«No al taglio di fondi alla Parchi» Per Giampiero Amerini (Fli) è un errore
.Il capogruppo di Futuro e libertà, Giampiero Amerini, interviene su due argomenti che hanno trovato molto spazio nelle cronache degli ultimi tempi: il Comune unico e la società dei Parchi.
In particolare ribadisce che Futuro e Libertà è nettamente contrario a tagliare i finanziamenti alla Parchi Val di Cornia.
«I Comuni azionisti della Parchi indicano alla società le linee programmatiche da seguire e quindi, sulla base di quanto stabilito, devono fornire le necessarie risorse finanziarie. Il lavoro della Parchi – prosegue Amerini – è molto importante per lo sviluppo del territorio. Anche se, come affermato dall’assessore, non si tratta di taglio totale dei finanziamenti, ma di una riduzione (non quantificata), non possiamo ugualmente accettarlo».
L’altro punto su cui Futuro e libertà non concorda è la gestione dei parcheggi lungo le coste.
«Quei parcheggi, costruiti dal Comune di Piombino con i soldi pubblici – prosegue – non possono continuare ad essere dati in concessione gratuita alla Parchi, come avviene attualmente, ma devono essere gestiti in proprio dal Comune. Quello di Piombino, insomma, oltre alla quota che gli spetta in proporzione alle azioni, contribuisce a pareggiare il bilancio della Società anche con i proventi dei parcheggi, e questo non è affatto giusto».
Il Tirreno 11.3.2011
Carrozzone o motore di sviluppo, sulla Parchi i partiti si dividono
Per Valerio Fabiani (Pd) non si mette in discussione il valore strategico della società ma si devono fare i conti con le risorse
Fa discutere la cancellazione dei finanziamenti diretti alla Parchi da parte del Comune di Piombino (l’unico). Per Valerio Fabiani (segretario federazione Pd Piombino-Val di Cornia-Elba) il taglio operato nel bilancio piombinese «non mette in discussione il valore strategico della società né il contributo che i parchi hanno dato e stanno dando alla diversificazione, incentivando un turismo di qualità che è ormai diventato un fiore all’occhiello per tutta la Val di Cornia».
Secondo Fabiani, però, «non si può far credere che tutto possa rimanere come prima della crisi, ignorando quella progressiva diminuzione di risorse precipitate dopo l’ultima manovra economica. Una manovra che per oltre la metà grava sulle spalle dagli enti locali e che attraverso tagli interviene in maniera indiscriminata sui servizi e sugli investimenti erogati da Comuni, Province e Regioni». Per Fabiani, «sobrietà, semplificazione e cooperazione fra gli enti, e in rapporto con i cittadini e con le imprese, nel rispetto delle regole e delle diverse responsabilità, dovranno essere alla base di una complessiva riforma dal basso della pubblica amministrazione. La costituzione dell’Unione dei Comuni, auspicabile preludio della nascita di un unico grande Comune della Val di Cornia, rappresenta non soltanto la giusta direzione per abbattere i costi, aumentare l’efficienza dei servizi e delle funzioni delle istituzioni locali e dare a questo territorio un peso politico all’altezza delle sue ambizioni».
Il PdCI, con Agnese Caselli e Giacomo Serini, si dice sorpreso negativamente dalla decisione del Comune di Piombino. «La Parchi – si afferma – è un elemento indispensabile per lo sviluppo del territorio. Sono comprensibili le difficoltà di bilancio dovute alla necessità di fare i conti con politiche nazionali inaccettabili. Ma la realtà è che non mettere nessuna risorsa equivale a dare un segnale politico che fa presagire un cambio di rotta negativo di cui non comprendiamo né le ragioni né lo sbocco. La Parchi ha dimostrato di saper essere volano del territorio in un’ottica sovracomunale che si deve ritrovare in una politica unitaria, partecipata e condivisa del sistema parchi, come di tutte le scelte che interessano la Val di Cornia».
Per il capogruppo Udc, Luigi Coppola, quando la Parchi era alle prese con un forte indebitamento, gli interventi dei Comuni con investimenti propri e con l’affidamento di alcuni servizi ha permesso alla società di crescere ed uscire dalle difficoltà. «Il nostro Comune – aggiunge – è sempre stato capofila fin dall’inizio, sia in qualità di maggior azionista, ma anche di investitore. Abbiamo apprezzato il lavoro della Parchi ed i risultati in termini di ritorno sul territorio, ma non possiamo neanche far finta di niente non riconoscendo che sono mancate anche alcune forme di integrazione dei bilanci, attraverso l’apporto dei privati e forse una gestione del personale non troppo eccellente. La Parchi è una risorsa ma non può essere intesa come un parafulmine per uno sviluppo turistico ad ogni costo, che di fatto c’è già stato. Bisogna aprire ad investimenti privati seri.
«La Parchi? Solo una voragine finanziaria». Questa è l’opinione di Alessandro Fulcheris, consigliere del centro-destra. «All’inizio, quando c’erano ancora le lire, la Parchi divorava 1 miliardo l’anno, il contributo del Comune di Piombino per il 2010 è di 1.700.000 Euro. Che cosa avremmo potuto realizzare in questi vent’anni con queste decine di milioni di Euro? Quando sorse, sembrava che la Parchi dovesse risollevare le sorti della Val di Cornia, accrescere il turismo e soprattutto creare tanti posti di lavoro. Quanti sono i dipendenti? Poche decine. La necropoli di Baratti aveva una media di visitatori di 80.000 l’anno prima della Parchi, ora è sotto i 40.000. E che dire del Museo Etrusco a Piombino? Che può essere bello quanto si vuole, ma i suoi visitatori sono una specie rara. L’aspetto più beffardo – prosegue Fulcheris – è che i residenti della Val di Cornia debbano pagare due volte per questa società in rosso. Non solo attraverso i contributi annuali dei Comuni soci, ma anche attraverso i parcheggi. Prima erano gratis, ora dobbiamo versare l’obolo. E non è finita, perché con il precedente del Comune di Piombino, cui prima o poi si doveva arrivare, si sta creando un effetto domino: intanto San Vincenzo provvede a sollevare il suo bilancio dalla’tassa Parchi’ mettendo a pagamento i parcheggi a Rimigliano e probabilmente gli altri Comuni seguiranno a ruota. Chiudere la Parchi sarebbe il vero guadagno. Quello che mi preme è tutelare i lavoratori».
Il Tirreno 28.2.2011
LA REPLICA ALLE CRITICHE DI MASSIMO ZUCCONI
Anselmi: «Nessuno vuole eliminare la società ma trovatemi una voce di bilancio da tagliare»
«RIBADISCO la strategicità dei Parchi e la convinzione immutata del Comune di Piombino. Il Cda ha tutta la fiducia del sindaco e degli amministratori comunali». Interviene il sindaco Gianni Anselmi respingendo le accuse, sulla questione del taglio al finanziamento alla Parchi e lanciando una proposta: «Invito chiunque a leggere il bilancio e a trovare un capitolo da tagliare. Nessuno mai fa riferimento alle difficoltà del comune. E soprattutto credo che in un momento difficile come questo sia lecito poter parlare di riorganizzazione dei Parchi, nessuno mette in discussione la strategicità della società». E sulle dure parole di Massimo Zucconi, capogruppo della Comune dei Cittadini di Campiglia, ex presidente Parchi e dirigente del comune di Piombino è chiaro: «Un dirigente di questo Comune dovrebbe conoscere il bilancio di questo ente. E poi sinceramente, partendo dal concetto che la libertà d’opinione è sacrosanta, parlare di un dipendente…è una situazione che mi imbarazza».
La Nazione
Il Pdl d’accordo col sindaco: troppi 300mila euro ai parchi
Anche l’Idv critica: «Da soli versiamo il 70% del totale»
«LA PARCHI Val di Cornia è una voragine finanziaria. La decisione del sindaco è tardiva. Adesso bisogna tutelare i lavoratori». Il Popolo delle Libertà non ha dubbi «con tutti i soldi che abbiamo versato a quest’ora avevamo più servizi». E uno sforzo agli altri comuni lo chiede l’Idv: «Per Piombino il mancato gettito alla Parchi è una necessità». Pdl e Idv quindi d’accordo (con motivazioni diverse) con la decisione del sindaco Anselmi di tagliare i finanziamenti alla società Parchi. «Se il Comune di Piombino taglia – incalza il consigliere comunale Pdl Alessandro Fulcheris – si può avere un effetto domino, anche gli altri comuni possono tagliare e tutto questo porterà alla chiusura della Parchi.
MA È GIUSTO anche evidenziare cosa ha prodotto la Parchi in tutti questi anni. Pochi lavoratori, tanti parcheggi che paghiamo due volte, come contribuenti e come utenti, un Museo quasi sempre senza visitatori, un parco archeologico a Baratti sempre meno visitato e affitti delle strutture in gestione esosi. E tutto questo ha portato ad una voragine. Finalmente qualcuno ha iniziato a fare i conti. Certo adesso bisogna tutelare i lavoratori e pensare cosa fare della Parchi». Concorde sulla decisione di tagliare il gettito alla Parchi anche l’Italia dei Valori. «Non deve essere visto come uno screzio dell’amministrazione nei confronti della cultura. Viene dalla necessità di spese più sobrie e razionali – evidenzia il consigliere comunale Idv Marco Mosci – fino allo scorso anno il comune di Piombino versava nelle casse della parchi circa 300.000 euro pari a circa il 70% del totale di quello dei comuni che ne fanno parte. Oltre a questo si devono aggiungere tutti quegli introiti indiretti (parcheggi) che sono circa 1,5 milioni. Non rifinanziare il contributo significa chiedere uno sforzo maggiore agli altri comuni. Non era sostenibile che gli altri comuni versassero insieme il 6% ed il restante lo mettesse in toto Piombino a scapito di servizi che gli altri comuni possono mantenere».
Maila Papi
La Nazione
Benifei: «Giusto rivedere i costi, ma niente stop, la diversificazione è alla base dell’economia»
«QUALCOSA NON VA tra i Comuni della Val di Cornia». Lo sostiene Ilio Benifei, coordinatore Sel, intervenendo nel dibattito sui tagli alla Parchi. «La decisione dell’Amministrazione Comunale di Piombino si presta a considerazioni preoccupate e di “allarme per il futuro” della Parchi. Se fosse questo non sarei d’accordo.
Non lo sarei perché si perderebbe una possibilità fondamentale in quel processo di diversificazione economica della Val di Cornia.
Invece, se con questo atto forte da parte, si è voluto richiamare tutti (comuni, società Parchi) ad un serio e necessario sforzo per riconsiderare, a fronte dei tagli nei trasferimenti statali, una ripartizione dei costi e una maggiore riduzione di essi, il messaggio può essere accolto con responsabilità e spirito collaborativo.
Emerge, comunque, che qualcosa non va per il verso giusto tra i Comuni della Val di Cornia. Infatti, dove è lo spirito unitario che ha contraddistinto la politica dei comuni? Questa forse è la cosa che preoccupa di più. Rilanciare una forte politica sovracomunale è urgente».
La Nazione
«SERVIREBBE UN COMUNE UNICO DELLA VAL DI CORNIA»
«Parchi, canoni troppo alti» Confesercenti all’attacco
«Servono risultati concreti in termini di semplificazione»
«SE IL COMUNE di Piombino può decidere di tagliare i propri fondi alla Parchi, gli operatori devono continuare a pagare anche se i loro bilanci non sono messi meglio di quelli delle amministrazioni». Il caso della Parchi è preso d’esempio dalla Confesercenti per dire sì al Comune Unico. «Serve un cambiamento, rapido, che porti subito risultati concreti in termini di semplificazione amministrativa, garanzia e efficacia dei servizi e riduzione dei costi affinché il territorio possa procedere in modo omogeneo e rapido a passi veloci verso il rilancio economico». Sostiene la Confesercenti spiegando il perché sarebbe opportuno avere un comune della Val di Cornia unico. «Non è possibile pensare che siano gli operatori a farsi carico economicamente, in un momento di grande difficoltà per gli stessi bilanci comunali, di scelte che competono alle amministrazioni comunali. Il caso della Parchi è in tal senso emblematico. La società è il frutto, pluripremiato, di una scelta politica di avanguardia dei comuni della Val di Cornia, che in una visione comunitaria del territorio hanno collaborato per anni a sostenere. Eppure, a ben guardare, il bilancio della Parchi si regge in gran parte su quel milione e 300mila euro che proviene dai canoni versati dagli operatori economici che operano all’interno del suo ambito e dai parcheggi. Una logica pericolosa, perché i canoni estremamente elevati garantiscono alla Parchi congrue entrate ma mettono in ginocchio gli operatori che offrono servizi essenziali ai turisti. Ebbene, quella della Parchi è l’occasione per capire in modo inequivocabile che l’amministrazione del territorio in modo unitario consentirebbe di risparmiare risorse da destinare laddove ce n’è bisogno, alleggerendo semmai il peso economico che pesa sulle spalle degli operatori e oltretutto garantirebbe di continuare ad investire su strutture, infrastrutture e scelte politiche che rappresentano la vera base su cui costruire il futuro economico del nostro territorio (dalla Parchi al porto, dalla 398 alla Bandiera Blu di Baratti)».
m.p.
La Nazione
Luigi Coppola dell’Udc non ha dubbi: «Era giusto dare un giro di vite sulla Parchi»
«SULLA Parchi l’impressione è che un giro di vite andasse dato». Lo dice il capogruppo Udc Luigi Coppola intervenendo nel dibattito sui tagli alla società. «Abbiamo apprezzato il lavoro della Parchi ed i risultati in termini di ritorno sul territorio, ma non possiamo neanche far finta di niente non riconoscendo che sono mancate anche alcune forme di integrazione dei bilanci, attraverso l’apporto dei privati e forse una gestione del personale non troppo eccellente. Ci chiediamo se sia indispensabile avere un funzionario che si occupi della gestione del personale. O altre mansioni che potrebbe svolgere il direttore generale. Forse il problema è proprio legato al ruolo delle società partecipate, che per alcuni settori andrebbero realmente liberalizzate. La Parchi è una risorsa per il nostro comprensorio, ma non può essere intesa come un parafulmine per uno sviluppo turistico ad ogni costo. Credo che Piombino abbia dato il suo contributo oltre anche le sue possibilità, ora sarebbe opportuno modificare l’assetto morfologico della società».
La Nazione
«La Parchi è fondamentale per lo sviluppo del territorio»
«SIAMO sorpresi negativamente dalla notizia che il comune di Piombino non abbia messo in bilancio nemmeno un euro per la gestione della Parchi. La società è un elemento indispensabile per lo sviluppo del territorio e un esempio di come si possa avere una buona gestione anche in società con compagine azionarie interamente pubbliche». A sostenerlo sono Agnese Caselli e Giacomo Serini del PdCI Val di Cornia. «Non mettere nessuna risorsa equivale a dare un segnale politico che fa presagire un cambio di rotta negativo di cui non comprendiamo né le ragioni né lo sbocco. La Parchi ha dimostrato di saper essere volàno e risorsa attiva in un’ottica sovracomunale che si deve ritrovare in una politica unitaria. Questa vicenda fa intravedere il pericolo di una sconfitta culturale e politica proprio su un terreno – quello storico-archeologico e della sua conservazione – che è sempre stato e dovrà ad essere tema centrale per le Amministrazioni democratiche».
La Nazione 27.2.2011
NON CHIUDEREMO LA SOCIETÀ PARCHI E LA PATRIMONIALE FA RISPARMIARE
PREMESSO che l’amministrazione comunale di Piombino non ha alcuna intenzione di chiudere la società Parchi, che considera un progetto strategico per lo sviluppo del territorio, è importante evidenziare che l’accostamento tra la Parchi e la Patrimoniale, così come espresso da Riccardo Gelichi, è del tutto improprio, soprattutto quando tende a mettere questi due soggetti in competizione. Si tratta infatti di due enti diversi, per ruolo, funzioni, strategie e modalità di funzionamento.
La Patrimoniale fu istituita nel 2006 con l’obiettivo di ricontrattare i mutui sottoscritti prima del 1996 sui quali il Comune pagava interessi molto alti. La possibilità da parte di questa società di usufruire di vantaggi fiscali con il recupero dell’Iva, è servito infatti a ottenere un risparmio annuo notevole. Sulla base di questo il Comune ha estinto senza penalità mutui contratti precedentemente a un tasso medio del 6,3%, cedendo alla Patrimoniale beni immobili per un valore di 11 milioni e 400 mila euro. A sua volta la Patrimoniale ha acquisito questi immobili contraendo un mutuo al tasso del 3,69%, circa la metà rispetto a quello precedente, e realizzando quindi evidenti economie.
TALE LIBERAZIONE di risorse è servita a finanziare altre opere pubbliche e ha consentito un risparmio complessivo di 1 milione e 300 mila euro. Si tratta quindi di uno strumento innovativo. Il suo scopo principale è quello di gestire una parte del patrimonio pubblico con l’obiettivo di accentuarne il valore. Ancora oggi svolge pertanto servizi che prima della sua istituzione erano affidati a privati e sta riportando in maniera virtuosa all’interno della finanza comunale, sia pure “allargata”, gli utili relativi (progettazioni, attività di riscossione). La società inoltre può intervenire in modo quasi immediato a supporto degli uffici comunali.
Non è vero inoltre che costa al Comune. L’unico contributo in conto esercizio di 50.000 euro è stato erogato nel 2008 con riferimento al 2007. La società era infatti all’inizio della propria attività e non aveva un volume di affari sufficiente a coprire interamente i costi di esercizio. Il contributo di 282.500 euro citato da Gelichi, non è mai stato mai erogato ed il relativo residuo è stato cancellato dalla contabilità del Comune. La società infatti è stata in grado di far fronte alle necessità gestionali con risorse proprie.
NON È VERO poi che la società non riesce a vendere il patrimonio comunale: ha infatti ceduto un fondo commerciale in corso Vittorio Emanuele, un fondo destinato ad autorimessa in via Lerario, un fabbricato in loc. Baratti. Ha esperito le gare per vendere un appartamento in via Cairoli e due fabbricati in loc. Franciana e in loc. Scopicci. Le gare sono andate deserte in conseguenza delle difficoltà che il mercato immobiliare sta attraversando. Le entrate della società Piombino Patrimoniale sono rappresentate dalle locazioni dei beni immobili ceduti alla stessa dal Comune. Sono inoltre costituite dai proventi dei servizi di riscossione delle entrate del comune che la società sta svolgendo in nome e per conto dello stesso. A queste si aggiungono i proventi dei servizi di progettazione e direzione dei lavori affidati dal Comune tra le quali possiamo ricordare la progettazione della nuova piscina, della nuova scuola elementare di Riotorto e il restauro della Lega Navale. In proposito vale la pena di ricordare che la società Patrimoniale percepisce dal Comune per i servizi svolti compensi inferiori rispetto a quelli pagati in precedenza a soggetti privati a seguito di gare di appalto.
MASSIMO GIULIANI
Assessore alle finanze
del Comune di Piombino
La Nazione 4.3.2011
SCONTRO SULLA PATRIMONIALE: L’AFFONDO DI RICCARDO GELICHI
«L’assessore Giuliani non legge gli atti La Società Patrimoniale ha fallito gli obiettivi»
«SULLA PATRIMONIALE gli atti parlano chiaro». Riccardo Gelichi, consigliere del gruppo misto, risponde subito all’intervento di ieri dell’assessore Massimo Giuliani sostenendo che «è evidente che l’assessore non legge i documenti ufficiali della Società Patrimoniale. Cito dal Piano Operativo 2011 della stessa società — incalza Gelichi — “…Sul piano delle dismissioni è da tenere presente che la gara indetta nel 2010 per la vendita del fabbricato (ex scuola) a Franciana è andata deserta. Lo stesso è avvenuto per il fabbricato a Scopicci. Per il fondo ubicato in via Vittorio Emanuele locato da un utente, è pendente la causa intentata dallo stesso utente contro il Comune. L’appartamento in via Cairoli, per il quale la gara indetta a suo tempo è andata deserta, è ancora invenduto. Al momento non è possibile pertanto prevedere la realizzazione di plusvalenze».
GELICHI fa poi riferimenti ai parcheggi a pagamento. «Le spese di gestione sono prevedibili in 90.000 euro (di cui 20.000 euro per la manutenzione dei parcometri, 36.000 euro per i servizi di controllo sui parcheggi affidato alla Cooplat e la parte restante per spese postali). La differenza di 160.000 è destinata alla copertura dei costi di gestione della società e alla copertura delle rate del mutuo…». Aggiunge che «le spese di progettazione e l’esecuzione delle opere pubbliche (ad esempio 448.800 euro per la progettazione del Polo natatorio) sono totalmente a carico del Comune; è evidente che la Patrimoniale ha fatto operazioni che il Comune poteva fare da sé (mutui), che la sua natura di venditrice del patrimonio è fallita, che costa al Comune e tanto e oltretutto non gestisce nemmeno direttamente i servizi che il Comune le affida».
La Nazione 5.3.2011