Venerdì sera, durante l’assemblea pubblica organizzata dal Comune dei Cittadini nella zona pedonale di Venturina, Massimo Zucconi è rimasto nell’ombra. Immerso nel pubblico, ha lasciato parlare i “suoi ragazzi”, cioè i tanti giovani della lista civica: i consiglieri comunali Giacomo Spinelli e Daniele Scafaro e il rappresentante del coordinamento di lista Riccardo Papi. Nell’ombra c’era anche Niccolò Pini, architetto di questo incontro particolare. Particolare perché, per la prima volta, i cittadini hanno potuto ascoltare come i giovani vedono il futuro della Val di Cornia. Giovani che qui sono nati e qui vorrebbero continuare a vivere, che non concordano con le scelte delle attuali amministrazioni, ma che hanno tantissime idee concrete per ridare a questa zona valide ragioni per sperare.
E’ andata in scena una generazione che propone di concentrare le risorse e di agire coerentemente per creare un nuovo modello di sviluppo basato sull’agricoltura, sulla piccola e media impresa, sul turismo diversificato connesso alla valorizzazione del patrimonio storico e naturale, sul recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio, su politiche energetiche virtuose che non aggrediscono il territorio e fanno risparmiare i Comuni, su stili di vita parsimoniosi e rispettosi dell’ambiente. L’opposto di quello che si è visto in questi anni con la speculazione edilizia, il consumo di suolo, le cave che hanno devastato le nostre colline. Non sono state lanciate solo parole d’ordine: sono stati illustrati esempi e risultati di Comuni italiani virtuosi per dimostrare che “si può fare”, anche da noi.
Molta attenzione hanno dedicato anche al tema della democrazia, della trasparenza, della partecipazione, del coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali e alla necessità di tornare ad ascoltare la gente che in molte occasione si è dimostrata più sensibile ai beni comuni di quanto non facciano i loro amministratori, come nel caso dell’acqua pubblica che, nonostante il referendum, continua ad essere gestita con logiche di profitto privato.
I consiglieri hanno denunciato lo stato di torpore che regna nella maggioranza del Comune di Campiglia e il sistematico rifiuto della Giunta ad aprire un reale confronto di opinioni, con la massima trasparenza. Una maggioranza che ha negato ai propri cittadini anche il diritto di avvalersi di strumenti democratici come il referendum sui temi urbanistici e che, addirittura, sembra temere anche solo la ripresa filmata dei lavori del consiglio comunale.
A chi chiedeva spiegazioni sulla scarsa partecipazione dei giovani alla vita pubblica hanno risposto che, in queste condizioni, non è facile motivare i giovani all’impegno sociale, troppo delusi e sfiduciati dalla politica, ma hanno aggiunto che esperienze di buona politica esistono, come quella che ragazzi, poco più che ventenni, hanno potuto fare in questi anni nel Comune dei Cittadini.
Se si sanno dare valide motivazioni, se si prova ad elaborare nuove idee per un futuro che va inevitabilmente reinventato, anche i giovani torneranno a interessarsi dei problemi comuni. I giovani di CdC lo stanno facendo da tre anni e, nonostante la chiusura di chi governa, continuano a credere che ci siano valide ragioni per impegnarsi e battersi per un futuro che permetta di non fuggire da queste terre.
Un pubblico numeroso, attento e incuriosito, ha seguito le quasi tre ore di dibattito. Al termine un applauso ha incoraggiato i giovani di CdC a non desistere dal loro impegno.
25 giugno 2012
Comune dei Cittadini
Sulla Stampa:
Ora la lista civica lancia i suoi giovani e guarda al futuro
Venerdì sera, durante l’assemblea pubblica organizzata dalla lista civica di opposizione, Comune dei Cittadini, nella zona pedonale di Venturina, il leader Massimo Zucconi è rimasto nell’ombra. Immerso nel pubblico, ha lasciato parlare i “suoi ragazzi”, cioè i tanti giovani della lista civica: i consiglieri comunali Giacomo Spinelli e Daniele Scafaro e il rappresentante del coordinamento di lista Riccardo Papi (nella foto). Nell’ombra c’era anche Niccolò Pini, architetto di questo incontro. «I cittadini – afferma una nota del Cdc – hanno potuto ascoltare come i giovani vedono il futuro della Val di Cornia.
Giovani che qui sono nati e qui vorrebbero continuare a vivere, che non concordano con le scelte delle attuali amministrazioni, ma che hanno tantissime idee concrete per ridare a questa zona valide ragioni per sperare. Una generazione che propone di concentrare le risorse e di agire coerentemente per creare un nuovo modello di sviluppo basato sull’agricoltura, sulla piccola e media impresa, sul turismo diversificato connesso alla valorizzazione del patrimonio storico e naturale, sul recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio, su politiche energetiche virtuose che non aggrediscono il territorio e fanno risparmiare i Comuni, su stili di vita parsimoniosi e rispettosi dell’ambiente».
Non sono state lanciate solo parole d’ordine: sono stati illustrati esempi e risultati di Comuni italiani ritenuti virtuosi per dimostrare che “si può fare”, anche da noi. Molta attenzione i giovani hanno dedicato anche al tema della democrazia, della trasparenza, della partecipazione, del coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali e alla necessità di tornare ad ascoltare la gente. Un pubblico attento e incuriosito, ha seguito le quasi tre ore di dibattito.
Il Tirreno 26.06.2012
I giovani chiedono un cambio di rotta
«Democrazia, trasparenza e maggiore coinvolgimento dei cittadini»
IL FUTURO della Val di Cornia visto dai giovani della lista Comune dei Cittadini. I cittadini hanno potuto ascoltare giovani che qui sono nati e qui vorrebbero continuare a vivere, che non concordano con le scelte delle attuali amministrazioni, ma che hanno tantissime idee per ridare a questa zona valide ragioni per sperare. All’assemblea pubblica hanno parlato i consiglieri comunali Giacomo Spinelli, Daniele Scafaro e il rappresentante del coordinamento della lista Riccardo Papi. Nell’ombra c’era anche Niccolò Pini, architetto di questo incontro particolare. E’ andata in scena una generazione che propone di concentrare le risorse e di agire coerentemente per creare un nuovo modello di sviluppo basato sull’agricoltura, sulla piccola e media impresa, sul turismo diversificato connesso alla valorizzazione del patrimonio storico e naturale, sul recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio, su politiche energetiche virtuose che non aggrediscono il territorio e fanno risparmiare i Comuni, su stili di vita parsimoniosi e rispettosi dell’ambiente.
«L’OPPOSTO di quello che si è visto in questi anni – hanno detto – con la speculazione edilizia, il consumo di suolo, le cave che hanno devastato le nostre colline». Molta attenzione hanno dedicato anche al tema della democrazia, della trasparenza, della partecipazione, del coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali e alla necessità di tornare ad ascoltare la gente che «in molte occasione si è dimostrata più sensibile ai beni comuni di quanto non facciano i loro amministratori, come nel caso dell’acqua pubblica che, nonostante il referendum, continua ad essere gestita con logiche di profitto privato». I consiglieri hanno denunciato «lo stato di torpore che regna nella maggioranza del Comune di Campiglia» e «il sistematico rifiuto della Giunta ad aprire un reale confronto di opinioni, con la massima trasparenza. Una maggioranza che ha negato ai propri cittadini anche il diritto di avvalersi di strumenti democratici come il referendum sui temi urbanistici e che, addirittura, sembra temere anche solo la ripresa filmata dei lavori del consiglio comunale».
A CHI chiedeva spiegazioni sulla scarsa partecipazione dei giovani alla vita pubblica hanno risposto che, «in queste condizioni, non è facile motivare i giovani all’impegno sociale, troppo delusi e sfiduciati dalla politica», ma hanno aggiunto che esperienze di buona politica esistono, «come quella che ragazzi, poco più che ventenni, hanno potuto fare in questi anni nel Comune dei Cittadini. Se si sanno dare valide motivazioni, se si prova ad elaborare nuove idee per un futuro che va inevitabilmente reinventato, anche i giovani torneranno a interessarsi dei problemi comuni. I giovani di CdC lo stanno facendo da tre anni e, continuano a credere che ci siano valide ragioni per impegnarsi e battersi per un futuro che permetta di non fuggire da queste terre».
La Nazione 26.06.2012
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