Tutti d’accordo, i Comuni della zona, nella stangata sulla rendita legata al mattone applicando il massimo dell’aliquota Imu (10,6 per mille) alle abitazioni sfitte. Tutti d’accordo anche nell’applicare il minimo possibile (1 per mille) agli immobili rurali a uso strumentale (stalle, fienili, rimesse). Poi ognuno per sé agendo con criteri diversi sul pedale delle aliquote che determineranno, insieme ai valori catastali, quanto si dovrà pagare per questa nuova imposta. Questione di virgole. Si vede allora che il Comune di San Vincenzo per mitigare gli elevati valori catastali del paese applica solo il 3,5 per mille sulla prima casa e, generalmente, aliquote più basse degli altri comuni della zona. Per contro, il Comune di Campiglia sceglie di premere l’acceleratore sulla prima casa in quanto le valutazioni catastali lì sono mediamente inferiori del 25% rispetto alla zona e le poche seconde case non determinano un gettito rilevante. Piombino si situa su una posizione intermedia. Ancora San Vincenzo – che come spiega l’assessore Franco Guidoni si è perequato più sulla simile Castagneto che sul resto della Val di Cornia – ha introdotto una doppia aliquota per negozi e attività produttive: 6 per mille se il proprietario dell’immobile è anche il titolare dell’attività; 8 per mille se l’immobile è dato in affitto.
Chi paga di più? Per effetto di queste aliquote così diverse fra loro, e senza dimenticare l’impatto determinante dei diversissimi valori catastali da zona a zona, ecco che provando a fare alcune simulazioni della spesa effettiva per l’Imu compaiono cifre anche molto diverse per immobili simili. Così, per un appartamento di circa 120 metri quadrati in una villetta bifamiliare, serviranno circa 700 euro all’anno a Piombino come prima casa (senza detrazione per i figli a carico) e circa 1.900 come seconda casa sfitta; a Campiglia per lo stesso appartamento si pagheranno 735 euro come prima casa e 1.655 come seconda sfitta. Un villino unifamiliare di 120 mq paga come prima casa 640 euro a San Vincenzo e 855 a Campiglia; come seconda sfitta a San Vincenzo si spenderanno 2.540 euro, a Campiglia 1.865.
L’azione delle diverse aliquote si apprezza forse in modo più evidente paragonando la spesa per appartamenti condominiali di qualità medio-bassa. Per un A2/2 di 60 mq, come prima casa si spenderanno circa 180 euro a Piombino, 160 a San Vincenzo e 225 a Campiglia; come seconda casa sfitta, 810 euro a Piombino, 1.085 a San Vincenzo e 755 a Campiglia. E ancora, per un alloggio inferiore (un A3 di 80 mq) serviranno come prima casa 85 euro a Piombino, 50 a San Vincenzo e 140 a Campiglia; come seconda sfitta, 605 euro a Piombino, 760 a San Vincenzo, 600 a Campiglia. Luoghi di lavoro. Differenze forse ancora più marcate fra i comuni della zona per quanto riguarda negozi, studi professionali o simili. In questo caso tutti i Comuni applicano la stessa aliquota, che è quella base del 7,6 per mille e sono quindi i diversi valori catastali a fare le differenze. Così un negozio standard di 45 mq paga circa 800 euro a Piombino, fra 500 e 700 a San Vincenzo, 150 a Campiglia. Uno studio professionale (circa 100 mq) costa mille euro all’anno a San Vincenzo e la metà a Campiglia. Un hotel medio, infine, paga a San Vincenzo fra 11.000 e 15.000 euro l’anno; un capannone standard a Venturina paga suppergiù la stessa cifra.
Nicola Stefanini
Il Tirreno 03.04.2012