Dagli ortaggi ai pannelli solari. Sempre più agricoltori cedono alla tentazione. In molti casi impianti piccoli per integrare il reddito agricolo, in altri con vere centrali che occupano ettari di terreno votato alle colture.
In Regione si discute la proposta di delibera che, individuando le aree non idonee, punta a mettere un freno al dilagare degli impianti più potenti che rischiano di stravolgere l’identità del territorio. Oggi il testo sarà esaminato nelle commissioni Agricoltura, Ambiente e Sviluppo economico. Se le anticipazioni saranno confermate, una norma transitoria sarà disegnata per i progetti in corso di autorizzazione. Qualora i progetti avessero già passato le procedure di Via e portato a termine la connessione alla rete Enel, non saranno fermati fermati. Senza questi due passi gli impianti non conformi alle legge avranno problemi.
Ora che i tempi stringono anche in Val di Cornia è scattata la corsa all’autorizzazione, con numerose imprese private che hanno depositato la documentazione in Provincia e sono in attesa del via libera al progetto. Altri l’autorizzazione unica della Provincia l’hanno già ottenuta e stanno portando a termine gli impianti, situati principalmente nei Comuni di Piombino, Campiglia e Suvereto. Basta dare un’occhiata al sito della Provincia per avere un quadro degli impianti in attesa di completare il procedimento unico, di cui necessitano gli impianti di potenza nominale fino a 1 Mw. Gli impianti di potenza superiore necessitano, oltre che dell’autorizzazione provinciale, anche del passaggio dall’ufficio Via della Regione.
I numeri. Sono nove gli impianti in attesa di autorizzazione, di cui ben otto in Val di Cornia. Le autorizzazioni già rilasciate dalla Provincia sono 19. Anche in questo caso sono i Comuni della Val di Cornia a fare la voce grossa, con ben 14 documentazioni approvate. Una corsa all’ultimo pannello, in attesa che prenda forma la legge regionale.
Piombino. Il Comune di Piombino, con Campiglia e Suvereto, ha adottato una variante ad hoc che individua nelle aree ad intrusione salino, limitrofe a infrastrutture viarie e ad aree produttive e industriali, le zone adatte al fotovoltaico. La delibera regionale darà un’altra stretta agli impianti a terra. E i progetti in campo non mancano. Quello più a rischio, ancora al vaglio dell’ufficio Via regionale, è il porgetto dell’azienda Balsini di Pescara, che prevede la realizzazione di un parco da 18 Mw a Bocca di Cornia, posizionato su un terreno agricolo di oltre 47 ettari. Tra i progetti autorizzati c’è quello realizzato dalla società Fm Solare nella zona di Franciana, pari a oltre 2 Mw, mentre è ancora in attesa del via libera provinciale il parco di Montegemoli da oltre 12 Mw, progettato da Finanza e Progetti Srl. Sul sito della Provincia risultano procedimenti in corso per 6 impianti e 4 autorizzazioni rilasciate, principalmente per impianti di circa 1 Mw.
Campiglia. Sono tre i progetti in località Case Affitti. Il più importante è quello di Società energetica, un parco da oltre 3 Mw ancora in attesa di autorizzazione, mentre ha già ottenuto il via libera il parco della fiorentina Lallerio esteso su una siperficie di 3,8 ettari con una potenza di oltre 2 Mw.
Suvereto. Il parco in località Forni, che non sorgerà su un terreno agricolo ma nell’area dell’ex stazione Terna, è il progetto più vasto, con 7,17 Mw di potenza nominale. Ma non è l’unica distesa di pannelli in un territorio comunale votato principalmente all’agricoltura di qualità. Altri cinque impianti hanno ottenuto l’autorizzazione, due a San Lorenzo poco inferiori a 1 Mw, un parco da 1,2 Mw nei terreni agricoli di Campo al Pozzo realizzato da Alameda Srl. Un altro impianto che ha ottenuto il via libera è progettato da Eliosmania in località Casette di Cornia, 998 Kw per 2,5 ettari. Progetti che, dicono dal Comune, sono “sfuggiti” prima della variante sul cuneo salino. Con le nuove norme quelle distese di pannelli resteranno le uniche a Suvereto.
LUCA CENTINI
I DATI DELL’ENEL
Un anno da record per gli allacciamenti
Nei comuni della zona nel 2010 sono stati collegati alla rete 124 nuovi produttori
Un business che tira. Il 2010 è stato l’anno record del fotovoltaico. Solo in Toscana sono state 4mila le nuove installazioni di pannelli, per un incremento percentuale di circa il 110%. E la Val di Cornia non è stata da meno, con 124 nuove connessioni alla rete elettrica compiute da Enel nei cinque Comunali.
La crescita esponenziale delle richieste, per ognuna delle quali è necessario un iter autorizzativo specifico, ha sottoposto il personale di Enel a un lavoro straordinario rispetto agli anni precedenti. Le cifre rese note da Enel parlano chiaro. Solo a Piombino nel 2010 sono stati allacciati 63 nuovi impianti, per una potenza complessiva di 3 megawatt. Il fabbisogno coperto è di 3500 famiglie. Circa 40 allacci interessano impianti inferiori a 10 kw (generalmente impianti domestici), l’impianto più grande ha una potenza di 1 Mw.
Nel Comune di Campiglia, invece, gli impianti allacciati da Enel alla rete elettrica sono 30, per una potenza complessiva di circa 2,225 Mw. Il fabbisogno coperto è di circa 1300 famiglie. Degli impianti realizzati 28 sono inferiori a 20 kilowatt, mentre sono due quelli di potenza superiore a 200 kw che, presumibilmente, sono stati installati a terra.
A San Vincenzo sono solo 20 i nuovi impianti, tutti a bassa tensione, per un fabbisogno di 87 famiglie e potenza complessiva di 173 kilowatt. A Sassetta i nuovi allacci sono solo due per impianti con una potenza di 7 kilowatt. Ben più richiesti i pannelli a Suvereto, dove gli allacci sono 19. La potenza raggiunta è di circa 2 Mw, fornita principalmente da due impianti superiori a 800 kw. Il fabbisogno coperto è di circa 1500 famiglie.
Agricoltori e artigiani concordi: «Servono regole»
Per Pasquini, vicepresidente della Cia, è necessario bloccare le decine di richieste in corso
Da un lato il fascino di un business che, in una situazione economica stagnante, dà prospettive alle imprese e garantisce megawatt di energia da fonti rinnovabili, muovendo verso gli obiettivi richiesti dalla comunità europea. Il rovescio della medaglia è dato però da distese di pannelli che, con le installazioni a terra, finiscono per mangiarsi ettari di terreno, con il rischio di dare un colpo di grazia al settore agricolo e di trasformare in modo irreversibile l’identità paesaggistica del territorio. Trovare un punto d’incontro si sta rivelando più complicato del previsto e, in assenza di regole certe, lo sviluppo del settore fotovoltaico rischia solo di accontentare le mire speculative delle imprese.
In questo contesto la discussione che si sta sviluppando a livello regionale sta dividendo gli attori del territorio.
Alcuni apprezzerebbero un giro di vite, altri sono preoccupati per le nuove direttive che rischiano di rallentare la crescita del settore. «E’ il caso di chiudere la stalla prima che i buoi siano definitivamente scappati – commenta il direttore provinciale della Cia, Stefano Poleschi – il rischio è che la legge regionale arrivi tardi, senza riuscire a fermare le richieste di autorizzazioni per i nuovi impianti, che si stanno moltiplicando in questi giorni».
«E’ in atto un vero assalto – aggiunge Pierpaolo Pasquini, vicepresidente Cia Livorno – la Regione trovi il modo di stoppare quanto prima le decine di richieste in atto. Servono punti fermi: sì senza limiti ai pannelli sui tetti e nelle aree non agricole, sì agli impianti piccoli connessi alle attività agricole. No invece alle distese di pannelli a terra che devastano il territorio».
La necessità di regole è condivisa anche da Cna. «E’ normale che la Regione si muova per tutelare il proprio paesaggio – spiega Emanuela Minelli, coordinatrice Cna per la Val di Cornia – è importante però che le regole non mortifichino la crescita del settore».
«Serve buona volontà – aggiunge Minelli – così come servono le risorse. Le aree a scarsa redditività agricola potranno essere sfruttate. Il settore può continuare a crescere se le imprese ripiegheranno dai terreni agricoli ai capannoni, sui tetti e nelle aree industriali e produttive».
L.C.
Il Tirreno 22.2.2011
DOPO QUELLI IN FRANCIANA E POGGIO ALLE FORMICHE
Impianti fotovoltaici: un fiume di richieste
Intanto si attende l’ok per quello di Bocca di Cornia
IMPIANTI fotovoltaici come funghi. È una richiesta dietro l’altra, un crescendo di aziende che investono sul territorio in energia pulita. Aspettando l’ok per l’impianto di Bocca di Cornia della società Officine Elettriche Balsini srl di Pescara di potenza massima di 18 Mva suddivisi in tre sezioni da 6 Mva, in ordine di tempo appesi all’albo pretorio troviamo procedimenti per due nuovi impianto fotovoltaico in Franciana e un altro a Poggio alle Formiche. Senza considerare l’ok di un altro a Montegemoli. In Franciana un impianto fotovoltaico ha avuto già il via libera e si tratta di un impianto non integrato a terra della potenza di 994,84 Kwp, sarà posizionato su una superficie di 38mila metri quadrati, di cui circa 22mila effettivamente occupati. Più tutte le opere accessorie. Tale insediamento sarà fatto in un territorio interessato dal “cuneo salino”, quindi non adatto all’agricoltura.
A FARNE richiesta e ad ottenere il via libera è stata la Renience srl, che ha sede a Desenzano sul Garda. L’altro sempre a Franciana è stato proposto dalla società Consortile Fm Solare srl, con sede a Firenze (che ha depositato l’istanza correlata dal progetto definitivo) per un impianto fotovoltaico con potenza di picco di 2096,64 Kwp. Mentre alcuni giorni fa è stata depositata la richiesta di Via (verifica di assoggettabilità alla procedura di impatto ambientale) del progetto preliminare dell’impianto fotovoltaico da 1,75 Mwp in località Poggio alle Formiche, in questo caso si tratta di un impianto a terra. A farne richiesta in questo caso è la società Montana srl di Milano. Un crescendo di impianti ai quali vanno aggiunti i tanti che stanno nascendo ad uso familiare, sui campi vicino alle abitazioni. Basta guardare nelle campagne all’ingresso della città.
Maila Papi
La Nazione 27.2.2011