«Felici per l’accordo (sulla produzione dei pomodori – ndlr) , ora l’amministrazione comunale ci lasci lavorare». Il pensiero è dell’amministratore delegato di Italian Food, Pasquale Petti, al termine dell’incontro con la Regione. Italian Food incrementerà il proprio volume produttivo, che si assesta intorno a 100mila tonnellate di pomodori da industria, con ulteriori 40mila tonnellate.
Da solo lo stabilimento trasformerà più della metà dei pomodori da industria raccolti nel territorio regionale. «Con il sostegno della Regione e di Fidi Toscana saremo in grado di incrementare la produzione e ci avvicineremo all’obiettivo delle 2OOmila tonnellate prodotte – commenta Petti – e saranno sostenute le imprese agricole del territorio». Nello stabilimento, situato in zona stazione, lavorano, come si legge sul sito internet aziendale, 40 dipendendenti fissi e oltre 100 stagionali. I pomodori trasformati provengono da un centinaio di aziende toscane, molte delle quali operanti in Val di Cornia. I prodotti sono venduti in Italia, Inghilterra, Francia e Germania.
Un’azienda radicata nel settore, quindi, su cui grava tuttavia la necessità di spostare lo stabilimento da un’area che, con il nuovo regolamento urbanistico, è stata declassata da industriale a urbana. «Il Comune ci ostacola, spingendo verso il trasferimento del sito – racconta Petti – il declassamento ad area urbana imporrà vincoli più stringenti, nuovi impedimenti burocratici. La Regione è stata aperta e si è proposta come mediatrice tra noi e il Comune. Chiediamo che, fino ad avvenuto trasferimento, i nuovi vincoli siano congelati».
Il Tirreno 2.9.2010
Il sindaco Soffritti: «Italian Food non sarà sfrattata ma intanto rispetti le regole»
«Senza un programma di lavoro si mette in pressione il depuratore»
«L’attacco di Italian Food al Comune? Mi lascia perplessa».
Il sindaco di Campiglia Rossana Soffritti replica alle critiche mosse dall’amministratore delegato del pomodorificio Pasquale Petti, secondo cui l’amministrazione comunale finirebbe per ostacolare l’attività dello stabilimento con sede in via Sardegna.
«Non vogliamo certo impedire all’azienda di svolgere la propria attività – spiega il sindaco – ma è chiaro che Italian Food, come tutte le altre imprese del territorio, deve rispettare le regole».
«In questo caso – prosegue Rossana Soffritti – il problema è legato alla mole delle lavorazioni del pomodorificio che, senza una programmazione equilibrata, finiscono per mettere pressione al depuratore, creando un rischio per l’approvvigionamento dei cittadini. I parametri imposti da Provincia, Arpat e Asl non possono essere disattesi» sottolinea.
L’amministrazione comunale di Campiglia ha raccolto in questi mesi diverse segnalazioni dei residenti della zona di via Cerrini e via Sardegna, che chiedevano maggiore controllo sulle attività di scarico delle acque, sui cattivi odori e sul traffico eccessivo di camion nell’area limitrofa allo stabilimento.
L’accordo sancito mercoledì con la Regione, attraverso cui Italian Food si è impegnata a trasformare ulteriori 40mila tonnellate di pomodori da industria, accrescendo così la sua capacità produttiva, pone dei nuovi interrogativi sulle possibilità di convivenza tra pomodorificio e cittadinanza.
Il nuovo regolamento urbanistico adottato dal Comune di Campiglia prevede il trasferimento dello stabilimento da un’area che da industriale diventerà residenziale.
L’azienda ha chiesto che, fino all’avvenuto trasferimento dell’azienda, i vincoli imposti dal regolamento urbanistico siano congelati temporaneamente.
«La stessa azienda ha dichiarato pubblicamente di volersi trasferire nell’area di Campo alla Croce – spiega Soffritti – il Comune è da sempre disponibile a guidare, assieme alla Regione e a tutti gli enti locali, il progetto di delocalizzazione, per il quale si prevede un investimento economico importante. Finché non avverrà il trasferimento, nessuno vuole mandare via il pomodorificio».
L.C.
Il Tirreno 3.9.2010
Cia Livorno soddisfatta per l’accordo
«Finalmente una boccata d’ossigeno grazie a Regione e Italian Food»
«Una buona notizia per i produttori di pomodoro da industria locali la disponibilità di Italian Food a ritirare e trasformare 40.000 quintali di prodotto» commenta il vice presidente di Cia Livorno Pierpaolo Pasquini.
«Un accordo – prosegue il vice presidente – che fa seguito a quello stipulato in precedenza con Conserve Italia e rappresenta una boccata di ossigeno per un comparto produttivo alla prese quest’anno con le difficoltà di coltivazione a seguito dell’andamento stagionale, applicazione di parametri qualitativi penalizzanti e richiesta di rinegoziazione degli accordi sottoscritti. Un ringraziamento è doveroso per l’impegno della Regione con l’assessore Salvadori e dell’assessore provinciale Pacini, nonché Italian Food per il senso di responsabilità dimostrato, che hanno raccolto con tempestività il grido d allarme lanciato dalla Cia».
Un accordo che va nella direzione più volte auspicata del rafforzamento della filiera locale del pomodoro da industria, che allo stesso tempo aggiunge qualche certezza in più agli agricoltori sul futuro dello stabilimento industriale di Venturina, che rimane elemento strategico per il sistema agricolo locale, ma che ha necessità per il proprio consolidamento industriale anche di una nuova localizzazione dell’area produttiva. L’accordo sottoscritto in Regione rafforza – ad avviso di Cia Livorno – questa necessità, sulla cui disponibilità si espressero chiaramente nell’assemblea pubblica del 3 agosto 2009 a Venturina, le Istituzioni locali la Provincia e la proprietà.
«Restiamo convinti – sottoscrive Pasquini – che le condizioni in questa direzione possano rapidamente maturare, perché il quadro istituzionale è favorevole e va riconosciuto al Comune di Campiglia in questi anni senso di responsabilità e disponibilità a risolvere le criticità legate al processo produttivo nella consapevolezza della necessità di salvaguardare la filiera produttiva del pomodoro insieme agli interessi della comunità locale. Il pomodoro da industria è un pezzo importante della storia produttiva di questo territorio; una produzione che deve essere salvaguardata e rafforzata. Ma delle dinamiche negative della filiera produttiva, ogni qualvolta accadono, non possono farsi carico esclusivamente gli agricoltori con “le proprie tasche”». Sulla trasparenza e sul rispetto degli accordi di filiera si giocherà il futuro del pomodoro da industria. Fermo restando il mantenimento di un sistema contrattuale che riconosca la centralità della Associazione di prodotto come strumento di programmazione dell’offerta agricola in un quadro di relazioni industriali, occorre – secondo Cia – che anche il mondo istituzionale si adoperi maggiormente per un ruolo di garanzia che faccia rispettare gli accordi pattuiti. «Gli accordi di questi giorni, sottoscritto tra Regione ed industrie di trasformazione toscane, sono un segnale deciso verso questa direzione, che tutela il sistema produttivo locale» si conclude.
Il Tirreno 4.9.2010