I sindaci della Val di Cornia bocciano l’Imu bis. La superstangata sulla casa non verrà amplificata. La nuova imposta inserita nel decreto semplificazioni non convince gli amministratori locali.
E non perchè disdegnerebbero il recupero di un po’ di risorse da destinare alla realizzazione di opere pubbliche. Soprattutto se verranno confermate le ultime notizie ricevute in queste ore da alcuni enti locali, in base alle quali i trasferimenti dallo Stato subiranno un altro taglio che a Campiglia potrebbe significare meno 750 mila euro sul milione e 800 mila previsto. E’ il salasso ulteriore ai danni delle famiglie e delle imprese che induce a tirare il freno.
Con l’Imu bis i Comuni avranno la possibilità di applicare un altro 5 per mille su tutti gli immobili. Prima casa inclusa. Gli introiti saranno finalizzati a finanziare, anche integralmente, ogni genere di lavori pubblici. Insomma, un’imposta di scopo che, teoricamente, potrà avere la durata massima di 10 anni. In linea di principio, chi amministra il comprensorio si dice favorevole al fatto che ci sia un avvicinamento tra il prelievo fiscale e la sua destinazione finale. «E’ anche una questione di trasparenza», afferma il sindaco di Suvereto, Giampaolo Pioli che, però, esclude di ricorrere alla novità che arriva in coda ad una manovra pesantissima. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è Gianni Anselmi per il quale c’è un problema di sostenibilità delle scelte,soprattutto se in contemporanea non si procede ad una riduzione della pressione fiscale nazionale.
«Se il punto è dare respiro agli investimenti, – dice – che allentino i vincoli del patto di stabilità. Ci facciano spendere almeno una parte dei soldi che abbiamo, senza colpire ancora i cittadini. E poi, tassiamo i grandi patrimoni e le rendite finanziarie, oltre a colpire l’evasione». Rossana Soffritti fa un ragionamento analogo. «Come in altri Comuni, anche Campiglia ha un bilancio sano e disponibilità economiche da liberare attraverso la revisione dei criteri sulla stabilità. Il tessuto sociale non può reggere altro». Neanche Michele Biagi punta sull’Imu bis: «A San Vincenzo – afferma – abbiamo fatto uno sforzo importante per indirizzare le risorse verso l’agevolazione delle politiche sociali e di chi produce reddito. E non faremo marcia indietro».
Il Tirreno 22.04.2012