Dopo averci fornito l’elenco dettagliato delle opere abusive dell’Italian Food e dei clamorosi ritardi amministrativi, il Sindaco respinge le accuse di immobilismo. Addirittura mette in dubbio che si tratti di abusi.
Non ci rimane che dire ai cittadini di andarsi a leggere la risposta che il Sindaco ha dato alla nostra interpellanza (prot. 14042 del 25 luglio 2011).
Troveranno scritto che, per abusi accertati nel 2009, ma realizzati tra il 2007 e il 2008, ad oggi non è stata emesso nessun provvedimento. I cittadini devono sapere che la legge, una volta accertato un abuso, impone ai Comuni di ingiungere subito ai proprietari la demolizione delle opere entro 90 giorni. Dica il Sindaco ai propri cittadini quante ingiunzioni sono state emesse e quanti abusi sono stati demoliti: nessuno.
Non solo ci sono ingiustificati ritardi nell’esame delle domande di sanatoria, ma, ribadiamo, non sono stati emessi provvedimenti neppure per le opere abusive per le quali non è stata richiesta la sanatoria. Citiamo la risposta del Sindaco:
“Si precisa comunque che per le seguenti opere, indicate nelle segnalazioni della Polizia Municipale, non è stata presentata nessuna domanda di sanatoria:
- Sistemazione piazzali esterni ed altre opere
- Box prefabbricato di mt. 2,42 x 6,02
- Nuova costruzione di capannone prefabbricato di mt. 15,36 x8,65
- Installazione di n. 2 box prefabbricati, tipo container, di mt. 4,28 x7,30 e mt. 4,28 x 6,30 sottostanti una tettoia in metalli, anch’essa abusiva, di mt. 4,28 x 14,40
- Realizzazione di un’ altra tettoia metallica di mt. 3,60 x 4,28
- Realizzazione di ulteriore tettoia metallica di mt. 5,20 x 12,42
Prosegue dicendo che “per queste ultime opere saranno applicate le sanzioni previste dalla legge regionale 1/2005” Cosa che avrebbe dovuto fare due anni fa.”
E infine la beffa. Senza aver assunto i provvedimenti che la legge gli impone, l’amministrazione ha autorizzato “per 24 mesi” un “manufatto precario in acciaio con copertura leggera “ di oltre 1000 metri quadrati per preservare i prodotti dell’azienda stoccati all’aperto. Dica il Sindaco ai suoi cittadini se quella costruzione è stata autorizzata, o no, su piazzali sistemati abusivamente. E dica come pensa di risolvere il problema dell’integrità dei prodotti tra 24 mesi, quando quella costruzione dovrà essere rimossa.
Non è alla nostra lista che deve rispondere, ma ai cittadini che assistono esterefatti all’impotenza di questa amministrazione di fronte a clamorosi episodi di illegalità e credono sempre meno alle promesse di chi li amministra.
6 agosto 2011
Comune dei Cittadini
SULLA STAMPA:
Botta e risposta sull’Italian Food Zucconi: «Abusi da demolire»
POLEMICA ASPRA TRA LA LISTA COMUNE DEI CITTADINI E IL SINDACO
Botta e risposta fra la lista Comune dei cittadini e il sindaco Rossana Soffritti sull’Italian Food. La lista del capogruppo Massimo Zucconi replica al primo cittadino. «Siamo increduli. Dopo averci fornito l’elenco dettagliato delle opere abusive dell’Italian Food e dei clamorosi ritardi amministrativi, il sindaco respinge le accuse di immobilismo. Addirittura mette in dubbio che si tratti di abusi.
Non ci rimane che dire ai cittadini di andarsi a leggere la risposta che il sindaco ha dato alla nostra interpellanza (prot. 14042 del 25 luglio 2011). E’ pubblicata sul sito comunedeicittadini.it. Troveranno scritto che, per abusi accertati nel 2009, ma realizzati tra il 2007 e il 2008, ad oggi non è stata emesso nessun provvedimento. I cittadini devono sapere che la legge, una volta accertato un abuso, impone ai Comuni di ingiungere subito ai proprietari la demolizione delle opere entro 90 giorni. Dica il sindaco ai propri cittadini quante ingiunzioni sono state emesse e quanti abusi sono stati demoliti: nessuno — incalza Massimo Zucconi — non solo ci sono ingiustificati ritardi nell’esame delle domande di sanatoria, ma, ribadiamo, non sono stati emessi provvedimenti neppure per le opere abusive per le quali non è stata richiesta la sanatoria.
Citiamo la risposta del sindaco: «Si precisa comunque che per le seguenti opere, indicate nelle segnalazioni della Polizia Municipale, non è stata presentata nessuna domanda di sanatoria: Sistemazione piazzali esterni ed altre opere; Box prefabbricato di mt. 2,42 x 6,02; Nuova costruzione di capannone prefabbricato di mt. 15,36 x8,65; Installazione di n. 2 box prefabbricati, tipo container, di mt. 4,28 x7,30 e mt. 4,28 x 6,30 sottostanti una tettoia in metalli, anch’essa abusiva, di mt. 4,28 x 14,40; Realizzazione di un’ altra tettoia metallica di mt. 3,60 x 4,28; Realizzazione di ulteriore tettoia metallica di mt. 5,20 x 12,42».
Prosegue dicendo che «per queste ultime opere saranno applicate le sanzioni previste dalla legge regionale 1/2005», cosa che avrebbe dovuto fare due anni fa. E infine la beffa. Senza aver assunto i provvedimenti che la legge gli impone, l’amministrazione ha autorizzato «per 24 mesi» un «manufatto precario in acciaio con copertura leggera» di oltre 1000 metri quadrati per preservare i prodotti dell’azienda stoccati all’aperto. Dica il sindaco ai suoi cittadini se quella costruzione è stata autorizzata, o no, su piazzali sistemati abusivamente. E dica come pensa di risolvere il problema dell’integrità dei prodotti tra 24 mesi, quando quella costruzione dovrà essere rimossa».
La Nazione 9.8.2011
Italian Food. Comune dei Cittadini ancora all’attacco sullo stabilimento
«Il sindaco ha elencato gli abusi fatti»
È scontro aperto fra la lista civica Comune dei Cittani e il sindaco Rossana Soffritti sulla vicenda dei presunti abusi edilizi realizzati all’interno dello stabilimento Italian Food. «Siamo increduli – dice il capogruppo della lista civica Massimo Zucconi – Dopo averci fornito l’elenco dettagliato delle opere abusive dell’Italian Food e dei clamorosi ritardi amministrativi, il sindaco respinge le accuse di immobilismo. Addirittura mette in dubbio che si tratti di abusi».
Zucconi si appella alla risposta che il sindaco ha dato all’interpellanza presentata da Comune dei Cittadini sulla questione e cita il “protocollo 14042 del 25 luglio 2011”. «C’è scritto – dice Zucconi – che, per abusi accertati nel 2009, ma realizzati tra il 2007 e il 2008, ad oggi non è stato emesso nessun provvedimento. La legge, una volta accertato un abuso, impone ai Comuni di ingiungere subito ai proprietari la demolizione delle opere entro 90 giorni. Non solo ci sono ingiustificati ritardi nell’esame delle domande di sanatoria, ma, ribadiamo, non sono stati emessi provvedimenti neppure per le opere abusive per le quali non è stata richiesta la sanatoria».
Poi Zucconi cita la risposta del sindaco: «Si precisa comunque che per le seguenti opere, indicate nelle segnalazioni della polizia municipale, non è stata presentata nessuna domanda di sanatoria: sistemazione piazzali esterni ed altre opere; box prefabbricato di mt. 2,42 per 6,02; nuova costruzione di capannone prefabbricato di mt. 15,36 per 8,65; installazione di 2 box prefabbricati, tipo container, di mt. 4,28 per 7,30 e mt. 4,28 per 6,30 sottostanti una tettoia in metallo, anch’essa abusiva, di mt. 4,28 per 14,40; realizzazione di un’altra tettoia metallica di mt. 3,60 per 4,28; realizzazione di ulteriore tettoia metallica di mt. 5,20 per 12,42».
E Zucconi aggiunge all’elenco quella che reputa una beffa. «Senza aver assunto i provvedimenti che la legge gli impone – dice – l’amministrazione ha autorizzato “per 24 mesi” un “manufatto precario in acciaio con copertura leggera” di oltre 1000 metri quadrati per preservare i prodotti dell’azienda stoccati all’aperto».
Il Tirreno 9.8.2011
Sig. Bonsignori, intanto grazie per aver dichiarato la sua identità. Spero anche di poterla incontrare e discutere della cittadina in cui viviamo.
Il silenzio e l’assuefazione non facilità lo sviluppo della nostra comunità, socialmente, culturalemente e economicamente.
Come le ho detto, il nostro auspicio è che l’Italian Food consolidi la sua presenza, ma questo non può andare a discapito della legalità. Se continuiamo ad accettare il ricatto tra legalità e lavoro, la mia opinione è che andremo sempre peggio. Del resto, come dice lei, l’Italia è nella morsa dell’illegalità diffusa, della corruzione, dei ricatti per trovare lavoro, sia per le persone che per le imprese, ecc..
Se questa fosse la ricetta per risalire la china, l’Italia sarebbe tra i paesi che stanno meglio. Ma così non è. E’ per questo che non mi rassegno ad accettare un sistema che ci fa sprofondare sempre più in basso.
Se accettiamo silenziosi che un Comune autorizzi una “struttura temporanea con copertura leggera”, da rimuovere tra 24 mesi, come quella che stanno costruendo nei piazzali dell’Italian Food (si vede bene dalla SS.398) e che ovviamente non sarà rimossa, non facciamo del bene a nessuno.
Se il Comune sa che quella fabbrica non può spostarsi deve dire la verità ai propri cittadini, risolvere i problemi ambientali che ci sono e dare la possibiltà all’Italian Food di ampliarsi dov’è oggi.
Se invece pensa, come io penso, che quella fabbrica possa svilupparsi solo in un luogo più adatto, più grande, meglio accessibile per i mezzi di trasporto, allora ha il dovere di essere coerente e non prendere in giro nessuno.
Non ho approfondito il problema, ma mi viene di pensare che intanto si poteva iniziare a spostare un grande capannone (come quello in costruzione) e parte dei depositi di cassoni, nelle nuove aree dello stabilimento. Se quella è la prospettiva, qualche temporanea difficoltà logistica forse poteva essere sopportata. Non ho la presunzione della verità e sicuramente quest’ipotesi ha altre contrindicazioni.
Quello che vedo, però, è che Comune e impresa a parole dicono di condividere la prospettiva del trasfermento, ma non hanno elaborato NESSN programma opertivo per raggiungere l’obiettivo. Senza quest’impegno di serietà, resta solo l’illegalità e la presa in giro verso i cittadini che hanno creduto alle parole degli amministratori.
Un saluto
Massimo Zucconi
A Massimo Zucconi
Salve Sig. Zucconi, non la conosco neanch’io di persona, tuttavia, questo non limita i commenti quando leggo qualcosa che non condivido, comunque mi presento sono Francesco Bonsignori e sono d’accordo soltanto sul fatto che la legalità è un valore, purtroppo, solo gli idealisti la pensano così, poiché, tutto quello che ruota intorno a noi tutti è solo corruzione, basta pensare al mondo del lavoro, politica, visite ospedaliere, bandi, concorsi, gare d’appalto ecc…..
Alcuni cittadini da anni effettuano lavori nelle proprie abitazioni,senza regolarizzare al Comune le modifiche sostanziali apportate, addirittura costruiscono delle vere case o “baracche” abusive (come la questione di Baratti) tutti i cittadini compreso il Comune ne erano a conoscenza da anni ma ………non si è mai visto nessun nome pubblicato sul giornale com’è successo con la Società Italian Food.
Per quanto riguarda i ricatti lei dichiara “infatti non li tollero e provo a combatterli. Lei?”
Io ormai da tempo ho capito che l’idealismo non porta il pane a casa!
Saluti
Francesco
vorrei rispondere a chi chiede a chi danno noia gli abusi, per esempio a me, visto e considerato che lo vedo proprio bene l’eco-mostro……………………….davanti alle finestre! e poi perchè prendere in giro i cittadini dicendo loro che avrebbero spostato il tutto e qualche “coglione2 ci ha comprato casa!tipo me…………
Rispondo volentieri a Fra, che preferirei conoscere di persona o in forma non anonima.
1.2. Dopo che il Comune ha messo a disposizione le aree produttive della Monaca e di di Campo alla Croce quasi tutte le imprese che operavano dentro Venturina (piccole, medie e grandi) si sono traferite in quei terreni. Cosa che non ha fatto l’Italian Food che ne avrebbe avuto più bisogno delle altre. Per l’Italian Food, oltre a mettere a disposzione terreni a Campo alla Croce, ha previsto anche che al posto della fabbrica si possano costruire 135 alloggi e un centro commerciale. Consideriamo quella previsione troppo densa dal punto di vista edilizio, ma l’abbiamo condivisa proprio perchè deve aiutare il trasferimento e la ricostruzione di un’azienda. Sarebbe stato meglio che il Comune vincolasse l’edificazione di case alla ricostruzione dello stabilimento a Campo alla Croce. Per noi queste sono le condizioni per fare case al posto dell’Italian Food ed evitare speculazioni.
3. Non tutti abitano alle Coltie per scelta. Molti ci vivono sperando che la situazione ambienatale cambi in meglio. Le assicuro che ci sono anche famiglie che hanno comprato case alle Coltie credendo alle promesse dei Sindaci che assicuravano che nel giro di pochi anni l’Italian Food si sarebbe trasferita.
4. Forse per lei non è così, ma per me la legalità è un valore. So benissimo che viviamo in una società piena di ricatti intollerabili. E infatti non li tollero e provo a combatterli. Lei? Quello di cui sono certo è che illegalità chiama illegalità. Anche l’abusivismo edilizio fa la sua parte.
5. Non è nostra intenzione tenere il fiato sul collo all’Italian Food. E’ una fabbrica che consideriamo essenziale per l’agricoltura della nostra zona. Vorremmo vederla crescere e ampliare il suo mercato, magari provando a costruire un “marchio” dei pomodori toscani e della Val di Cornia. In molte occasioni ho sostenuto che i soldi pubblici spesi per costruire fabbriche nelle nostre zone che non avevano mercato e che hanno chiuso presto, era meglio spenderli per fabbriche legate al territorio, come l’Italia Food.
Detto questo, però, non mi troverà mai a difesa dell’illegalità, ne ad accettare ricatti, compresi quelli dell’Italian Food.
Massimo Zucconi
Purtroppo la legge non è uguale per tutti !!! Ma questo lo sanno tutti…….senza pensare che la politica lo dimostra tutti i santi giorni;
Zucconi replica:
1) “Da anni il Comune ha previsto il suo trasferimento nell’area produttiva di Campo alla Croce”
– Certo, il Comune ha previsto anche di finanziare il trasferimento? Obbiettivamente, spostare un’attività produttiva comporta molti sacrifici, soprattutto, sotto il profilo economico!
2) “Gli ha riservato terreni e con il redente Regolamento urbanistico ha previsto anche che al posto dell’attuale fabbrica si possano costruire 135 abitazioni e un centro direzionale/commerciale.”
– Sig. Zucconi, qualche tempo fa, era contrario alla speculazione edilizia e adesso ?
3) “Interessa tutti i cittadini che vivono a Coltie: quelli che sopportano i rumori, i cattivi odori, il traffico di autotreni in zone abitate, le pile di cassoni di pomodori stivati in piazzali cresciuti abusivamente negli ultimi anni fino a ridosso delle abitazioni, ecc.” –
– I cittadini che abitano alle Coltie sapevano benissimo dell’esistenza dell’Italian Food –
4) “Così come interessa tutti noi, lei compreso, che le aziende producano senza violare le leggi, perché il giorno in cui la società sarà costretta a cedere al ricatto tra lavoro e legalità, saremo tutti più poveri e meno liberi”
– Sig. Zucconi ma che sta dicendo? Vuole alcuni esempi di situazioni che si presentano quotidianamente? Sei iscritto al partito politico? sei amico dei sindacati o parente di? allora……. forse potrai avere la possibilità di lavorare, senza pensare alle pressioni che subiscono le donne! Questi sono ricatti, che rendono le persone più povere e frustrate e avvilite…… non le violazioni edilizie!
Chi ha più santi va in paradiso…….. e le attività produttive (quelle che, per il momento, sono rimaste in piedi come Italian Food) hanno bisogno di respirare e non avere il fiato sul collo……… perché oltre alle banche ci siete Voi!
Fra
Rispondo a “Fra”.
L’italian food è un azienda utile per l’agricoltura e per l’occupazione, ma questo non la legittima a violare le leggi edilizie e ambientali.
Da anni il Comune ha previsto il suo trasferimento nell’area produttiva di Campo alla Croce. Gli ha riservato terreni e con il redente Regolamento urbanistico ha previsto anche che al posto dell’attuale fabbrica si possano costruire 135 abitazioni e un centro direzionale/commerciale. Sappiamo che delocalizzare una fabbrica non è semplice, ma sappiamo anche che nell’attuale ubicazione l’Italian Food, per produrre, viola leggi edilizie e ambientali.
Non è vero che questo non interessa nessuno. Interessa tutti i cittadini che vivono a Coltie: quelli che sopporatano i rumori, i cattivi odori, il traffico di autotreni in zone abitate, le pile di cassoni di pomodori stivati in piazzali cresciuti abusivamente negli ultimi anni fino a ridosso delle abitazioni, ecc. Sono cittadini che hanno diritto, come tutti noi, al rispetto delle leggi a tutela dell’ambiente e della salute.
Così come interessa tutti noi, lei compreso, che le aziende producano senza violare le leggi, perchè il giorno in cui la società sarà costretta a cerdere al ricatto tra lavoro e legalità, saremo tutti più poveri e meno liberi.
Purtroppo all’Italian Food questo sta già accadendo, a partire dai tanti abusi cresciuti senza che il Comune facesse tutto quello che è nei suoi poteri, e nei suoi doveri, per far rispettare la legge.
Per noi quella fabbrica deve poter continuare a produrre in condizioni di legalità e nel rispetto delle norme ambientali. Sosterremo tutte le azioni che vanno in questa direzione.
Non siamo invece disponibili a sostenere l’ipocrisia e l’illegalità. Non si può raccontare ai cittadini che il Comune persegue la delocalizzazione di quella fabbbrica è poi non interviene quando questa, abusivamente, costruisce nuovi capannoni, nuove tettoie, amplia piazzali,ecc.
Forse è giunta l’ora di dirci la verità e di smettere di prendere in giro i cittadini.
Massimo Zucconi
Certo “Fra” ha un senso della legalità tutto suo!
Capisco la crisi, ci mancherebbe, e bisogna tutelare il lavoro, non certo con qualche ricatto! ma proviamo per un attimo noi cittadini a fare un qualcosa un pochino “fuoriposto” poi vediamo se qualcuno arriva a farcelo tirare giù! Mi sembra pure che la legge deve continuare ad essere uguale per tutti.
Rivolto al comune dei cittadini:
la legge va rispettata e questo nessuno lo mette in dubbio, tuttavia, volete lasciare in pace e far lavorare le poche aziende rimaste in piedi ? mi dite a quale cittadino può dare fastidio questo abuso edilizio visto che la cosa rimane all’interno della stessa società ?????????????? con la crisi sul collo di tutti ma non avete altro da fare?? di cosa avete timore ….forse che il manufatto precario in acciaio con copertura leggera di oltre 1000 metri quadrati possa andare in testa a qualche cittadino??
forse comincio ad essere un pò ripetitivo e noioso.cosa si aspetta a fare qualche denuncia alla magistratura?se si ottenesse qualche risultato l’opinione pubblica vedrebbe qualche fatto e non solo denunce verbali e articoli sui giornali, e gli amministratori avvertirebbero il fiato sul collo.