendiamole pure per veritiere. Non è davvero poca cosa, se si pensa che si tratta di progetti presentati in soli due o tre anni e che sottraggono l’1,1% del territorio rurale, equivalente a quello di 16 medie aziende agricole. Raspolli pensa che ci si debba fermare o che, come hanno previsto i Comuni, si debba proseguire senza nessuna limitazione nella realizzazione di grandi impianti fotovoltaici nelle campagne dalla ferrovia fino al mare? In tal caso il consumo di suolo agricolo è destinato a crescere ancora e con esso gli impatti sul paesaggio rurale che, nella Val di Cornia, è anche un fattore qualificante dell’economia turistica.
Per Raspolli questo è un gran bene, perché rende di più un campo di pannelli solari che un campo coltivato per fini agricoli. Dunque più energia e meno carciofi.
La nostra posizione sulle ER è nettissima. Siamo favorevoli al loro sviluppo, così come siamo contrari ad intraprendere l’avventura nucleare nella quale vorrebbe portarci il governo.
Cosa pensiamo di fare lo abbiamo già detto: privilegiare i tetti dei capannoni e delle abitazioni, i parcheggi, le aree urbanizzate, le aree industriali, le cave dimesse e le aree degradate che hanno perso la vocazione agricola. Preferiamo gli impianti diffusi integrati nelle abitazioni e nelle aziende ai grandi impianti industriali. In sostanza vorremo più energia, più carciofi e più tutela del paesaggio rurale.
Per la verità a pensarla diversamente da Raspolli non siamo solo noi del Comune dei Cittadini, ma la stessa Regione amministrata dal PD che sembra ora voler mettere un freno al dilagare dei grandi impianti industriali nelle campagne.
Libero il PD di Venturina di pensarla come vuole. Liberi noi di ritenere che questa sia una posizione sbilanciata a favore di interessi particolari e poco attenta all’interesse generale dei nostri territori e della nostra economia.
24 marzo 2011
Comune dei Cittadini
SULLA STAMPA:
«Troppo fotovoltaico, il Pd sbaglia»
La lista civica contesta i dati sulle superfici usate
Puntuale giunge la replica di Comune dei Cittadini alla presa di posizione sul settore fotovoltaico del Pd venturinese, espressa da Enzo Raspolli, secondo cui «le grandi distese di pannelli solari nelle campagne sono un’opportunità per l’economia agricola della Val di Cornia».
La lista civica contesta alcuni dati, cioè la superficie complessiva dei comuni di Piombino, Campiglia e Suvereto, perché secondo Comune dei Cittadini che riporta i dati del sito Comuni-Italiani.it sarebbe di 305 chilometri quadrati e non 445 (e lo stesso di conseguenza per la superficie agricola utilizzata, 14.000 ettari e non 22.000 come indicato da Raspolli). «Raspolli stima che, tra autorizzati e presentati, a Campiglia, Piombino e Suvereto saranno realizzati 160 ettari di pannelli in campagna. Non conosciamo la fonte delle sue informazioni – prosegue la lista civica – ma prendiamole per vere. Non è poca cosa, se si pensa che si tratta di progetti presentati in soli due o tre anni e che sottraggono l’1,1% del territorio rurale, quello di 16 medie aziende agricole. Raspolli pensa che ci si debba fermare o che, come hanno previsto i Comuni, si debba proseguire senza limitazioni nella realizzazione di grandi impianti fotovoltaici nelle campagne, dalla ferrovia fino al mare? In tal caso il consumo di suolo agricolo è destinato a crescere e con esso gli impatti sul paesaggio rurale che, nella Val di Cornia, è anche un fattore qualificante dell’economia turistica».
«Se – sostiene Comune dei Cittadini – per Raspolli questo è un gran bene, perché rende di più un campo di pannelli solari che un campo coltivato per fini agricoli, la nostra posizione è nettissima, e diversa, condivisa dalla stessa Regione amministrata dal Pd, che sembra ora voler mettere un freno al dilagare dei grandi impianti industriali nelle campagne».
Il gruppo consiliare di opposizione si dice favorevole allo sviluppo delle energie rinnovabili: «Bisogna privilegiare i tetti dei capannoni e delle case, i parcheggi, le aree urbanizzate e industriali, le cave dismesse e le aree degradate che hanno perso la vocazione agricola. Preferiamo gli impianti diffusi integrati nelle abitazioni e nelle aziende ai grandi impianti industriali. In sostanza, più energia, più carciofi e più tutela del paesaggio rurale». (f.r.)
Il Tirreno 25.3.2011
Il 23.3.2011, Enzo Raspolli scriveva:
Fotovoltaico, visti i numeri l’agricoltura non rischia.
Sul “pericolo” del fotovoltaico che mangia il territorio agricolo, che rovina l’agricoltura, che sottrae carciofi si sono spesi fior di architetti ed urbanisti. Allora esaminiamo, sottovoce, i numeri di questo disastro, prendendo ad esempio un territorio particolarmente “massacrato” dal fotovoltaico.
La superficie dei comuni di Piombino, Campiglia e Suvereto, sul cui territorio sono presenti gli impianti fotovoltaici “distruttivi” è di 445,55 chilometri quadrati (dati Comuni-Italiani.it). Ne consegue che sono 44.555 ettari. Facciamo una riduzione del 50% perché una parte del territorio è urbanizzata. Rimangono 22.000 ettari.
Finora, tra autorizzati e presentati, i progetti coprono 80 ettari di terreno (esageriamo). Mettiamo di raddoppiare (ma dopo il decreto Governo-liste civiche è una illusione) e mettiamo di costruire fotovoltaico per il doppio di quello finora presentato. Siamo a 160 ettari. Una invasione, direbbe un architetto in caccia di voti. Invece sono lo 0,72 % del territorio agricolo.
Nel frattempo l’incolto è arrivato al 30% del territorio agrario, ma perché parlarne, mica si possono attaccare i sindaci, per questo.
Dire che la riduzione dello 0,72% del territorio coltivabile è la rovina dell’agricoltura è fare la peggiore politica, agitando pericoli inesistenti. Lo stesso metodo della Lega, che ha utilizzato le paure dei cittadini per costruire consenso.
Facciamo ora un altro conto. Se l’investimento per il fotovoltaico è fatto direttamente dal coltivatore, le rese economiche sono maggiori; ma mettiamo l’ipotesi peggiore: che questi 160 ettari siano dati in affitto ad aziende che investono nel fotovoltaico e che offrono 4.000 euro per ettaro all’anno. Si tratta di una resa economica di 640.000 euro all’anno che va nelle tasche, molto disabitate, di molti contadini della Val di Cornia.
Si tratta del maggiore reddito agrario da singola “coltura” nella Val di Cornia, ma questi “amici” dei coltivatori sono contrari. Sulla questione del fotovoltaico i numeri confermano quindi che tutta la campagna di allarme si fonda sulla disinformazione e sul terrorismo psicologico. Le persone serie discutono di altro e cioè dove collocare le energie rinnovabili per avere minori impatti visivi e non impegnare i terreni irrigui e più produttivi.
Ed è stata giusta l’idea dei Comuni di concentrarli sui tetti, nelle aree agricole improduttive (zone con acque salate) e comunque sottoporre i progetti ad una autorizzazione selettiva. È la differenza tra essere progressisti ed essere leghisti.
ENZO RASPOLLI (PD VENTURINA)
Il Tirreno 23.3.2011
VAL DI CORNIA: IL PD E LE ENERGIE RINNOVABILI
Corriere Etrusco 26.3.2011