Un gruppo di Cittadini ha promosso una raccolta di firme per fermare il progetto della società WKN che intende istallare 17 torri eoliche alte 150m sparse nelle campagne della Val di Cornia.
La petizione ha come destinatari la Regione e le Amministrazioni locali, qui sotto riportiamo il testo integrale e di seguito il Pdf, in questo modo, chi volesse contribuire alla sua diffusione e sottoscrizione può farlo scaricando il file.
APPELLO PER FERMARE LO SCEMPIO DELLE CAMPAGNE DELLA VAL DI CORNIA
Al Presidente della Regione Toscana
All’Assessore regionale all’Ambiente
Al Presidente della Provincia
Al Sindaco di Campiglia
Al Sindaco di Piombino
Al Sindaco di San Vincenzo
Al Sindaco di Suvereto
Al Sindaco di Sassetta
Ci rivolgiamo alle Autorità regionali, provinciali e locali per chiedere di esaminare con la dovuta attenzione il progetto presentato dalla Società WKN di Catania per la costruzione di 17 torri eoliche alte 150 metri, per una potenza complessiva di 34 MW, nella pianura agricola dei Comuni di Campiglia Marittima e Piombino.
Grandi pale eoliche sono previste a Banditelle, Amatello, Pescinone, La Sdriscia, Franciana, Affitti, Ponte di Ferro, Rinsacca, Populonia, Granai, Pozzi Magona, Lavoriere, Diacci Vecchi.
Tutte località ad alta vocazione agricola, terreni frutto della bonifica storica e oggi coltivati a ortaggi e cereali (grano, carciofi, spinaci, meloni, pomodori e altre produzioni ortive), in parte ricadenti anche nella zonazione vitivinicola a marchio Doc e Docg “Val di Cornia”.
Le tradizioni mezzadrili della nostra agricoltura con l’appoderamento delle terre fin dall’800, intensificato con i provvedimenti della riforma agraria negli anni ‘50 dello scorso secolo, hanno fatto si che le campagne siano oggi caratterizzate da un’alta densità di case e di annessi rurali. La dismissione del patrimonio rurale non più necessario all’agricoltura ha prodotto anche una elevata diffusione di civili abitazioni nelle campagne, molte delle quali sono andate ad incrementare, negli ultimi decenni, l’offerta agrituristica e il reddito delle aziende agricole.
Tutto questo per segnalare che siamo in presenza di un territorio con potenziale agricolo molto elevato, densamente popolato da imprenditori agricoli, turisti e famiglie che abitano in campagna. Nel suo insieme conserva ancora una chiara connotazione rurale e il suo paesaggio contribuisce a creare l’immagine della Val di Cornia, completando un sistema paesaggistico che integra in maniera unitaria le sue diverse componenti: dalle colline ai borghi storici, dai poderi alle coste, dai boschi ai beni archeologici sintetizzati nel sistema dei Parchi della Val di Cornia.
Trattandosi di un territorio relativamente piccolo che si propende verso il mare, la pianura del Cornia è un bacino circondato da vere e proprie emergenze paesaggistiche e ambientali: a valle ci sono le coste dei parchi naturali della Sterpaia e di Rimigliano e il parco archeologico del promontorio di Populonia, a monte le colline di Campiglia, Suvereto, fino al parco di Montioni. A pochissima distanza si trovano l’Oasi naturale di Orti Bottagone e i centri termali di Caldana e del Calidario. Tutto nel raggio di pochi chilometri e ben visibile da qualsiasi punto si osservi la Val di Cornia.
Il progetto della WKN localizza 17 grandi torri eoliche nei pochi terreni che restano se si tolgono le distanze dalle case, dalle strade, dai corsi d’acqua e dai vincoli ambientali. Ne scaturisce una disseminazione casuale e disordinata di grandi pale eoliche che determineranno, senza ombra di dubbio, un grave danno al paesaggio rurale e più in generale al paesaggio complessivo della Val di Cornia.
Ma non ci saranno solo le 17 grandi torri. Ci saranno anche chilometri di canalizzazioni per il trasporto dell’energia, occorrerà costruire nuove strade e adeguare quelli esistenti per consentire il transito di carichi speciali, aumenterà il traffico pesante nelle campagne, aumenterà il rumore di fondo. Tutti fattori destinati ad incidere negativamente sulla ruralità del territorio e più in generale sull’economia agricola e turistica della Val di Cornia.
Pensiamo che la Val di Cornia, con le grandi centrali di termoelettriche di Piombino, ed ora anche con una massiccia presenza di grandi impianti fotovoltaici disseminati malamente nelle nostre campagne, stia già dando un forte contributo alla produzione di energia in Toscana. In ogni caso, per i grandi impianti di produzione di energie rinnovabili, qui esistono sicuramente altre soluzioni. Ci sono enormi territori industriali in gran parte dismessi o non utilizzati. Ci sono grandi cave che devono essere recuperate e possono essere riusate per la produzione di energia pulita. In questi territori i danni ambientali sono minori.
Cambiare i connotati alle nostre campagne è, invece, un danno grave che si arreca all’economia locale e al nostro futuro.
Invitiamo pertanto le Autorità pubbliche ad adoperarsi affinché lo sviluppo delle energie rinnovabili non comprometta ulteriormente beni comuni ed essenziali per il nostro futuro come l’agricoltura, il turismo, il paesaggio e il patrimonio culturale e ambientale.
Seguono firme