Video “Report” RAI3 (dal minuto 41′)
Un’autostrada che divide
Sono i 206 chilometri più difficili della storia viaria italiana: per completare il tratto Milano-Napoli dell’A1 bastarono otto anni, solo di discussione il corridoio tirrenico ne ha richiesti quaranta. Quando poi si sono messi a fare sul serio, hanno iniziato dalla parte dove l’autostrada meno serviva ma il guadagno era certo: i lavori si faranno, però coi soldi incassati al casello di Rosignano, dove pagherà anche chi transita sulla Variante Aurelia. Statistiche aggiornate non ce ne sono, però alla prevedibile tariffa di 0,50 euro ad autovettura, il totalizzatore resterà attivo a ogni ora per 365 giorni all’anno, con ritmi vorticosi nei festivi di giugno, luglio e agosto.
Il costo dell’opera, che nei fatti cancellerà una superstrada a percorrenza libera a favore di un’autostrada a pagamento, si aggira sui due miliardi Iva esclusa e sarà sostenuto col meccanismo del project financing, dopo che l’ultimo project è stato abbandonato per la decisione del governo Berlusconi di cancellare i finanziamenti. Sarà la Sat a realizzarla e gestirla per trent’anni, ma toccherà ai cittadini pagarla coi pedaggi, i più cari d’Italia e tra i massimi in Europa: 18 centesimi a chilometro, rispetto ai 6,5 dell’A1 o della Firenze-Mare. Tradotto in soldoni, a lavori ultimati si spenderà qualcosa meno di 100 euro per andare e tornare da Livorno a Roma; 36,40 per Grosseto Nord; 53,60 per Orbetello. S’inizia a pagare. La prima stangatina è attesa nel prossimo fine settimana al casello di Rosignano. Si salverà solo chi vive nel raggio di 20 chilometri, gli altri – tutti – pagheranno 0,50 euro per l’illusione dell’autostrada. Il disinganno sarà immediato. Sat ha rifatto quattro chilometri della vecchia Variante Aurelia e chi viaggia verso Livorno e chi da Livorno viene sarà ingannato dal colore verde delle indicazioni, pensando di pagare per imboccare una vera e propria autostrada. E invece no, tutto è come prima tranne per quei quattro chilometri, che a 130 orari si coprono in meno di due minuti. Il sistema di bypassare la barriera ci sarebbe, percorrendo fra Cecina Nord e Rosignano l’ex statale 206, nell’occasione rimessa a nuovo. Ma è roba da residenti, un’opzione per chi sa come districarsi nel reticolo delle provinciali.
La mazzata sui pendolari. Le proteste s’infittiscono. Tra Rosignano e Capalbio i comitati sono spuntati come le margherite e le simulazioni del disagio non si contano più: un pendolare tra Orbetello e Grosseto, che si muove per sei giorni alla settimana, con l’autostrada spenderà 260 euro al mese. E da Albinia a Rosignano, restando nei limiti di velocità, rispetto a ora si risparmieranno 10 minuti a fronte di una spesa di 52 euro andata e ritorno. Chi volesse evitare il pedaggio viaggiando su altre strade, per il medesimo tratto vedrà raddoppiati i tempi di percorrenza: se ora ci mette un’ora e mezzo, l’itinerario alternativo ne richiederà tre. Insomma, l’idea di pagare per un’autostrada costruita sul sedime di una superstrada già pagata, non piace a nessuno. La ragione di un pedaggio tanto alto è presto detta: si prevedono bassi flussi di traffico e affinché l’opera diventi redditizia, il costo della percorrenza a chilometro sarà stratosferico. Così Regione e Governo stanno trattando per portare a 45 chilometri il raggio di esenzione del pedaggio per i residenti. Maquillage redditizio. Viste le premesse il corridoio tirrenico serve davvero? Secondo la Regione, che con Enrico Rossi ha ridato slancio a un progetto quasi dimenticato, il corridoio tirrenico serve. «È un’opera da fare in fretta, rilancerà l’economia», disse il governatore al viceministro Mario Ciaccia.
Soprattutto in una fase come l’attuale, in cui l’esigenza di grandi opere è inversamente proporzionale alla disponibilità di capitali pubblici. In tal senso la superstrada a sud di Rosignano è considerata un’opportunità da cogliere al volo per Sat, invogliata a investire a buon mercato per la possibilità di ricalcare il tracciato e riutilizzare viadotti, gallerie e svincoli già esistenti. Una trasformazione che sarà comunque molto redditizia: il guadagno alla fine dell’esercizio trentennale sarà pari ad almeno il doppio dell’investimento iniziale. Se la sovrapposizione risparmierà l’ambiente – il tracciato interno avrebbe devastato un paesaggio di rara bellezza -, i contraccolpi sulla viabilità costiera sono però scontati. Per effetto dei pedaggi alti, i mezzi si riverseranno sulla viabilità alternativa, per di più inesistente tra Grosseto e Ansedonia. Asse portuale a Piombino. La decisione sul tracciato è tormentata al pari dell’iter burocratico. Nel 2005-2006 il governo Berlusconi rilanciò l’autostrada con l’idea di un percorso collinare a sud di Grosseto, ma l’impatto dell’opera su un territorio da cartolina sarebbe stato disastroso. Il nuovo progetto prevedeva un percorso in larga parte sull’Aurelia, con la realizzazione di opere compensative.
Però poi tutto fu rivisto al ribasso: Tremonti tagliò 1500 milioni facendo sparire le complanari, decretando una concessione per 30 anni a Sat e concedendole mano libera nella definizione dei pedaggi. Tre aspetti che hanno messo i sindaci tra l’incudine e il martello. Da un lato la prospettiva di chiudere un capitolo aperto quasi mezzo secolo fa, dall’altro i comitati che hanno acquisito un consenso crescente e che il 30 giugno hanno annunciato di voler bloccare il traffico all’altezza di Rosignano.
Dopo il placet al prolungamento della statale 398, che diventerà un asse di collegamento col porto, Piombino è l’unico comune costiero a sostenere con poche riserve il progetto di Sat. Anche a Capalbio si sono sfilati, quando hanno preso atto che i cavalcavia sostituiranno i più costosi sottopassi, deturpando il profilo del territorio. Manca il progetto unitario. Per il resto la levata di scudi è quasi unanime. Anche perché se a Rosignano si paga, per il tratto a sud di Grosseto c’è solo uno schizzo a pennarello, non un progetto, su cui i Comuni e la Provincia avrebbero dovuto esprimersi in sette giorni. Non l’hanno fatto, s’intende. Anche perché il presunto tracciato alternativo prevedeva un tratto tutto nuovo a partire da Fonteblanda verso sud, che avrebbe bypassato Albinia per sovrapporsi sull’Aurelia a Orbetello Scalo, divorandosi le case colpevoli di trovarsi proprio lì, dove dovrebbe passare l’autostrada. In realtà un progetto unitario non c’è, si va avanti a stralci.
E però dal prossimo fine settimana si comincia a incassare alla barriera di Rosignano. Chi prima viaggiava gratuitamente su una superstrada, sarà costretto a pagare per l’illusione dell’autostrada. E chi a sud di Grosseto si muove tra mille disagi, visto l’anacronismo di un’arteria che a tratti scorre su due corsie, dovrà rassegnarsi ad anni di attesa. Chissà cosa avrebbe avuto da dire il commissario di governo per la Tirrenica al presidente della Tirrenica. Ma siccome Antonio Bargone è l’uno e l’altro, controllore e controllato, si va avanti così. (ha collaborato Paolo Federighi)
Antonio Valentini
Il Tirreno 03.06.2012
****
«Gratis 45 chilometri» Ma solo per i residenti
L’esenzione dal pedaggio per i residenti dei Comuni interessati dal passaggio dell’autostrada potrebbe salire da 20 a 45 chilometri: c’è la disponibilità del governo a farsi carico della differenza di costo. Questa possibilità, dalla spiaggia di Capalbio in un ventoso sabato di inizio estate, la annuncia Antonio Bargone, presidente di Sat e commissario straordinario per la Tirrenica: «C’è un sostanziale via libera – spiega – e devo dire che, su questo aspetto in particolare, ha lavorato bene Enrico Rossi. Per il nostro piano finanziario l’esenzione massima possibile era per 20 chilometri di percorrenza per i residenti. Lui ha insistito e con la sua proposta sarà quasi certamente il governo a coprire la differenza fino a 45, su tutto il nuovo tratto dell’autostrada». La novità, che consentirebbe ai pendolari di percorrere gratuitamente tratti come Grosseto Nord – Follonica o Grosseto sud – Capalbio, giunge a pochi giorni dall’esame del progetto definitivo di Sat da parte del Cipe, passaggio necessario per andare alla versione esecutiva e aprire i cantieri. Che tempi sono previsti per il progetto? «Andremo al Cipe entro la fine del mese. La data esatta è ancora da fissare, ma i tempi sono questi. Poi progetteremo il tratto di variante a sud di Grosseto, quello che il territorio ci chiede da tempo con forza di modificare».
Perché al Cipe andrete con il progetto precedente? «Non si può parlare di progetto precedente. Al momento il progetto è solo uno, quello che ha approvato anche l’Anas e che è in versione definitiva (si tratta di quello che passa interamente sull’Aurelia, ndr). È questo che andrà all’esame del Cipe. Poi il Cipe farà le proprie prescrizioni a cui ci atterremo e, sulla base anche delle richieste del territorio, progetteremo la variante». La variante sarebbe quella ipotizzata sulla carta con il tratto di pennarello blu, da Fonteblanda a Quattro Strade, fra Albinia e Orbetello Scalo? «Ci sono state troppe polemiche. In realtà abbiamo preso la cosa molto sul serio e fatto indagini accurate nella zona per verificare la fattibilità in base al conto economico. Quella “con il pennarello blu” era solo una cartina per illustrare la nostra ipotesi di tracciato alternativo e la nostra disponibilità a rivedere il progetto nei lotti 4 e 5B. Ma la scelta definitiva sarà fatta dopo il Cipe e modifiche sono ancora possibili. Sarà proprio il Cipe a dettarci i tempi per la progettazione». Torniamo al pedaggio. L’ipotesi di 18 centesimi al chilometro pare un po’ troppo elevata. «Vanno fatte alcune precisazioni: intanto la cifra è più bassa, i nostri conti dicono che 15 centesimi al chilometro potrebbero essere sufficienti a far tornare il quadro economico. E poi non dimentichiamo che queste cifre non sono attuali, ma vanno parametrate al 2017, fra cinque anni, quando l’autostrada sarà aperta al traffico».
Resta comunque un costo molto elevato, almeno rispetto alle altre autostrade. «Il pedaggio potrebbe diminuire ancora. Stiamo aspettando che venga approvato il decreto sulla defiscalizzazione, mi dicono che adesso manca davvero poco. Nel caso ci sia il via libera da parte del governo, rivedremo l’intero piano finanziario dell’opera e, a quel punto, sarà tagliato anche il costo per la percorrenza, di qualche centesimo al km. È chiaro, comunque, che i conti vengono fatti sulla base delle previsioni di traffico».
Guido Fiorini
Il Tirreno 03.06.2012
****
Mancano i soldi, salta la viabilità alternativa
La Tirrenica doveva essere un’opportunità, ma rischia di trasformarsi in una trappola. Il costo stellare del pedaggio spingerà gli automobilisti sui percorsi alternativi. Che però non ci sono: in vent’anni, tanti quanti corrono dall’inaugurazione della superstrada tra Cecina e Grosseto, un po’ ovunque la vecchia via Aurelia si è trasformata in una strada cittadina. I Comuni ne hanno ristretto la carreggiata con fioriere e marciapiedi (Castagneto, San Vincenzo, Venturina, Rosignano) o addirittura l’hanno chiusa al traffico (Cecina). Ma la viabilità alternativa non arriverà. A partire dall’ormai famoso lotto 0, tra Livorno e Quercianella, il primo a saltare dopo la rimodulazione della spesa al ribasso. Più a sud, ora che il lotto 1 è stato completato, i comuni di Cecina e di Rosignano possono dirsi tutto sommato soddisfatti: il casello è stato arretrato fino a lambire il precedente, l’ex statale 206 è stata allargata e infarcita di rotatorie a ogni incrocio, e una serie di varianti minori sono state fatte.
Ma con l’inizio del lotto 2, nel bel mezzo della crisi economica, a Cecina si riducono le certezze: saltano bretelle e cavalcavia, la complanare a nord da certa diventa possibile, l’uscita di Cecina centro resterà ad esclusivo servizio dell’ospedale e riservata ai mezzi di soccorso. Castagneto Carducci si è visto mantenere solo l’ampliamento del cavalcaferrovia sulla strada per il mare, mentre altri interventi su strade minori sono stati cancellati. A Venturina, nel comune di Campiglia Marittima, non si parlerà più di alcuni cavalcavia, mentre a San Vincenzo non erano previste opere compensative. Le tensioni riaffiorano a Follonica: le arterie di collegamento con le strade cittadine non ci sono più. Sat ha spiegato che per ragioni di compatibilità economica le opere saranno ridotte all’osso (in ogni caso pari al 2% del valore minimo dei lavori).
Tanto più che proprio a Follonica un podere sarà quasi per intero circondato dallo svincolo. Nella vicina Scarlino è stata stralciata la bretella che da Palazzi sarebbe finita al Puntone, costeggiando la zona industriale del Casone. E nemmeno si parlerà più della complanare dei “Tre porti”, che avrebbe unito il Puntone, Punta Ala e Marina di Grosseto. Dal proprio progetto, Sat ha cancellato gli interventi sulle strade poderali, compreso quello per Rocca di Frassinello progettato da Renzo Piano. Infine, manca il progetto per il tratto a sud di Grosseto, dove più che complanari serviranno le strade alternative che oggi mancano.
Il Tirreno 03.06.2012
Il casello al posto dell’autogrill: persi 10 posti di lavoroLa Tirrenica porterà posti di lavoro. O almeno questo è quello che ci si augura. Di sicuro per il momento ne ha fatti perdere alcuni. Precisamente una decina. Lo scorso 11 gennaio, infatti, ha chiuso per sempre l’area di servizio Agip, situata sulla Variante Aurelia a Vada. Per 17 anni il cosiddetto “Malandrone” ha dato ristoro e rifornito di carburante camionisti e automobilisti, erogando 5 milioni di metri cubi di benzina all’anno. Al posto dell’autogrill sono state predisposte le attrezzature necessarie all’apertura completa del casello.La chiusura dell’impianto ha sollevato polemiche, anche politiche, visto che il distributore dava lavoro ad una decina di persone. Vale la pena ricordare, tuttavia, che la zona dove costruire il nuovo casello della Tirrenica (posizione che ha determinato l’eliminazione dell’impianto perché incompatibile con la barriera) è stata indicata dagli enti locali, visto che Sat nel primo progetto aveva suggerito Collemezzano.
Il Tirreno 03.06.201 Sale la protesta: blocchi stradali il 30 giugno Una giornata di blocco totale: sia nel nuovo tratto di Tirrenica che sull’Aurelia. Ostruzionismo. È la parola d’ordine scelta dal fronte dagli oppositori al progetto di Sat. La forma di protesta è stata concordata durante l’incontro pubblico tra partiti e comitati No Sat nella sede cecinese dell’Italia dei Valori. Per il blocco-day si parla con insistenza del 30 giugno. «Di certo dovremo manifestare quando il pedaggio sarà già in vigore», spiegano i No Sat. Nel corso dell’incontro è stata deciso l’avvio di una campagna informativa a tappetto con gazebo e volantini. «Le persone non ne sanno niente di questa Tirrenica», spiega Michele Grosso, capogruppo Idv a Cecina. Il Tirreno 03.06.2012 Il Tar boccia il ricorso dell’espropriato E’ stato espropriato per consentire i lavori della Tirrenica, ha fatto ricorso al Tar ma lo ha perso. E ora non solo non riavrà i terreni, ma dovrà pure pagare 4mila euro di spese legali. Uno a zero per Sat nel contenzioso con uno dei tanti proprietari espropriati, Franco Arnaboldi (nella foto è nel suo terreno accanto all’autostrada), titolare di un’azienda vivaistica a Collemezzano. L’Anas lo ha espropriato senza liquidarlo, poi è arrivata la Sat che ha firmato la concessione con Anas su un pezzo di Variante ancora di sua proprietà: questa la posizione che ha sostenuto al Tar, che però non è stata riconosciuta. Arnaboldi non ha accettato la cifra stabilita dal giudice civile e ha fatto ricorso in Cassazione. Il Tirreno 03.06.2012
|