L’anno si chiude male. Pesa la difficilissima situazione economica nazionale e in Val di Cornia ci sono preoccupazioni in più. Il livello di reddito è al di sotto della media regionale e provinciale, le povertà aumentano, la popolazione invecchia e i giovani fuggono più che altrove.
Il polo siderurgico vive il momento più difficile della sua storia. Dal suo destino dipende ancora la tenuta sociale di Piombino e della Val di Cornia. Ci uniamo alla famiglie che vivono con trepidazione le sorti della Lucchini e con loro le imprese e i lavoratori dell’indotto. Auspichiamo che i governi locali non attendano solo che il governo nazionale individui concrete strategie di rilancio, ma creino le condizioni per uscire dalla monocultura siderurgica.
L’edilizia è al palo. Dopo aver incentivato il fenomeno speculativo, ora che nessuno compra più case e capannoni, rimane solo il cemento inutilmente versato e l’occupazione in questo settore crolla. Sarebbe stato necessario riconvertire l’edilizia verso il recupero e il riuso, preservare paesaggio e identità storica, migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Nulla è stato fatto.
Anche il turismo soffre. La tassa di soggiorno ha aggravato i problemi senza offrire nessun servizio. Le confuse promesse di marketing territoriale sono svanite mentre le amministrazioni demoliscono l’esperienza della Parchi Val di Cornia che avrebbe dovuto destagionalizzare il nostro turismo. Intanto si autorizzano altre seconde case nella Tenuta di Rimigliano e attività estrattive nelle aree naturali protette.
L’agricoltura è stata abbandonata nella miope indifferenza della politica. Anzi, è stata incentivata la sostituzione di campagne fertili con distese di pannelli solari. Se comitati e Regione non avessero fermato questi progetti, nei nostri Comuni sarebbero stati distrutte altre centinaia di ettari di terreni agricoli.
Servivano coesione tra i Comuni e programmi per valorizzare l’insieme delle nostre risorse. Invece s’è perso ogni residuo coordinamento e, venendo meno ai programmi elettorali, non hanno neppure sostituito il Circondario con l’Unione dei Comuni. Oggi la Val di Cornia non esiste più come entità istituzionale.
Sul piano politico non c’è spazio per il dialogo perché nelle maggioranze prevale la chiusura e la prepotenza dei numeri. I Consigli Comunali sono sempre più chiamati a ratificare decisioni maturate non si sa più neppure dove.
Le nostre liste si sono sforzate di essere una voce critica, ma in questo scenario è difficile modificare condotte politiche che, senza idee, attendono un futuro che è ormai il passato.
27 dicembre 2012
Uniti per Suvereto, Forum San Vincenzo, Comune dei Cittadini Campiglia.
Sulla Stampa:
«Lo sviluppo del cemento è finito. E ora?»
«L’ANNO si chiude male». È la sintesi del bilancio effettuato dalle liste civiche Uniti per Suvereto, Forum San Vincenzo, Comune dei Cittadini Campiglia. «Pesa la difficilissima situazione economica nazionale e in Val di Cornia ci sono preoccupazioni in più. Il livello di reddito è al di sotto della media regionale e provinciale, le povertà aumentano, la popolazione invecchia e i giovani fuggono più che altrove – incalzano – il polo siderurgico vive il momento più difficile della sua storia. Dal suo destino dipende ancora la tenuta sociale di Piombino e della Val di Cornia. L’edilizia è al palo. Dopo aver incentivato il fenomeno speculativo, ora che nessuno compra più case e capannoni, rimane solo il cemento e l’occupazione in questo settore crolla. Anche il turismo soffre.
LA TASSA di soggiorno ha aggravato i problemi senza offrire nessun servizio. Le confuse promesse di marketing territoriale sono svanite mentre le amministrazioni demoliscono l’esperienza della Parchi Val di Cornia che avrebbe dovuto destagionalizzare il nostro turismo. Intanto si autorizzano altre seconde case nella Tenuta di Rimigliano e attività estrattive nelle aree naturali protette. L’agricoltura è stata abbandonata nella miope indifferenza della politica. Invece s’è perso ogni residuo coordinamento e, venendo meno ai programmi elettorali, non hanno neppure sostituito il Circondario con l’Unione dei Comuni. Oggi la Val di Cornia non esiste più come entità istituzionale. Sul piano politico non c’è spazio per il dialogo perché nelle maggioranze prevale la chiusura e la prepotenza dei numeri».
La Nazione 29.12.2012
«Consuntivo disastroso e previsioni 2013 nere»
Le liste civiche di Campiglia, Suvereto e San Vincenzo tracciano il bilancio dell’anno che sta per chiudersi. E’ un bilancio decisamente in rosso dal punto di vista economico, di un nero cupo invece dal punto di vista delle prospettive, presenti e future. «L’anno si chiude male», è il preludio. La situazione della Val di Cornia sarebbe, secondo le liste civiche, più preoccupante rispetto alla già difficile congiuntura economia nazionale. «Il livello di reddito è al di sotto della media regionale e provinciale», affermano, «le povertà aumentano, la popolazione invecchia ed i giovani fuggono più che altrove.» Per il polo siderurgico, dal cui destino «dipende ancora la tenuta sociale di Piombino e della Val di Cornia», dopo la solidarietà espressa nei riguardi dei lavoratori e delle loro famiglie e delle imprese dell’indotto, c’è l’invito a che «i governi locali non attendano solo che il governo nazionale individui concrete strategie di rilancio, ma creino le condizioni per uscire dalla monocultura siderurgica».
Sparo a zero sull’edilizia. «Dopo aver incentivato il fenomeno speculativo, ora che nessuno compra più case e capannoni, rimane solo il cemento inutilmente versato e l’occupazione in questo settore crolla. Sarebbe stato necessario riconvertire l’edilizia verso il recupero ed il riuso» – si sostiene – «preservare paesaggio e identità storica, migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Nulla è stato fatto.» Poco migliore sarebbe il quadro per il turismo. «La tassa di soggiorno ha aggravato i problemi senza offrire nessun servizio. Le confuse promesse di marketing territoriale sono svanite, mentre le amministrazioni demoliscono l’esperienza della Parchi Val di Cornia, che avrebbe dovuto destagionalizzare il nostro turismo».
Seguono condanne per le seconde case a Rimigliano e per le attività estrattive nelle aree naturali protette. Le liste civiche traggono senso di sconforto anche dal settore primario. «L’agricoltura è stata abbandonata nella miope indifferenza della politica. Anzi – si prosegue – è stata incentivata la sostituzione di campagne fertili con distese di pannelli solari. Se comitati e Regione non avessero fermato questi progetti, nei nostri comuni sarebbero state distrutte altre centinaia di ettari di terreni agricoli». Lo stesso stato d’animo prevale anche per le questioni prettamente istituzionali. Si sarebbe perso «ogni residuo coordinamento» tra le amministrazioni della Val di Cornia, che «venendo meno ai programmi elettorali, non hanno neppure sostituito il circondario con l’Unione dei Comuni. Oggi la Val di Cornia non esiste più come entità istituzionale». Non se la passerebbero meglio neanche gli stessi consigli comunali, «sempre più chiamati a ratificare decisioni maturate non si sa neppure più dove» e nei quali il dialogo sarebbe il grande assente, in quanto «nelle maggioranze prevale la chiusura e la prepotenza dei numeri.» (f.r.)
Il Tirreno 31.12.2012