Campiglia Comune gioisce. Ha vinto e governerà ma facciamo notare che mai nessun sindaco campigliese era stato eletto con meno del 50% dei voti validi. Ticciati si ferma al 44,3% e sarà bene ricordare che tra il 29% di astenuti, le schede bianche e nulle, dalle urne esce un sindaco che ha ottenuto il consenso del 30% degli aventi diritto al voto.
C’è poi un chiaro scollamento tra Campiglia e Venturina. Nelle due sezioni di Campiglia prevalgono i voti del Gruppo 2019 e il primo cittadino dovrà gestire il dato dell’altissimo numero di preferenze rispetto ai voti totali alla sua lista, indice di un gran lavoro dei candidati al consiglio ma di un gradimento molto inferiore per la coalizione che sostiene Ticciati.
GRAZIE CAMPIGLIA
Il Gruppo 2019 ottiene due risultati storici: vince nelle due sezioni di Campiglia (staccando di 10 punti percentuali l’attuale Sindaco nella 2) e ottiene il maggior consenso mai registrato da una lista non PD nella storia del comune. Questo tuttavia non basta. Solo in altre tre sezioni il Gruppo 2019 è riuscito a tenere testa a Campiglia Comune, nelle altre il distacco è stato notevole e per una lista nata per amministrare l’obiettivo non è stato traguardato.
La lista Marconi Sindaco arriva sempre terza, in tutte e tredici le sezioni. Un voto con pochissime preferenze espresse e concentrato su Venturina. La lista, che dichiarava di voler rappresentare i cittadini di orientamento di centrodestra ottiene molto meno della metà dei voti del centrodestra alle elezioni europee ma si dichiara soddisfatta del risultato. Si potrebbe dire che chi si accontenta gode ma resta il dubbio che il desiderio di impedire al Gruppo 2019 di realizzare il cambiamento amministrativo sia stato appagato dalla vittoria della Ticciati.
OLTRE LE CIFRE
Questi i numeri e di lì non si scappa. Ma se la politica guarda solo ai numeri danneggia la comunità, perché ai seggi non c’erano né numeri, né automi, né croci. C’erano i cittadini di Campiglia Mma, le loro speranze, le loro paure, le loro disillusioni, ordinatamente in fila ad aspettare il proprio turno.
Se non si capisce questo e non si tributa il massimo rispetto a tutti coloro che sono andati a votare, si perde il significato della democrazia, parola tanto abusata per colpire l’avversario, quanto obliata nell’orientare la propria condotta di governo.
Sappiamo bene, legge elettorale alla mano, che l’importante per avere una maggioranza bulgara, è prendere un voto in più. Chi ha vinto ne è tanto consapevole che attacca sempre e solo il Gruppo 2019 visto che la frammentazione prodotta dall’altra lista ha spianato la strada al primo governo di minoranza della storia campigliese. Ma se la politica ha un senso e serve a qualcosa, non si può ignorare che il principio democratico di rappresentanza impone a chi governa ben altro ascolto dei rappresentanti delle opposizioni rispetto al passato.
Vedremo quali saranno i primi atti della nuova amministrazione, purtroppo le prime dichiarazioni della nuova sindaca per tono e contenuto sono più adatte ad un candidato o ad una leader di partito piuttosto che ad una figura istituzionale che dovrebbe garantire tutti e rappresentare l’intero corpo elettorale.
Non è obbligatorio abbandonarsi al retorico “sarò la sindaca di tutti”, sebbene un sindaco eletto con il 44% farebbe bene a dichiararlo, ma attaccare la minoranza come prima urgenza del nuovo sindaco non è solo una caduta di stile ma un sintomo molto preoccupante di un’assenza di distinzione tra istituzioni e partito che questo territorio farebbe bene a superare.
Attaccare poi uno dei due candidati sindaci al ballottaggio nel comune di Piombino non solo è politicamente maldestro ma istituzionalmente molto scorretto. Principio si giolivo ben conduce…
Gruppo 2019
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