Anche la giunta campigliese ha aderito al protocollo d’intesa sul pomodoro da industria, che vede tra le parti la Regione, la Provincia, l’Ato5, l’ASA e l’Italian Food. Lo scopo è rafforzare la filiera locale.
Tutto attraverso la stipula di accordi tra produttori agricoli, l’industria e la distribuzione. Il protocollo sarà firmato a breve, seguito poi da un accordo di programma. Filiera locale significa per Campiglia l’impresa dell’Italian Food, che occupa stabilmente 100 unità, cui si aggiungono le 220 stagionali, e di cui si vuole mantenere la permanenza del territorio.
L’attuale collocazione dell’azienda, nel centro urbano delle Coltie, è fonte di problemi per i residenti, per la viabilità e per l’azienda stessa (al livello massimo di espansione). Da qui l’esigenza di favorirne la delocalizzazione.
«Un’operazione molto complicata, al di là delle strumentalizzazione di cui è oggetto» sono le parole del sindaco Rossana Soffritti, che si è detta soddisfatta che questa esigenza sia stata avvertita non solo localmente, ma in tutte le istituzioni della Toscana, ora che l’altro grande pomodorificio, quello di Albinia, versa in stato di crisi. Il sindaco ha aggiunto che l’Italian Food parteciperà ad un bando gestito dal ministero dello sviluppo economico per favorire la delocalizzazione.
«Se l’Italian Food riuscisse a vincerlo – ha spiegato – la strada sarebbe in discesa, visto che è prevista dal bando l’irrogazione di contributi a fondo perduto».
Francesco Rossi
Il Tirreno 23.12.2011