Ancora un aumento delle tariffe dell’acqua. Per le aree di Livorno, Pisa e Siena si tratta del 7,63% in più rispetto al 2012. Lo ha approvato l’Autorità Idrica Toscana. Di quella percentuale abbiamo già pagato il 6,5% con la prima bolletta dell’anno. E continueremo a pagarlo con le rate trimestrali successive, con scadenza giugno, settembre e dicembre. Non solo: essendo un piano tariffario transitorio 2012-2013, l’aumento avrà valore retroattivo e lo pagheremo anche per l’anno scorso. Quell’1,13% di differenza per arrivare a 7,63 sarà applicato nel 2015.
A spiegarlo è l’assessore all’ambiente, Marco Chiarei, reduce dall’incontro fiorentino tra i Comuni e l’Autorità idrica toscana. «Incontro in cui tutti i rappresentanti degli enti locali hanno espresso critiche forti nei confronti del metodo tariffario, concluse dall’approvazione di un documento politico», spiega l’assessore. E perchè allora approvare, fatte rare eccezioni, il piano tariffario? «Se un Comune non adotta il piano, ci penserà l’Autorità nazionale a decidere, con il rischio di far salire, anche sensibilmente, le percentuali. Lo conferma una perizia», chiude Chiarei. Non ne è convinta Sel.
Che parla di un escamotage, nel calcolo della tariffa, con l’inserimento della voce “oneri finanziari”. Si reintrodurrebbe così, sotto mentite spoglie, il profitto cancellato con il referendum del 2011, che registrò 27 milioni di no alla remunerazione del capitale privato per i gestori delle reti idriche. «Dopo il referendum – ricorda Sel – ci sono stati la sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimo tale profitto, e il pronunciamento del Consiglio di Stato. Infine la volontà espressa dai cittadini è stata legittimata anche dalla sentenza del Tar Toscana». Il partito di Vendola parla di un ulteriore aggravio per tante famiglie già in sofferenza. «Questa “tariffa truffa” si compone dei cosiddetti «oneri fiscali e finanziari» e di una variabile destinata ai «fondi per i nuovi investimenti. In soldoni, – prosegue – si socializzano le spese per gli investimenti e si privatizzano i profitti. Con questa scelta si dà il via ad un meccanismo finanziario perverso che metterà un’ipoteca su qualsiasi futuro percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico. Il metodo impone alle società “il vincolo dei ricavi garantiti” e dà la possibilità alle aziende di allungare i tempi di ammortamento degli investimenti.
Ciò comporterà – dice – un aumento importante dei tassi d’interesse e alla scadenza dei contratti di concessione la cifra da corrispondere sarà enormemente aumentata». Sel ricorda l’appello rivolto ai 50 sindaci toscani presenti all’assemblea dell’AIT perché non approvassero la nuova tariffa, o almeno si avvalessero del principio di cautela, sospendendo decisioni «tanto nefaste per la collettività. Dobbiamo invece prendere atto – chiude la forza politica – che le amministrazioni di centrosinistra della Toscana, non rispettano la volontà popolare e in questo caso nemmeno i pronunciamenti della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e del Tar. E annullano agli occhi dei cittadini qualunque distinzione con il centrodestra».
Valeria Parrini
Il Tirreno 03.05.2013