(Il Comune No 244 – gennaio-febbraio 2010)
L’immigrazione è oggetto di dibattito politico a cui dare risposte pragmatiche e i fatti di Rosarno altro non sono che l’ennesimo campanello di allarme.
L’Italia è diventato un paese di immigrazione senza deciderlo e senza saperlo ed è intervenuta con una cultura delle classi dirigenti impreparata.
Per questo l’immigrazione trasnazionale di massa ha fatto crescere verso il culturalmente ed etnicamente diverso una reazione xenofoba cioè basata sulla paura dettata dalla difficoltà di prevedere l’andamento del fenomeno migratorio e le sue conseguenze, da un punto di vista dell’occupazione, dell’ordine pubblico e dell’identità culturale e religiosa.
L’opinione pubblica reagisce negativamente alla prospettiva di dover spartire risorse in via di ridimensionamento e precarizzazione con i nuovi venuti. Per effetto di queste preoccupazioni in certi settori sociali si manifestano reazioni di ostilità verso l’immigrazione contrassegnate da un generalizzato timore della diversità degli stranieri con cui si trova a dover convivere.
L’immigrazione ha danneggiato le fasce sociali più deboli; se i ceti più deboli sono anche quelli più xenofobi, questo non è dovuto tanto a mancanza di cultura quanto al fatto che sono economicamente danneggiati dalla concorrenza straniera. Gli immigrati fanno i lavori più umili non tanto perché per gli italiani sono troppo penosi ma perché essendo penosi sono pagati troppo poco.
Occorrerebbe alzare le retribuzioni in alcuni settori ma per far questo servirebbero una diversa politica internazionale dei prezzi delle materie prime ed una che regolarizzasse il lavoro nero ancora molto diffuso. In attesa di un riequilibrio economico serve tenere ben presente che, come recita l’art 2 della costituzione, “La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”.
Abbiamo ritenuto utile portare in consiglio comunale un ordine del giorno che richiamasse la questione dell’immigrazione, attraverso la condanna degli atti di violenza verificatisi a Rosarno. Pur essendo consapevoli che il fenomeno necessita di un intervento da parte del governo centrale e congiuntamente sovranazionale riteniamo che anche a livello comunale sia opportuno riflettere, interrogarsi sui processi d’integrazione e di reciproca comunicazione per bloccare l’emergere di tensioni e divisioni e promuovere nella nostra comunità l’idea che la convivenza multietnica è inevitabile e necessaria nella società odierna, anche se non lo abbiamo deciso.
Eleonora Petrocchi
Gruppo consiliare
Comune dei Cittadini