«Pronti costruire noi lo svincolo sulla 398»
Venturina: Pasquale Petti, direttore Italian Food, ha una soluzione per i camion
L’Italian Food vuole delocalizzare lo stabilimento di Venturina, ma questo non sarà possibile prima di cinque anni. Nel frattempo è volontà del Gruppo Petti (proprietario del pomodorificio) risolvere le criticità, «come abbiamo fatto in questi anni» e lancia una proposta, «che saremmo disposti a finanziare”: uno svincolo sulla 398 all’altezza del deposito degli autobus. L’amministratore delegato del Gruppo e direttore dell’Italian Food, Pasquale Petti interviene all’indomani dell’articolo de La Nazione fornendo cifre e dati e ricordando progetti fatti e da realizzare.
«Io e la mia famiglia siamo ben coscienti dei disagi sopportati dai cittadini che vivono nelle aree limitrofe alla fabbrica nei mesi estivi (agosto e settembre) e ogni annocon il supporto dell’amministrazione comunale stiamo adottando sempremisure piùefficaciper ridurre i rumori o il trafficodi via Cerrini». Petti ricorda l’investimento nel ’93 del depuratore di Campo alla Croce e l’ampliamento di quest’anno “a nostre spese con un investimento di circa 400.000 euro”, evidenziando che l’odore che emana il fosso Corniaccia non può dipendere dalla fabbrica perché è stato proibito lo scarico dei reflui.Sulla questione delle strade sporche: “Abbiamo già dato incarico all’Asiu affinchè provveda alla pulizia tramite appositi macchinari ogni 15 giorni – continua – per i pomodori sulla strada invece le assicuro che è veramente raro poterne trovare a terra perchè sono stati effettuati numerosi interventi sulle vasche che trasportano il pomodoro fresco in modo da renderle stagne”. Poi il direttore ricorda i numeri dello stabilimenti. In estate (90 giorni) ci lavorano 308 persone, d’inverno 85, per un indotto di 1500 persone, il fatturato negli ultimi anni supera i 40 milioni di euro.
Pasquale Petti ribadisce che “siamo tutti orientati verso la delocalizzazione ed è nostro interesse avere uno stabilimento più grande che possa dar lavoro a più persone e consentirci di lavorare con spazi maggiori e in maggiore serenità, matanti sono i problemi da affrontare. Grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale, del sindaco Rossana Soffritti e dell’architetto Grassi già dal 2008 abbiamo cominciato a lavorare al progetto di delocalizzazione che è stato presentatoin Giunta a giugno”. Ma numerosi sono i problemi da risolvere. L’investimento dovrà impegnare più di 60 milioni di euro.
L’area individuata a Campo alla Croce ha nel sottosuolo acqua salata, “quindi si sta studiando con Asa un sistema ad anello per collegare il nuovo stabilimento ai nostri 4 pozzi”. La previsione più ottimistica parla di almeno 5 anni. «Ribadisco da parte dell’Italian Food – conclude il direttore Petti – la massima collaborazione e volontà di andare incontro alle esigenze dei cittadini compatibilmente all’attività dello stabilimento. E ritengo che un’altra manovra che risolverebbe definitivamente la viabilità su via Cerrini e via Sardegna, sarebbe quella di aprire una piccola variante per accedere direttamente all’ingresso secondario dello stabilimento all’altezza del deposito degli autobus comunali. Investimento che saremmo anche disposti a finanziare interamente».
Maila Papi
La Nazione 9.9.2011