Per il Presidente della Regione Enrico Rossi “la salvezza della nostra identità passa dall’agricoltura” per cui “non possiamo far abbandonare i terreni rendendoli incolti”.
Condividiamo questi principi che però sono seriamente contraddetti dal Regolamento Urbanistico di Campiglia. Nelle campagne si ammette di tutto, a partire dai grandi impianti per le energie rinnovabili. Invece di pianificare dove realizzare questi impianti (privilegiando le aree già urbanizzate) si lascia la scelta ad accordi tra privati e a valutazioni ambientali caso per caso. Nelle zone agricole con problemi di salinità (migliaia di ettari) potranno sorgere grandi impianti fotovoltaici senza limiti di superfice; nelle zone agricole vicine alle aree produttive potranno sorgere grandi centrali a biomasse (non si capisce perché non dentro); in tutte le aree agricole di pianura potranno sorgere grandi pale eoliche senza limiti di altezza e potenza. Il Pd è stato chiarissimo <Gli imprenditori potranno chiedere l’installazione delle pale eoliche in ogni zona della nostra campagna>.
Non solo. Nelle campagne sono ammesse residenze turistiche alberghiere, attività sportive e ricreative, aviosuperfici, maneggi, cliniche per animali domestici, impianti temporanei per la frantumazione degli inerti, e tante altre cose ancora.
Per chi possiede edifici non agricoli è ammesso di tutto, fino alla demolizione e alla totale sostituzione. Questa norma si estende anche alle costruzioni precarie. Si scatenerà il business dei gabbioni, dei porcili, dei pollai, degli abusi condonati e non, delle lamiere ammassate poiché serviranno ad ampliare le civili abitazioni. Sempre per chi non si occupa di agricoltura sono ammessi campi da tennis, piscine, attrezzature per le pratiche ludiche, ecc.
Nulla di tutto ciò è invece consentito alle imprese agricole. Per loro valgono rigide norme e la necessità di dimostrare tutto con i piani aziendali.
La nostra posizione è opposta: ammettere solo ciò che serve per l’agricoltura, con procedure semplici e norme attente al paesaggio rurale.
L’impressione è che più che agli agricoltori il Regolamento pensi a coloro ( e sono molti) che vogliono speculare sulle campagne, molto appetibili per grandi impianti energetici, villette e seconde case. Tutte cose che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura. Anzi, spinge verso l’abbandono.
1 giugno 2010
Comune dei Cittadini
Il comunicato come appare sulla stampa
Il Tirreno 3.6.2010:
Comune dei Cittadini attacca il regolamento «Agricoltura in pericolo con il piano urbanistico»
CAMPIGLIA. «Per il presidente della Regione Enrico Rossi “la salvezza della nostra identità passa dall’agricoltura” per cui “non possiamo far abbandonare i terreni rendendoli incolti”. Condividiamo questi principi che però sono seriamente contraddetti dal regolamento urbanistico di Campiglia». Torna in agomento Comune dei Cittadini.
«Nelle campagne si ammette di tutto, a partire dai grandi impianti per le energie rinnovabili – prosegue la minoranza – Invece di pianificare dove realizzare questi impianti (privilegiando le aree già urbanizzate) si lascia la scelta ad accordi tra privati e a valutazioni ambientali. Nelle zone agricole con problemi di salinità (migliaia di ettari) potranno sorgere grandi impianti fotovoltaici senza limiti di superfice; nelle zone agricole vicine alle aree produttive potranno sorgere grandi centrali a biomasse (non si capisce perché non dentro); in tutte le aree agricole di pianura potranno sorgere grandi pale eoliche senza limiti di altezza e potenza».
«Nelle campagne sono ammesse residenze turistiche alberghiere, attività sportive e ricreative, aviosuperfici, maneggi, cliniche per animali domestici, impianti temporanei per la frantumazione inerti, e tante altre cose. Per chi possiede edifici non agricoli è ammesso di tutto, fino alla demolizione e alla totale sostituzione. Si scatenerà il business dei gabbioni, dei porcili, dei pollai, degli abusi condonati e non, delle lamiere ammassate poiché serviranno ad ampliare le civili abitazioni. Nulla di tutto ciò è consentito alle imprese agricole. Per loro valgono rigide norme e la necessità di dimostrare tutto con i piani aziendali. La nostra posizione è opposta – si sottolinea – ammettere solo ciò che serve per l’agricoltura, con procedure semplici e norme attente al paesaggio rurale.
L’impressione è che più che agli agricoltori il regolamento pensi a coloro (e sono molti) che vogliono speculare sulle campagne, molto appetibili per grandi impianti energetici, villette e seconde case».
La Nazione 3.6.2010:
CAMPIGLIA – IL PROBLEMA DEGLI ANNESSI AGRICOLI CHE POSSONO ESSERE TRASFORMATI IN ABITAZIONI
«L’agricoltura rischia l’estinzione»
La lista civica critica il Regolamento Urbanistico: «Cancella le campagne»
«LE CAMPAGNE sono a rischio con il Regolamento Urbanistico». La denuncia arriva dalla lista civica Comune dei cittadini che ricorda che per il presidente della Regione Enrico Rossi «la salvezza della nostra identità passa dall’agricoltura” per cui “non possiamo far abbandonare i terreni rendendoli incolti».
«Condividiamo questi principi – spiega la lista – che però sono seriamente contraddetti dal Ru di Campiglia. Nelle campagne si ammette di tutto, a partire dai grandi impianti per le energie rinnovabili.
INVECE di pianificare dove realizzare questi impianti (privilegiando le aree già urbanizzate) si lascia la scelta ad accordi tra privati e a valutazioni ambientali caso per caso. Nelle zone agricole con problemi di salinità (migliaia di ettari) potranno sorgere grandi impianti fotovoltaici senza limiti di superfice; nelle zone agricole vicine alle aree produttive potranno sorgere grandi centrali a biomasse (non si capisce perché non dentro); in tutte le aree agricole di pianura potranno sorgere grandi pale eoliche senza limiti di altezza e potenza.
Il Pd è stato chiarissimo: «Gli imprenditori potranno chiedere l’installazione delle pale eoliche in ogni zona della nostra campagna». Non solo. Nelle campagne – evidenzia Comune dei cittadini – sono ammesse residenze turistiche alberghiere, attività sportive e ricreative, aviosuperfici, maneggi, cliniche per animali domestici, impianti temporanei per la frantumazione degli inerti, e tante altre cose ancora. Per chi possiede edifici non agricoli è ammesso di tutto, fino alla demolizione e alla totale sostituzione. Questa norma si estende anche alle costruzioni precarie».
TUTTO questo secondo la lista civica «scatenerà il business dei gabbioni, dei porcili, dei pollai, degli abusi condonati e non, delle lamiere ammassate poiché serviranno ad ampliare le civili abitazioni. Sempre per chi non si occupa di agricoltura sono ammessi campi da tennis, piscine, attrezzature per le pratiche ludiche, ecc. Nulla di tutto ciò è invece consentito alle imprese agricole. Per loro valgono rigide norme e la necessità di dimostrare tutto con i piani aziendali. La nostra posizione è opposta: ammettere solo ciò che serve per l’agricoltura, con procedure semplici e norme attente al paesaggio rurale. L’impressione è che più che agli agricoltori il Regolamento pensi a coloro (e sono molti) che vogliono speculare sulle campagne».
Maila Papi
molto ben detto Alberto, infatti qui non si parla di ‘danni estetici’ al paesaggio agrario , ma di un futuro economico che non potrà più fonfarsi sulla la speculazione edilizia. Quindi i casi sono due , o sono scemi o c’è un bel fiume di soldi da ripulire
Il piano ripercorre asininamente la strada delle speculazioni edilizie pensando che passata la crisi tutto tornerà come prima. E’ da ciechi non rendersi conto che questo non potrà avvenire e che è il momento di contribuire al formarsi di un nuovo modello di sviluppo.