Uniti per suvereto al lavoro per ottenere una riduzione del 50% dell’Imu prevista sia per quanto riguarda i fabbricati rurali ad uso strumentale ed abitativo, sia per i terreni agricoli.
Se il “bene terra”, è utilizzato come fattore della produzione in un’impresa agricola, deve avere un trattamento fiscale diverso da quello riservato a fondi agricoli speculativi o per fini hobbistici — evidenzia il capogruppo Giuliano Parodi — per questo metteremo in campo, attraverso il Consiglio Comunale e le Commissioni, tutti gli strumenti per contenere questa “patrimoniale agricola”, aprendo un tavolo di discussione con l’Amministrazione, al fine di ottenere una riduzione del 50%. Il decreto Salva-Italia affonderà infatti la risorsa principale del nostro paese: l’agricoltura.
La manovra avrà un impatto pesante per i terreni agricoli e i fabbricati rurali: dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni usati per trattori e gli attrezzi. Le imprese agricole pagheranno attraverso l’Imu un aumento insostenibile – in alcuni casi si sfiora il 400% in più. Equità e crescita dovrebbero riguardare anche questo settore, ma queste ultime nella manovra non ci sono, anzi troviamo l’esclusione delle aziende agricole dalle misure di sostegno alle piccole e media imprese, mentre verranno rideterminate le aliquote contributive di coltivatori diretti, mezzadri e coloni, con ulteriori oneri. I fabbricati non censiti al catasto urbano, dunque privi di rendita, dovranno comunque pagare l’Imu sulla base di una rendita ipotetica per similarità.
Il proprietario dovrà versare, come acconto, l’imposta sulla base di una rendita presunta deducibile da edifici aventi caratteristiche simili. Entro il 31 dicembre 2012 – conclude Parodi – dovrà avvenire l’accatastamento, i cui oneri sono a carico del proprietario. Per gli edifici già accatastati al catasto urbano, la data per vedersi riconosciuti i requisiti di ruralità, è fissata al 31 marzo 2012 senza nessuna ulteriore proroga».
La Nazione 12.01.2012