Sulle nomine nelle società partecipate va in onda la peggiore politica. Lo spettacolo offerto dal PD è desolante. Di democrazia e di innovazione nei metodi della politica l’Italia ha bisogno come il pane, ma è fin troppo evidente che non sarà questo PD a cambiare il verso delle cose. Senza una solida cultura democratica il ricambio generazionale non solo non basta, ma aggrava lo stato del nostro sistema politico. Di questa cultura fa parte fondamentale la netta distinzione tra partiti e istituzioni: i primi appartengono ai loro iscritti, le seconde appartengono a tutti i cittadini e devono perseguire solo l’interesse generale, non certo calcoli o logiche di partito. Nel PD succede l’opposto.
Per le società partecipate i criteri da seguire sono semplici. Vanno mantenute solo quelle davvero utili. Vanno scelti amministratori con competenze manageriali documentate da curriculum, esperienze e risultati. Gli indirizzi e i criteri per le nomine vanno decisi nei Consigli Comunali, dove ci sono maggioranze e minoranze. Vanno coinvolti tutti i Comuni soci, a prescindere se amministrati da Sindaci PD o di altri partiti e movimenti. Chi ha eletto Parodi Sindaco di Suvereto ha diritto, come chiunque altro, di dire la sua su chi e per quali obiettivi dovranno essere amministrate le società partecipate. In realtà se ne discute solo negli organi del PD, i loro Sindaci ratificano e i Consigli Comunali neppure ne parlano. Parodi legittimamente protesta.
E’ così che che alla presidenza dell’ATM, società che non ha più ragione alcuna di esistere perché non fa più nessun servizio di trasporto, il PD ha deciso di nominare Macchioni, esponente di quel partito senza esperienza alcuna nel settore. Hanno deciso anche che l’ex presidente di ATM Torlai, anch’esso PD, dovesse restare alla vicepresidenza di Tiemme (la società regionale che ha rilevato i servizi di ATM), salvo indurlo dopo alle dimissioni per consentire a Macchioni di subentrare nel ruolo e soprattutto di percepirne il compenso di 24.000 euro, probabilmente perché i 6.000 euro dell’ inutile ATM gli stavano stretti.
E’ così che nelle stanze del PD hanno deciso di affidare a Caramassi la Presidenza di ASIU (che intanto ha accumulato 30 milioni di debiti con la complicità dei Sindaci PD) per politiche di riuso dei rifiuti industriali in sostituzione degli inerti di cava, senza fare i conti con il fatto che tutte le decisioni prese dallo stesso PD vanno in direzione opposta a quanto dicono di voler fare. Restano dunque tutti da costruire i presupposti per il rilancio dell’impianto TAP, mentre con il passaggio della raccolta dei rifiuti urbani alla società “Sei Toscana” anche ASIU non avrà più ragione di esistere.
E’ così che negli organi del PD si discute sulla presidenza della Parchi (fino a pochi giorni fa data per certa all’esponente PD Tortolini) senza aver mai affrontato le cause vere che hanno portato al declino di quell’esperienza, da ricercare prima di tutto nella mancanza di visione del PD e dei suoi Sindaci, nella demolizione della sovracomunalità e dei principi solidaristici e nella nomina di una presidenza senza alcuna esperienza manageriale e per questo subalterna e incapace di far valere le logiche della buona gestione aziendale.
Potremmo continuare, ma ce n’è a sufficienza per dire che dal PD non arriva il cambiamento. L’unica cosa che si consolida è l’uso partitico delle istituzioni, cioè la negazione della democrazia.
3 ottobre 2015
Comune dei Cittadini