Ci si avvicina a grandi passi alla stagione estiva e il primo evento che ne segnava l’arrivo era la fiera di Venturina; i capannoni si riempivano di stand ed ogni sera la passeggiata permetteva di incontrare tante persone che non si vedevano da qualche tempo.
E’ il più grande centro fieristico nell’area che va da Livorno a Grosseto, al centro di Venturina, attorno al quale ruotano la vita e il traffico del paese ma che trasmette, al momento, solo una sensazione di vuoto e dismissione sebbene sia un vanto per la zona che ultimamente , anche a causa della pandemia, ha avuto un tracollo .
Spesso è stata riportata la notizia di riprogrammarne l’utilizzo ma al momento si è visto solo adibirne una parte all’atletica, allo sviluppo di uno sport poco praticato nel nostro comune che sicuramente è importante ma che non soddisfa le aspettative di questa imponente area fieristica.
In un periodo storico di profonda trasformazione la capacità di offrire nuovi modelli e nuovi usi delle risorse è fondamentale sia a livello comunale sia in chiave sovracomunale. La sfida sarà quella di elaborare una progettualità condivisa con tutto il territorio i cui costi siano sostenibili e affrontabili in un lasso di tempo ben determinabile e, magari, che possano essere candidati a bandi regionali o europei.
In tal senso ci chiediamo se la fase di incubazione delle strategie necessarie a generare progetti efficaci di rigenerazione dell’area e di rilancio economico, sia stata avviata perché il Consiglio Comunale, organo in tal senso sovrano, non ne sa niente.
Eppure le potenzialità di queste strutture, soprattutto se pensata in sinergia con il necessario rilancio della Parchi, del borgo di Campiglia e del grande potenziale produttivo di Venturina, può generare un grande valore aggiunto in termini culturali economici e sociali superando le difficoltà legate alla profonda crisi generale nel settore delle fiere campionarie.
Gruppo 2019