“I parchi e le aree protette della Toscana al tempo delle crisi”. Legambiente regionale ha scelto Piombino per affrontare uno dei settori che rischia di essere tra i più penalizzate dalla dai tagli alle risorse degli enti locali. E questo proprio perché, come ha ribadito il presidente regionale dell’associazione Fausto Ferruzza al convegno che si è svolto al Castello, la Parchi Val di Cornia è considerata un’esperienza di eccellenza. «Una realtà – sostiene Ferruzza – che dimostra bene che parchi ed aree protette non devono essere viste come un freno, bensì come motore di sviluppo del turismo e dell’agricoltura di qualità». Ed è per questo che Legambiente ritiene necessario che la Regione riveda la legge 49 del 1995 sulle aree protette «per fare meglio una politica di sistema dei parchi, valorizzando tutti gli aspetti dell’economia sostenibile collegata».
Durante il convegno si è parlato anche della proposta di legge regionale che trasformerebbe di fatto le Anpil (aree naturali protette di interesse locale), in riserve naturali provinciali. «Se le Anpil sono state per i Comuni un modo per preservare aree significative – sostiene Ferruzza – la loro trasformazione deve essere fatta “cum grano salis” per evitare effetti negativi. Non tutti i territori possono essere trasformati in riserve integrali, pensiamo alla Val’Orcia, al Parco della Maremma o al Promontorio di Piombino, dove ad esempio, la difesa della natura e del paesaggio convivono con vocazioni agricole e venatorie».
L’esperienza della Parchi Val di Cornia secondo Legambiente si difende invece da sola, come hanno dimostrato le cifre presentate dal presidente Luca Sbrilli al convegno. Cifre che attestano quanto la realtà dei parchi abbia avuto la capacità di incidere nell’economia, soprattutto turistica del comprensorio.
«Certo, ci piacerebbe di più che la società avesse mantenuto la sua autonomia di finanziamento, ma finché ci sono sindaci colti e sensibili, sostiene Ferruzza – non ci sono rischi per la continuazione di questa esperienza. Certo che un po’ di preoccupazione c’è e vorremmo che tutti gli amministratori continuassero a fare la loro parte per evitare che la contrazione delle risorse si trasformi in un decremento dei parchi»(g.p.)
Il Tirreno 27.11.2012