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Il fallimento del progetto Sat e degli amministratori che lo hanno sostenuto

Febbraio 7, 2015
In Economia & Lavoro
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I nodi sono arrivati al pettine. Le liste civiche denunciano da anni lo spreco di risorse e il grave rischio per i cittadini della costa tirrenica derivanti dal progetto di trasformazione della Variante Aurelia in autostrada. La crisi economica ora costringe anche i sostenitori più o meno accaniti del progetto ad ammettere una parte di verità: meglio niente piuttosto dell’autostrada.
Non va però confusa questa vicenda con la semplice lungaggine italiana per la realizzazione delle opere pubbliche perché la vicenda SAT è molto più grave.
Innanzi tutto perché si tratta di trasformare un’opera pubblica che in gran parte del tracciato è già funzionale, in un’opera di fatto privata. Si tratta cioè di espropriare le comunità di un’infrastruttura che i cittadini hanno giù pagato perché un soggetto privato possa ricavarci un introito sicuro.
Ne è nata un’operazione in netto contrasto con l’interesse pubblico e priva di sostenibilità economica dell’investimento. Ci si accorge ora che i flussi di traffico, ulteriormente diminuiti, non sono sufficienti a giustificare l’investimento ma la realtà è che non lo sono mai stati.
Mentre il PD locale, regionale e nazionale, si spendeva a sostegno di un progetto assurdo, insostenibile e dannoso, le vere esigenze venivano rimandate alle calende greche. Niente completamento della 398, niente Marroccone Chioma per fare un paio di esempi. Il progetto d’altra parte non c’entra niente con le esigenze dei cittadini e dei territori e, qualora venisse alla luce, si limiterebbe a sfruttare la Variante Aurelia, già di fatto un’autostrada e realizzata con soldi pubblici, per richiedere un facile ed esoso pedaggio. Ormai è evidente a tutti che le promesse fatte su complanari, bretelle, viabilità alternative e altro erano fumo negli occhi.
Mentre la SAT riscriveva ancora e ancora il progetto per chiedere il pedaggio su una strada che in gran parte già c’è, le amministrazioni permettevano che si peggiorasse la viabilità esistente con la realizzazione dell’inutile e dannoso lotto tra Cecina e Rosignano che costringe centinaia di cittadini a percorrere chilometri di rotatorie nelle campagne per evitare l’esoso balzello.
I tempi dei giochetti sono finiti. Si cestini definitivamente ogni ipotesi di pedaggio sulla costa tirrenica, si riprenda il progetto ANAS del 2001 che prevedeva il completamento delle 4 corsie, senza pedaggio, a sud di Grosseto e si risolvano gli effettivi problemi di viabilità dei territori destinandovi le poche risorse a disposizione.
Frattanto si accertino le responsabilità della classe politica che ci ha regalato decenni di ritardi, ha promosso lo spreco di ingenti risorse, ha promosso conflitti di interesse clamorosi come quello di Bargone, nella chimera di un’opera che rischia di dare il colpo di grazia all’economia dei nostri territori.

Lista civica Comune dei Cittadini

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Tags: Comunicati
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