L’Amministrazione deve pensare anche alla luminaria anche se sottolineiamo e apprezziamo l’impegno del tessuto economico e sociale che è stato al solito determinante, ma l’urgenza è una rivoluzione copernicana della gestione delle finanze sia per fronteggiare l’attuale crisi, sia per rivitalizzare l’economia appena superata l’emergenza sanitaria.
Il problema è che storicamente il Comune, chiude i bilanci con grandissimi avanzi che indicano una tendenza a mantenere imposizioni fiscali eccessive, anche per coprire spese correnti in costante aumento, e una scarsa capacità di investire le risorse.
Neppure nel pieno dell’emergenza, nel 2020, si è riusciti a comprimere l’imposizione fiscale tanto che le entrate tributarie si assesteranno sui livelli del 2018 palesando una situazione paradossale poiché aziende e cittadini non si trovano certamente oggi nella stessa condizione di due anni fa.
Ricordiamo peraltro che gli investimenti effettuati o progettati dall’Amministrazione si trasformano molto spesso in autentici sprechi, come nei casi dei giardini del parco della musica, della ZTL o dei giardini di Tufaia e non fanno parte di una strategia né di profondo risanamento del tessuto urbano né di rilancio dell’economia della zona.
Ciò che serve è una strategia chiara, possibilmente sovracomunale, sulle attività e sui progetti da privilegiare per garantire un futuro al nostro territorio e alle nostra comunità.
Nel frattempo non è un crimine se il Comune chiude anziché in attivo in passivo il bilancio del 2020 comprimendo le entrate tributarie e dando respiro a commercianti, ristoratori e piccoli imprenditori a cui il segnale di speranza della luminaria non può certo bastare.
GRUPPO 2019